L’estate del 2021 ha segnato un vero cambio di passo in casa Foggia con l’approdo di un nuovo presidente, Nicola Canonico e di una nuova prospettiva anche per quanto riguarda il settore giovanile. Lacasadic.com ha intervistato in esclusiva il responsabile del settore giovanile e femminile, il dottor Gianfranco Mancini, allenatore professionista e laureato in Management dello Sport.
La realtà di Foggia assume da sempre un ruolo importante. Motivo per cui l’obiettivo dell’attuale società è quello di promuovere e sviluppare nuovi progetti per gli anni a venire. Abbiamo iniziato la nostra chiacchierata con il direttore partendo da una provocazione: una piazza come Foggia, a livello giovanile, cosa ha in meno di tante realtà di Serie A, come ad esempio il Cagliari che non sta facendo un campionato esaltante a livello di prima squadra, ma che vanta una Primavera molto attrezzata e ricca di talenti? “Credo nulla, la differenza tra queste piazze e Foggia sta negli uomini, nelle strutture e nella programmazione. Forse in questo momento la nostra realtà è carente di strutture. Ma il nostro è un territorio vasto che ha solo Foggia come punto focale. E su cui si può costruire qualcosa di molto importante per il futuro. Noi, a livello societario, non potevamo aspettare la nascita di una struttura e dovevamo iniziare un percorso professionale con un’idea di calcio che coinvolgesse il territorio”.
Il ds Pavone, nelle scorse settimane, aveva parlato di problemi nell’assemblaggio della squadra, cosa insolita per una piazza come quella pugliese che da sempre ha attirato molti giovani a vestire la casacca rossonera. Sul settore giovanile “il problema che abbiamo avuto è che il settore giovanile del Foggia non veniva visto con particolare attenzione e interesse. Ciò ha portato molti giovani pugliesi a prediligere altre realtà perché in quel momento Foggia non era un brand su cui puntare. In questo momento, credo il vento stia cambiando perché chi è andato fuori, sta ritornando a casa. Questo per noi è un punto di partenza”.
Nella fattispecie il discorso giovanile comprende diverse aree di sviluppo che il direttore ha voluto così illustrare: “Noi stiamo programmando un settore giovanile con tutti i criteri, adeguando il calcio al mondo attuale, che non può fare a meno delle varie forme di tecnologia, innovazione, comunicazione e progettazione. Questi sono per noi quattro punti cardine, sui quali costruire il futuro”. Guardando al passato, il Foggia ha sfornato dal proprio vivaio calciatori con una buona carriera. Pazienza, Padalino e Colucci, l’obiettivo che si pone la società è quindi quello di “ritornare a costruirsi i giovani in casa perché è una necessità in queste categorie dove per fare cassa devi avere strutture o giovani da lanciare”. Ambizioni? “Sicuramente sfornare qualche ragazzo che possa giocare in prima squadra oppure dare la possibilità di far emergere nel professionismo qualche ragazzo del territorio”.
Non solo calcio, il Foggia è a lavoro per un progetto sulla formazione personale e professionali completo a 360 gradi: “Il nostro settore giovanile è basato su un modello di circa 40 persone che ogni giorno lavorano su dei principi importanti che sono il rispetto e l’educazione. Abbiamo creato un ambiente sano, che vuole lasciare il segno nella vita dei giovani anche al di fuori del rettangolo di gioco”. A ciò si lega anche un progetto che riguarda le neuroscienze applicate al calcio con l’ausilio di un software che si chiama Responsive. “É un progetto all’avanguardia che rappresenta l’esigenza del calcio del futuro. Il calciatore è chiamato non solo a correre sulle gambe, ma anche con la testa. Vogliamo capire la velocità di scelta e d’esecuzione dei ragazzi che ogni giorno lavorano con noi. Il calciatore pensante è colui che trova velocemente le soluzioni in campo e fuori”.
Tra il Foggia a caccia di giovani talenti e lacasadic.com di Gianluca Di Marzio, redazione molto giovane e smart, c’è qualche analogia e il direttore Mancini lo ha voluto sottolineare parlando anche di calciomercato: “Gianluca Di Marzio è il numero uno per quanto riguarda il calciomercato in Italia, lo seguo da tempo e ho apprezzo molto il suo lavoro. Non ha senso in Primavera 3 vedere 2002/2003 che potrebbero giocare tra i dilettanti. Lì c’è un agonismo diverso e si deve portare il pane a casa. Per quanto riguarda i Moro e Lucca sono i migliori 2000 che abbiamo in Italia. Noi ci auguriamo di poter portare avanti un progetto di quel tipo ma abbiamo bisogno di tempo perché in un settore giovanile che si rispetti devono funzionare tre cose: la ricerca del calciatore, la sua formazione e l’educazione sportiva. Quando saremo in grado di sviluppare al meglio questi tre propositi, avremo anche noi il nostro Moro ”.
Si ringrazia il Calcio Foggia 1920 per la disponibilità.
A cura di Gabriele Mucelli
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