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Foggia, dalle rimonte playoff agli avvicendamenti in panchina: il racconto della stagione dei rossoneri

Foggia

Credit: Andrea Rosito

È terminata in quel di Lecco la stagione 2022/23 del Foggia, un’annata comunque importante e che, nonostante tutto, difficilmente i tifosi pugliesi dimenticheranno. Non è riuscita l’ennesima impresa dei playoff alla squadra rossonera che dopo aver perso la finale d’andata per 2-1, è caduta sotto i colpi del team di Foschi anche al ritorno. La sconfitta per 3-1 del Rigamonti-Ceppi lascia indubbiamente l’amaro in bocca, anche e soprattutto per come si era messa la partita. Bjarkason illude dopo 4 minuti, poi le grandi chance per il raddoppio capitate a Schenetti e Ogunseye. Il primo si vede dire di no da un super Melgrati, bravo a intervenire con la mano di richiamo su una potente conclusione, il secondo sbaglia da pochi passi mandando il pallone di poco alto sopra la traversa. Il Lecco non demorde e prima la riprende e poi la ribalta allo scadere. Tanto rammarico in casa Foggia, col sogno promozione svanito sul più bello e la delusione degli oltre 800 sostenitori giunti in Lombardia. Una delusione profonda che però va a coniugarsi anche con una importante gratitudine e soddisfazione per quanto fatto vedere nell’arco della stagione. Il Foggia esce a testa alta da questi playoff, con la piazza comunque fiera e orgogliosa dei propri beniamini.

Foggia, il difficile avvio di Boscaglia e il rendimento delle prime partite

“Non si può battere una persona che non si arrende mai”. Fu questo il poster lasciato nello spogliatoio rossonero in occasione del match di ritorno dei playoff contro l’Audace Cerignola, definibile come la gara più intensa di questa post-season del Foggia. Una frase emblematica che mai verrà dimenticata dai protagonisti di quella partita, in cui venne gettato il cuore oltre l’ostacolo, completando una rimonta clamorosa. Quella gara è stata però sono una delle tante giocate in questa incredibile stagione del Foggia fatta di alti e bassi. Una stagione per certi versi travagliata, che ha visto cambiare 4 allenatori, oltre all’avvicendarsi di direttori sportivi. L’annata 2022/23 dei rossoneri è iniziata ufficialmente il 1 luglio 2022 con la presentazione del successore di Zeman, ovvero Roberto Boscaglia.

Foggia

Tanti proclami e molta sicurezza nelle parole dell’allenatore siciliano nel corso di quella conferenza, ma le prestazioni furono al di sotto delle aspettative. L’esordio fu subito amaro con il ko casalingo per 3-1 contro il Latina, a cui seguirono gli scivoloni contro Picerno e Pescara e nel mezzo gli unici 4 punti conquistati con Virtus Francavilla e Potenza. L’era Boscaglia termina prima del previsto, con l’esonero ufficializzato dopo il pesante 4-0 subito col Pescara. E’ tempo di riflessioni in casa Foggia, con Canonico alla ricerca di un nuovo allenatore e che opta per Antonio Gentile, allora nell’Under 15, come soluzione ad interim. Arriva prima la sconfitta a Taranto per 1-0 e poi il passaggio del turno in Coppa ai rigori contro il Picerno.

Foggia, con Gallo la svolta: i rossoneri scalano la classifica

Ad esser scelto come nuovo allenatore è Fabio Gallo, reduce dall’esperienza sulla panchina dell’Azerbaijan come vice di De Biasi e ufficializzato il 4 ottobre 2022. Ed è proprio lui che riesce a dare una vera e propria sterzata alla stagione dei rossoneri, rivitalizzati rispetto a quando c’era Boscaglia. Al momento del suo arrivo Gallo trova un Foggia terzultimo con soli 4 punti insieme al Messina e coll peggior attacco e la peggior difesa del girone C. Numeri da brividi e inaspettati, visto sia lo spessore che la qualità della rosa. L’esordio dell’allenatore di Bollate non è dei migliori, ko per 2-0 a Pagani contro la Gelbison, ma da lì a poco i risultati arrivano e la piazza torna ad entusiasmarsi. L’1-0 casalingo al Crotone rappresenta la svolta dei rossoneri, il Foggia è tutt’altra squadra e fa evidenziare una crescita importante e non indifferente a livello emotivo e di gioco.

Petermann

Quella contro i calabresi fu la prima delle 15 vittorie di Gallo, che ridiede un’anima alla squadra ridisegnandola dal punto di vista tattico e cambiandola sotto quello mentale. Dal 4-2-3-1 o 4-3-3 di Boscaglia si passa ad un collaudato 3-5-2, caratterizzato da determinazione, caparbietà, fame e cattiveria. Ogunseye diventa uno dei punti fermi, le fasce vengono presidiate da Garattoni e Costa e la difesa acquisisce solidità e certezze. Fabio Gallo è stato capace di riportare entusiasmo e di portare il Foggia nei piani alti della classifica, con anche 3 turni superati in Coppa contro Juve Stabia, Crotone e Catanzaro. La corsa in tal caso s’interrompe in semifinale ai rigori contro la Juventus Next Gen, ma, a distanza di esattamente 10 giorni arriva anche un altro epilogo, ovvero le dimissioni dello stesso Gallo per incomprensioni societarie. L’allenatore ex Potenza lascia dopo 25 panchine e da quarto classificato con 43 punti.

