“A chi crede nei sogni, basta un gradino per raggiungere le stelle”. Di gradini, forse, Joaquin Dalmasso ne ha superati anche più di uno. Arrivato dall’Argentina in Italia, sicuramente non è stato facile per lui ambientarsi con un’altra cultura, ma quando navighi sulle ali dei tuoi sogni puoi superare tutto. Dalla sua valigia piena di speranze, emozioni e voglia, Joaquin ha tirato fuori anche le sue qualità. Portiere statuario – 195 centimetri – con la voglia di imparare e la pazienza di aspettare. Attendere la chiamata giusta e saperla sfruttare. Arrivato in estate a Foggia come terzo portiere, dopo aver giocato in Eccellenza, contro il Palermo lo scorso 15 febbraio ha fatto il suo esordio tra i professionisti. Entrato a gara in corso dopo un problema occorso a Volpe, si è messo li tra i pali e con freddezza ha respinto gli attacchi rosanero. Da quel momento in poi, non ha più lasciato il campo mettendo insieme 11 presenze di fila guadagnandosi il rinnovo.
Con un comunicato ufficiale, il Foggia ha reso noto il rinnovo del proprio portiere: “Il Calcio Foggia 1920 comunica di aver prolungato il contratto con Joaquin Domingo Dalmasso che si è legato ai rossoneri fino al 30 giugno 2025. Argentino di Río Cuarto, nella provincia di Córdoba, 195 centimetri di altezza, Dalmasso, dopo aver militato nell’Alto Tavoliere San Severo e poi nell’Aquila, sempre in Eccellenza, lo scorso anno a luglio è approdato in rossonero. Sotto la cura di Mimmo Botticella Dalmasso è cresciuto sia tra i pali che nel gioco fuori area rimanendo sempre all’ombra di Alastra e Volpe. Fino al 15 febbraio, quando, complice un infortunio muscolare a partita in corso di Volpe e la contemporanea indisponibilità di Alastra, fa il suo esordio tar i professionisti nella vittoriosa goleada contro il Palermo. Da allora ha collezionato 11 presenze, conquistando l’attenzione degli addetti ai lavori e risultando tra le più felici sorprese rossonere della stagione. Ovvio che il Calcio Foggia non potesse farsi sfuggire un simile talento.
A Dalmasso va un grosso in bocca al lupo da parte del Calcio Foggia 1920 e l’augurio di una felice carriera in difesa dei colori rossoneri”.
Dalmasso ha il calcio nel suo destino. In Italia i suoi primi passi li muove in Eccellenza al San Severo. Dicembre 2019 quando inizia la sua avventura nel Bel Paese. Parate decisive, tanta grinta in campo e voglia di mettersi a disposizione. La squadra conquista la salvezza e parte del merito è anche del gigante argentino. Tanti gli addetti stupiti dalle sue qualità e dalla professionalità con cui si presenta.
Per tanti un predestinato, ma non è ancora il momento di fare il salto in avanti. La sua esperienza continua in Eccellenza, stavolta non al San Severo ma a L’Aquila. Sempre titolare, 18 su 18 e, manco a dirlo, determinante in diverse situazioni. Sette partite consecutive d’imbattibilità, un segnale chiaro e che non è passato inosservato ai piani alti. In estate arriva il Foggia, piccolo periodo di prova prima del tesseramento. Dalmasso ha convinto tutti, dalla società a Zeman. Il gradino Joaquin la superato, un passo avanti verso il sogno.
In rosa come terzo portiere non è facile trovare lo spazio per mettersi in mostra. Davanti a lui Volpe e Alastra, ma il classe 2000 resta al suo posto, continuando a lavorare. Testa bassa e pedalare si dice, e così fa Joaquin. In allenamento si impegna, impara e cresce, ascoltando i consigli dei compagni più esperti. Intanto pazientemente aspetta l’occasione.
A gennaio ha la possibilità di andare a giocare. Il Bisceglie e il suo ex allenatore Rufini lo vogliono i nerazzurro, ma lui declina gentilmente e decide di restare a Foggia. Sa che può giocarsi le sue carte e sente la fiducia rossonera. Scelta più che azzeccata, visto che nella sfida contro il Palermo l’occasione per Dalmasso arriva. Al 25′ della prima frazione Volpe è costretto ad uscire al suo posto entra Dalmasso. L’emozione della prima volta, ripensando, forse, al momento del suo arrivo in Italia, la strada fatta e finalmente il sogno di toccare con mano il professionismo. In campo è concentrato e lo dimostra, soprattutto nella ripresa dove a tu per tu con Brunori non si lascia intimorire e gli sbarra la strada con i piedi. Quella e una serie di altre parate gli consentiranno di chiudere la partita senza subire reti e guadagnarsi voti alti, oltre che la titolarità.
L’umiltà fa parte del suo carattere. Ragazzo serio e sempre disponibile e, soprattutto, riconoscente. “Vi ringrazio a tutti quanti per il bellissimo anno trascorso insieme! Per avermi dato la possibilità di mettermi in mostra. Volevo anche ringraziare il grandissimo preparatore Giancarlo Petrocco che è gran parte della mia crescita. Vi porterò sempre nel cuore. E sempre forza L’Aquila”. Il saluto alla squadra che lo ha cresciuto e gli ha dato, oltre al San Severo, la possibilità di arrivare nel professionismo. Un predestinato, non c’è altro aggettivo che si possa utilizzare in questi casi. Dimostrazione che quando nei sogni ci credi prima o poi si realizzano.
A cura di Simone Brianti
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