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Lukaku? No grazie, il Foggia si gode “Big Rob” Ogunseye

Nove verticale: “Segna e viene soprannominato Big“. Per riempire questa colonna di un normale cruciverba, qualsiasi appassionato di calcio, dal Nord a Sud, compilerebbe le caselle con il nome di Big Rom, riferendosi a Romelu Lukaku. Sarebbe facile: ritorno all’Inter, gol in Champions. Qualsiasi appassionato, tranne i tifosi del Foggia, che sostituirebbero Big Rom con Big Rob. Nove non è soltanto la casella di un possibile cruciverba, ma il numero che Big Rob porta sulla sua maglia. E verticale perché proprio dopo aver sfruttato ogni centimetro del suo metro e novanta di altezza ha segnato il suo primo gol in rossonero. A San Siro Big Rom torna e segna, allo Zaccheria Roberto Ogunseye fa lo stesso.

Il percorso verso la Serie C

E Roberto Ibukun Ogunseye i gol li ha sempre segnati. Dalle giovanili passate sul campo con la maglia dell’Inter fino alla prima esperienza tra i grandi. Le porte del calcio che contava che si aprivano davanti ai suoi occhi. Ogunseye aveva soltanto 18 anni quando si ritrovò ad allacciarsi le scarpette nello spogliatoio del Marano. Il teatro era quello della Serie D e lui, attaccante forte ma ancora giovane, riuscì a collezionare quattro presenze. La svolta arrivò l’anno successivo, nel Montebelluna, ancora in Serie D. Da quella stagione il suo nome cominciò a frequentare i tabellini delle partite. Ad Ogunseye servirono soltanto 5 reti per guadagnarsi la Serie C.

Da Prato ad Olbia, fino alla Serie B

La chiamata arrivava dalla Toscana. Ad aspettare Roberto Ogunseye c’era il Prato. Un metro e novanta di fisico e qualità. Voglia di disegnarsi il proprio futuro tra i professionisti. Nei tre anni con il club Ogunseye giocò stringendo sempre di più la mano alla categoria. Tuttavia, i gol non rispecchiavano il suo potenziale. 7 sigilli in due stagioni erano pochi. Altro giro, altra piazza. Per la seconda maglia in Lega Pro il telefono squillò direttamente dalla Sardegna. L’Olbia voleva l’attaccante. Arrivò per restare. Con la terra sarda instaurò subito un legame speciale, diverso dagli altri. Il numero nove segnò 25 reti in quattro anni di permanenza. Campionati e partite che permisero ad Ogunseye di crescere dentro e fuori dal campo. Ma soprattutto, di poter ricevere le chiavi della Serie B dal Cittadella. Gradino dopo gradino. Questione di gol.

Da Big Rom a Big Rob: Ogunseye ed il Foggia, missione rinascita

Cittadella chiama, Ogunseye risponde. 35 presenze in Serie B accompagnate, come sempre, dalle reti. L’attaccante ne segnerà 5 in un anno in cui scenderà in campo per 23 volte da titolare sotto la guida di Roberto Venturato. Quell’anno Ogunseye con i suoi compagni sfiorerà anche la porta della Serie A, arrivando in finale playoff, persa soltanto contro il Venezia all’ultimo minuto di gioco. Dalla Serie D fino al sogno di ogni bambino. Da quel momento Robert giocherà a Modena, dove con Attilio Tesser si prenderà la promozione in Serie B. Ma il soprannome Big Rob nascerà sul campo dello Zaccheria, con il Foggia. Dopo un avvio di stagione difficile, nella nona giornata di campionato Ogunseye ha preso il volo per segnare il gol di pareggio all’ultimo respiro contro la Juve Stabia. Foggia e Milano sono distanti più di 700 chilometri. Da una parte, Big Rom torna all’Inter e segna. Dall’altra, Big Rob vuole riportare sui binari giusti la stagione rossonera. Nove verticale: “Segna e porta la numero nove“. I tifosi del Foggia saprebbero senz’altro quale nome scrivere sulle caselle.

A cura di Jacopo Morelli

Redazione

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