Perugia, ecco Formisano: l’allenatore più giovane d’Italia
La sconfitta nel derby contro l’Arezzo e il -13 dalla vetta sono costati cari a Baldini. Il presidente Massimiliano Santopadre ha sollevato dall’incarico l’allenatore per affidare la squadra ad Alessandro Formisano, promosso dalla Primavera, con la quale aveva vinto il campionato di terza serie.
Idee di un calcio tedesco
Il nuovo incarico alla prima squadra del Perugia fa di Formisano l’allenatore più giovane d’Italia, visti i suoi 33 anni. Dopo aver sfiorato l’esordio nella scorsa stagione in seguito allo 0-5 contro il Cagliari subito dagli umbri, quest’anno potrà dire la sua anche tra i grandi. La sua carriera da allenatore inizia nel 2015, nel settore giovanile della Casertana, poi sette anni di Benevento e la chiamata di Jacopo Giugliarelli, Responsabile tecnico del settore giovanile del Perugia. “Una scelta che rifarei cento volte” aveva dichiarato Formisano a Umbria24.it qualche anno fa: “Ho viaggiato e studiato, prediligo il calcio tedesco, ripetere sempre gli stessi esercizi o movimenti non aiuta il calciatore ad esprimersi al meglio. Credo nell’autonomia della giocata, nel lasciare al calciatore la libertà di interpretare il momento e decidere”. E sarà così anche alla guida del Perugia. Una scelta interna dettata magari da motivi economici, ma anche dall’empatia (uno dei suoi punti di forza) che Formisano è in grado di saper offrire ai suoi ragazzi. Giunti e Seghetti, giocatori che allenava fino a poco tempo fa, sapranno sicuramente aiutarlo in questo fondamentale.
Formisano e il Perugia che verrà…
Formisano crede nella libertà delle giocate e preferisce non soffocare i suoi giocatori con schemi ripetitivi che potrebbero atrofizzare la fantasia di ognuno di loro. Predilige un calcio propositivo e si adatta facilmente alle caratteristiche dei suoi giocatori. Con il suo arrivo, potrebbero esserci diversi cambiamenti tattici, a partire da una difesa a tre per poter giocare con il 3-4-1-2 o con il 3-5-2. “Perugia mi sta offrendo la possibilità di far conoscere il mio calcio, i miei allenamenti”, dichiarava Formisano. Tre anni più tardi, il concetto è più vero che mai.