Lecco, Foschi: “Zaccheria? Bello giocare davanti a tanta gente, ma i nostri sembreranno 100mila”
Per il Lecco si avvicina la finale di andata dei playoff di Serie C contro il Foggia. Il palcoscenico di questa importante gara sarà lo “Zaccheria” che aprirà i propri cancelli martedì 13 giugno alle ore 21:30. Un appuntamento storico per i blucelesti. Dopo la vittoria ai rigori ottenuta sul campo del Manuzzi di Cesena, gli uomini di Luciano Foschi si preparano ad affrontare le due partite più importanti della stagione. Un anno in cui il Lecco ha dimostrato di essere una realtà solida e innovativa.
Foggia Lecco, Foschi: “I playoff non hanno classifica”
La possibilità di giocare certe partite, in stadi come così prestigiosi davanti ad una delle tifoserie più calde d’Italia può essere uno stimolo in più per puntare a realizzare il sogno promozione, come ha spiegato lo stesso Foschi durante una conferenza stampa: “Penso sia bello giocare davanti a tanta gente, così come è stato a Cesena. C’è una tifoseria molto attaccata alla propria squadra e storia. Abbiamo grande rispetto di tutto questo. Poi in campo ci sono 11 giocatori contro altri 11 che faranno di tutto per vincere. Conosciamo l’importanza della gara. La partita la prepariamo dal punto di vista tecnico e tattico, che l’ambiente possa essere ostile lo sappiamo. Noi ci faremo forza insieme ai nostri tifosi. Saranno meno degli altri, ma ci danno la forza. È un giorno lavorativo, la distanza è notevole ma chi verrà ci darà sostegno. Per noi sarà come se fossimo 100mila. Vogliamo continuare a sognare”.
L’allenatore poi ha continuato: “I playoff non hanno classifica. Ci sono squadre che crescono in modo esponenziale in questo periodo. Sento tanti ragionamenti. Sembra che il girone A sia sempre meno paragonabile agli altri due. Io dico che ogni girone ha le sue caratteristiche. Non so se sia così semplice andare a vincere a Vicenza, Trieste, Novara, Salò. Penso che i paragoni siano fuori luogo. Non è detto che una squadra in un girone faccia gli stessi punti negli altri”.
“Sulla carta ci sono le squadre più forti ma sul campo non sempre vincono”
Foschi poi continua parlando del Foggia: “Il calcio si divide in due sfaccettature. Sulla carta ci sono le squadre più forti. In campo ci sono quelle più brave. Non sempre vincono le prime. Fortunata? C’è sempre un pizzico di fortuna in tutte le squadre che arrivano in finale. Ci vuole grande rispetto per chi ottiene questo obiettivo. Parlare da fuori è sempre facile. Giocare ogni tre giorni non è semplice. Ci vogliono tante piccole componenti per arrivare a un traguardo simile”.
L’allenatore romano ha fatto il punto anche sulla condizione della propria squadra: “Questi giorni sono serviti per recuperare forze fisiche e mentali. Essere in finale è bellissimo, tutti vorrebbero essere al nostro posto. Vogliamo buttare fuori ogni goccia di sudore per un obiettivo che per noi sarebbe stratosferico. C’è tanto entusiasmo. Stiamo cercando di recuperare qualche infortunato. Domani faremo qualche test e vedremo”.
Foschi: “Non mi piacciono i complimenti, mi fa piacere che la gente apprezzi quello che faccio”
Quando viene chiesto a Foschi se per lui questa gara, questo percorso, sia una sorta di rivincita, l’allenatore risponde così: “Sono sempre in difficoltà su queste cose. Non amo i complimenti. Mia moglie mi dice che sono un po’ un orso su queste cose. Ho vinto dei campionati. Forse non mi so vendere. È un mondo in cui l’essere è meno importante dell’apparire. Mi sono sempre preoccupato di essere me stesso. Dentro di me sono contento, magari non lo esterno. Mi fa piacere che la gente apprezzo ciò che sto facendo. Ma non lo sto facendo da solo. Un allenatore è bravo perché ha giocatori e staff che lo rendono bravo. Sono contento quando la gente si accorge che a vincere è un gruppo. Questo mi fa sentire orgoglioso del rapporto che ho creato con le persone, al di là del calcio“.
In chiusura di conferenza, l’allenatore del Lecco ha elogiato il lavoro di Delio Rossi, i due si incontreranno per la prima volta proprio in occasione della finale playoff: “L’ho conosciuto durante il corso degli allenatori. Lui era alla Lazio e durante il master siamo andati a conoscere il lavoro che stava facendo. È un grande allenatore”.