Dalle dimissioni a sorpresa di Gallo alla parentesi Somma, fino ai grandi numeri fatti registrare con Delio Rossi

Con le dimissioni a sorpresa di Gallo, la piazza rossonera si divide tra malumori e scetticismo. Alcuni si schierano dalla sua parte, altri inveiscono invece contro Canonico. Il presidente del Foggia è chiamato ancora una volta a prendere una decisione riguardo la guida tecnica, la terza stagionale. La scelta cade su Mario Somma, che torna ad allenare dopo 3 anni e viene ufficializzato il 23 marzo. Una parentesi però non memorabile per l’ex Empoli, che lascia il club dopo solamente 2 mesi decidendo di dimettersi. Regna il caos in casa Foggia, i tifosi sono demoralizzati e protestano contro la società. L’esperienza di Somma dura 6 partite, dal successo contro la Fidelis Andria alla clamorosa sconfitta casalinga contro il Monterosi, match che lo portò a dire addio. “Non sono più in grado di gestire e gestire questa rosa, per cui mi faccio da parte”. Queste le sue parole in conferenza.

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Credit: Lega Pro

A 4 giornate dal termine il Foggia è sesto a quota 52 e, con 12 punti a disposizione, il terzo posto, diventa l’obiettivo del club visto l’accesso diretto alla fase nazionale dei playoff. Il Pescara è distante solamente 4 lunghezze. Serve un uomo d’esperienza, capace di prendere in mano le redini dello spogliatoio e di ridare ancora una volta entusiasmo in un momento cruciale della stagione. Canonico individua in un allenatore esperto e navigato quale Delio Rossi tali input. “Darò tutto ciò che posso, il Foggia è l’unica squadra di cui sono tifoso”. Esordì così l’ex Lazio e Fiorentina, tornato nella città foggiana a distanza di 27 anni e dopo precisamente 849 giorni. L’allenatore romagnolo si ripresenta in panchina come meglio non poteva, espugnando Messina per 1-0. Nelle ultime 4 gare di campionato trova 3 vittorie con clean-sheet: contro i siciliani e poi con Giugliano e Turris. L’unica sconfitta arriva sul campo del Catanzaro per 2-1. Il suo modulo preferito è il 4-3-3, ma nonostante ciò , decide di non snaturare le idee e l’impronta tattica della squadra confermando il collaudato 3-5-2.

Foggia, le cinque rimonte ai playoff e la stagione terminata in finale a Lecco

Con Delio Rossi alla guida, il Foggia chiude quarto con 61 punti, posizione che garantisce quindi l’accesso al secondo turno degli spareggi promozione. “Spero di non andare in vacanza, il lavandino nuovo per la casa al mare può attendere…”. E’ un Rossi disteso e in vena di battute quello che si presenta alla vigilia della prima partita dei playoff contro il Potenza, lasciando quindi intendere la forte intenzione e ambizione di voler arrivare fino in fondo. Fino al quel 18 giugno. Il 14 maggio i tifosi rossoneri assistono solamente alla prima delle 5 incredibili rimonte playoff della propria squadra. Termina 1-1 col Potenza infatti, con il gol di Di Noia all’87’ che vale la qualificazione. Da lì a poco, il ribaltone nel derby contro l’Audace Cerignola, vittoriosa 4-1 all’andata ma superata 3-0 al ritorno nel giro di poco più di 10 minuti.

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Credit: Lega Pro

Poi, le qualificazioni ottenute contro Crotone e Pescara, con le reti allo scadere segnate rispettivamente da Beretta allo Scida e da Rizzo e Markic all’Adriatico. Il grande ex Zeman viene eliminato ai rigori e il Foggia conquista la finale. L’ultimo scoglio è il Lecco, ma l’epilogo non è dei migliori e il lieto fine non arriva. All’andata allo Zaccheria Ogunseye e compagni escono sconfitti per 2-1. Leo la sblocca dopo 7 minuti, poi Pinzauti e Lepore completano la pratica. Tra polemiche arbitrali, tensione, ansia e adrenalina, si arriva 5 giorni dopo al fatidico 18 giugno. 823 i tifosi ospiti presenti al Rigamonti-Ceppi. Oltre un migliaio quelli accorsi, anche dall’estero, a Lecco per sostenere la squadra e festeggiare l’eventuale festa promozione. Anche in questo caso l’iniziale vantaggio, poi però la rimonta bluceleste e il dramma sportivo per i rossoneri che perdono la propria quarta finale playoff. Dopo Paternò, Avellino e Pisa, anche Lecco si aggiunge alla lista. La squadra di Rossi non riesce in un altro miracolo e la promozione svanisce ufficialmente, al termine di una stagione comunque indelebile e per certi versi positiva. La squadra di Foschi spegne sul più bello i sogni di gloria del Foggia, senza però spegnere di certo quell’entusiasmo e tremendo attaccamento alla maglia dei suoi tifosi.