Dopo l’addio di Di Michele la Turris ha già trovato il suo sostituto. Nuovo cambio in panchina, il quarto in stagione, con Gaetano Fontana che è ufficialmente pronto ad accomodarsi sulla panchina dei campani. Una scelta che lo ha portato nuovamente in Serie C, categoria che conosce benissimo soprattutto nelle vesti da allenatore. Dal Napoli ( da giocatore ) a Juve Stabia e Nocerina: la Campania nel suo destino e ( ora ) le sorti della Turris. Un cammino che si preannuncia difficoltoso, ma che porta con sé grandi responsabilità.
La parola d’ordine è questa, lui che di imprese in Serie C ne ha compiute già tante da allenatore. In Lega Pro, la vecchia C1 quando Fontana ancora calcava i campi di calcio, ha vissuto alcune delle sue migliori stagioni, dando anche il via alla scalata di quel Napoli che oggi lotta per lo scudetto. Quell’azzurro lo ha vissuto per sole due stagioni e dalle parti del Vesuvio le sue giocate se le ricordano bene, tanto che fu uno degli artefici della promozione in Serie B della stagione 2005-2006. Uno dei primi Napoli di Aurelio De Laurentiis, che ogni tifoso azzurro di vecchia data non può dimenticare. Fontana di quell’impresa, di quella Serie C, porta ancora il segno indelebile. Perché una volta che certe emozioni le vivi, non puoi più scollartele di dosso.
Quella con il Napoli non fu l’unica vittoria in Lega Pro, con Fontana che qualche anno prima riuscì a riportare in Serie B anche la squadra che più lo ha visto protagonista: l’Ascoli. In bianconero ha vissuto gran parte delle sue battaglie, con ricordi bellissimi. Due trofei, oltre al riconoscimento più grande: il debutto in Serie A al suo ultimo anno di carriera da calciatore. L’Ascoli non lo ha mai dimenticato, così come lui non ha mai dimenticato l’Ascoli. Un amore indistruttibile, che dura nel tempo.
Non l’unico amore, però. In Serie C sono tante le squadre con le quali ha un legame speciale. Tante le promozioni sfiorate e tanti i bei ricordi tra campo e panchina, con centinaia e centinaia di presenze messe a referto.
Per lui che è nato a Catanzaro è strano dire che il giallorosso non lo abbia vestito poi così tanto. Tanta Serie B nei 4 anni tra i più grandi della squadra della sua città natale, ma poche presenze rispetto a quanto avrebbe voluto. Poi l’addio, una scelta che sembra lo abbia premiato, e mai più il ritorno. Addirittura qualche panchina da allenatore del Cosenza, gli acerrimi rivali ( sportivamente si intende ) di sempre. Il Catanzaro ora potrebbe ritrovarlo da avversario l’1 febbraio, in casa. Lui, però, alle imprese è abituato e in Campania vuole ripetersi, regalando un sogno a tutti i tifosi della Turris chiamato salvezza. Nuova panchina, per cercare di lasciare ancora il segno in Serie C.
A cura di Giuseppe Federici
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