Il ricordo di Cesare Fogliazza non sarà mai in bianco e nero. La sua è stata una vita piena di colori. Un carnevale continuo. Mille persone intorno. Voci, consigli, sorrisi, abbracci. Qualche sfuriata. Pranzi per trattare, cene per festeggiare i colpi. Il suo profumo mischiato al tabacco delle sigarette. E un modo unico di gestire le pubbliche relazioni. Estroverso, sempre. Un brindisi e ancora un sorriso. Quel fare da rockstar che lo ha sempre accompagnato.
La sua tavolozza ha dipinto la storia di una città con il giallo e il blu della sua amata Pergolettese. Insieme, questi colori danno il verde del campo da calcio, la costante di una vita: oltre quarant’anni e ottantacinque finestre di calciomercato. Decine di allenatori, centinaia di giocatori. Tanti partiti dai suoi club e arrivati in Serie A. Lanciò Ardemagni, Cordaz, Padelli e Astori, per citarne alcuni. Pizzighettone, Cremona e Crema le tre tappe del cuore nel suo eterno viaggio da “Pres”.
Ci ha lasciati a settant’anni a causa di un tumore. Fino all’ultimo giorno è stato uomo di calcio. Anche dall’ospedale ha seguito la squadra nella lotta salvezza. E i suoi giocatori, dopo la vittoria contro la Giana Erminio, sono corsi ad abbracciarlo. Sorpresa riuscita. Impossibile nascondere l’emozione per uno come lui, genuino in tutto, dalla gioia alla rabbia, dalle esultanze agli sfoghi. Uomo passionale. Con un’esperienza da vendere e un’infinita cura per il suo club: alla Pergolettese, Cesare era tutto. Letteralmente. Insieme alla moglie Anna Micheli, amministratrice, hanno portato i gialloblù stabilmente tra i professionisti. Fogliazza è stato patron e direttore generale. Ma non solo. Uomo mercato – insieme al ds Gabriele Bolis – e uomo immagine. All’occorrenza… è stato perfino giardiniere: il prato era una sua fissa. I campi del Bertolotti dovevano essere perfetti, curati al millimetro con le migliori macchine. E così anche quello dello Stadio Voltini. Un’attenzione al dettaglio unica nel calcio di provincia.
Era questa la sua idea, la sua visione. Un calcio genuino come lui, gestito in famiglia, “pane e salame” come amava dire. Il suo modus operandi lo ha portato a stringere legami con il mondo intero. Fraterno il rapporto con Ariedo Braida, ex direttore di Milan e Barcellona. Poi Adriano Galliani, Guido Angelozzi, Giuseppe Marotta, Piero Ausilio, Giovanni Carnevali, Andrea Berta, e così via. Un patron di Serie C che ha vissuto una vita da Champions League. A colori accesissimi. L’amore per i suoi giocatori, quasi da secondo padre. Poi il Milan, il suo Milan. Le vittorie e le trasferte in Europa, condivise, da tifoso, proprio con Braida e Galliani. E le missioni speciali: Fogliazza era al loro fianco quando volarono a Kiev per prendere Shevchenko. Una storia su tutte per rendere l’idea.
Con lui, se ne va una persona capace come poche di accogliere e far sentire a proprio agio. Un amico della Casa Di C, che è stata e sarà sempre anche casa sua. Un uomo che ci ha subito aperto le porte del suo regno e ce lo ha raccontato in ogni minimo particolare, con passione e orgoglio. Il suo Pergo ha ottenuto due record di punti consecutivi, con perdite economiche praticamente nulle. Merito di scelte giuste e di un’amministrazione oculata. La capacità di saper soffrire e quella di distendere gli animi. Un sorriso, un po’ di musica e una battuta. La storia a colori di Fogliazza, per tutti Cesare.
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