Vicenza Avellino, il doppio ex Colomba: “Sarà una partita accanita in campo e fuori”
Alla vigilia della semifinale di ritorno, in programma al Menti, ai nostri microfoni ha parlato il doppio ex, che vanta oltre 200 panchine in Serie A.
Tutto pronto per la gara di ritorno tra Vicenza e Avellino. Al Menti, in 90′, ci si gioca la possibilità di approdare nell’ultimo atto dei playoff 2023/24. Si riparte dallo 0-0 del Partenio Lombardi, maturato al termine di una partita in cui i campani sono andati più volte vicini al successo.
Il Vicenza di Vecchi, ancora una volta, però si è dimostrata una squadra capace di soffrire e di portare a casa un risultato positivo. Per i veneti si tratta del 21esimo di fila. Un filotto eccezionale, partito dopo la sconfitta col Lumezzane del 20 gennaio. Una serie incredibile che i biancorossi sperano di allungare ulteriormente.
Dall’altra parte, come detto, la squadra di Pazienza che ha disputato un’ottima gara d’andata e ai punti, come si direbbe in un incontro di pugilato, avrebbe sicuramente meritato il successo. I biancoverdi hanno dimostrato grande facilità nel costruire diverse occasioni da rete. Una caratteristica ben visibile anche nel corso dell’intera stagione, specie in trasferta. Nel girone C la squadra campana ha infatti registrato il miglior rendimento lontano dal proprio pubblico con ben 30 gol all’attivo – miglior attacco esterno.
A proposito di questa attesissima sfida, ai nostri microfoni, è intervenuto Franco Colomba, doppio ex della partita. L’allenatore di Grosseto, con all’attivo oltre 200 panchine nella massima serie del campionato italiano, si è soffermato su questo confronto tra attualità e ricordi delle esperienze vissute nelle due piazze.
Colomba: “L’Avellino non ha permesso al Vicenza di esprimersi”
L’allenatore toscano sta seguendo attentamente i playoff ed ha ovviamente visto la gara d’andata: “Considerando la forza del Vicenza e il campionato importante che ha fatto, mi aspettavo una partita diversa. L’Avellino mi ha sorpreso tanto per la capacità di aggredire alto e di concedere poco. Non ha permesso alla squadra di Vecchi di esprimersi come al suo solito. Credo – ha aggiunto – abbia avuto davvero diverse chances per portarla a casa e avrebbe meritato di farlo. Se dovesse ripetere la stessa prestazione al ritorno potrebbe avere la meglio“.
Attenzione, però, al fattore “casa” che per Colomba può essere l’aspetto decisivo: “All’andata l’Avellino ha fatto una grande partita anche perché il Partenio gli ha offerto un grande sostegno. Quando la squadra gioca in maniera offensiva quello stadio rappresenta sempre un fattore. Lo stesso potrebbe accadere all’inverso nella gara di ritorno. Conosco bene il Menti. C’è un calore tipico da stadio del sud e quindi non sarà semplice per l’Avellino. Mi aspetto una partita accanita tra entrambe le tifoserie, oltre che in campo“.
“Avellino? Anni stupendi in campo. Da allenatore mi resta un nodo in gola”
Non solo attualità. Nella chiacchierata con Colomba, come detto, spazio anche ai ricordi e alle emozioni vissute nelle due piazze. Ad Avellino, Franco ha vissuto innanzitutto una parentesi importante da calciatore tra il 1983 e il 1988: “Sono stati anni stupendi. Erano anni di Serie A. Certo il più delle volte l’obiettivo era la salvezza però poi abbiamo anche avuto delle opportunità per giocarci le coppe europee. Si è trattato di un quinquennio pieno di soddisfazioni. Si è concluso con la retrocessione ma anche quel momento lo ricordo con grande orgoglio perché abbiamo lottato fino alla fine. Semplicemente era destino che finisse così“.
Dal campo alla panchina. Circa vent’anni dopo, nel 2005/06, Colomba tornò ad Avellino, quando la squadra era in B, in veste di allenatore. Un’avventura con qualche rammarico in più: “Di quell’esperienza ho ancora un nodo in gola” – ha affermato l’allenatore toscano. “Ricordo l’ultima di campionato proprio contro il Vicenza, in cui ci guadagnammo i playoff. Non riuscimmo, però, a giocare la gara d’andata degli spareggi al Partenio per un’invasione di campo avvenuta durante il campionato e questo non mi è mai andato giù, sapendo quello che il Partenio può dare. Al ritorno vincemmo ma ciò non bastò“.
“Vicenza mi ha aperto le porte della Serie A”
La carriera da allenatore ad altissimi livelli da parte di Franco Colomba è partita, però, proprio da Vicenza. Un’altra esperienza che il nativo di Grosseto non dimentica: “Arrivai alla fine del ciclo Guidolin, che fu ricco di soddisfazioni, e la squadra aveva espresso tutto il proprio potenziale già nell’ultimo anno. Il ciclo era sostanzialmente finito. Il gruppo di calciatori presente che tanto aveva fatto bene, si era probabilmente consumato. Io ho fatto solo il girone d’andata. La squadra era in lotta per non retrocedere e alla fine concluse il campionato retrocedendo. C’era un percorso che era già ultimato ma non se ne era accorto nessuno“.
“Nonostante il risultato sul campo, però, – ha sottolineato Colomba – è stata comunque una bella esperienza. Il primo primo anno di Serie A, che poi mi ha aperto le porte per una lunga parentesi con la Reggina“.
“Vecchi ha la giusta maturità, Pazienza è uno equilibrato”
Dalle sue avventure personali nelle due piazze la chiacchierata si è spostata alle attuali guide delle due squadre. Su Vecchi questo è il pensiero di Colomba: “Ormai ha la maturità per capire cosa fare quando si subentra. Sa quello che c’è bisogno di fare per cui la rimonta è stata bella ed ora si gioca questa chances contro una squadra, l’Avellino, che però mi ha impressionato tanto e per cui propende il mio cuore“.
Ad allenare la sua “squadra del cuore”, c’è Michele Pazienza, sul quale, Colomba ha detto: “Lo reputo un ragazzo maturo. Non è un improvvisato, non si lascia andare ad euforia o a depressione. Un allenatore equilibrato. A volte può sembrare troppo pacato però se è riuscito a portare la squadra fino a questo punto, da seconda in classifica e con la chance di giocarsela anche in quest’ultima gara, vuol dire che è un allenatore pronto per la Serie B. Questo il mio augurio per lui“.
“La voglia di allenare non mi è mai passata”
Tra ricordi e attualità non è mancato un riferimento al futuro, che Franco spera possa essere ancora in panchina – opportunità che manca dal lontano 2016: “La voglia di allenare non l’ho mai persa. Il calcio però è strano. Negli ultimi anni avere un curriculm di un certo tipo sembra quasi un aspetto negativo“.
“Negli ultimi anni, tranne qualche offerta rifiutata da me, non ho trovato grandi estimatori” – ha aggiunto. “Evidentemente è cambiato qualcosa. Vedremo in futuro. Non si sa mai. La voglia c’è sempre“.