Il sushi con Chiesa e l’amicizia con Zaniolo, ora la Serie A col Frosinone: chi è Giuseppe Caso
Spesso cercare una causa concreta in quello che accade non è semplice. L’esterno del Frosinone Giuseppe Caso ne è dimostrazione. Lui, che il “Caso” non riesce proprio a scollarselo di dosso fino a ritrovarlo sulla propria carta di identità. Caso di nome, ma non di fatto. Come la promozione della sua squadra, sotto la guida di Fabio Grosso, che arriva dopo una stagione che l’ha vista sempre in vetta alla classifica di Serie B. E l’apporto del classe 1998 è di quelli che non passa inosservato. Il Frosinone raggiunge la Serie A anche grazie al “Caso“.
Dal sushi con Chiesa in maglia viola alla promozione con il Frosinone: gli aneddoti di Giuseppe Caso
Aristotele sostiene che gli avvenimenti trovino la loro fonte in diverse cause scatenanti. Una di queste è il caso. Per conferme chiedere a Fabio Grosso, allenatore del Frosinone. I ciociari, con la vittoria contro la Reggina, raggiungono l’ambita promozione in Serie A. La giusta ricompensa dopo una stagione trascorsa quasi sempre al vertice della classifica. I numeri parlano da soli. 71 punti, 21 vittorie e record di gol segnati: 54. Otto dei quali realizzati per frutto del “Caso“. No, nessun destino o allineamento di pianeti. L’artefice è l’esterno gialloblù Giuseppe Caso. Un nome una sicurezza. Ne è consapevole anche l’allenatore che in lui trova una risorsa molto importante. Le 32 presenze in stagione ne sono la testimonianza. Giuseppe Caso che con il suo trascorso tra le file della Fiorentina e del Genoa può vantare l’aver già assaporato il calcio della Serie A.
Il ragazzo, nativo di Torre Annunziata, cresce nel settore giovanile della Fiorentina. Giuseppe ha 8 anni quando, dopo un torneo a Sarzana, riceve la notizia che sarebbe entrato nel vivaio dei viola. La segnalazione del giovane arriva da uno degli osservatori del club. Uno scout che qualche anno prima porta a Firenze un altro giocatore dal futuro brillante: Federico Bernardeschi. Non una scoperta come tante altre. Forse la più importante perché l’ex Juventus è anche suo figlio. Inizia così l’avventura di Giuseppe. Per “Caso“.
Gli anni in maglia viola sono importanti per la crescita tecnica e umana di Giuseppe. E’ l’occasione per stringere nuove amicizie e nuovi legami che torneranno in futuro. Un nome su tutti è quello di Federico Chiesa. Con l’esterno della nazionale stringe un’amicizia importante. Nasce un rapporto vero, sincero che esula anche dal calcio, ma che trova in campo il suo collante. Come accade in occasione di una partita a Chiavari. Le condizioni meteo avverse rendono il campo pesante. Federico e Giuseppe vengono schierati titolari da sotto età con la formazione Primavera. Anche questa volta il “Caso” fa il suo corso. 2 gol dell’ex Cosenza e uno dello juventino. Quest’ultimo definito “strepitoso” dallo stesso Caso. Tre gol, titolari in Primavera nonostante non abbiano l’età: bisogna festeggiare. Come? Andando a mangiare sushi. Una passione che i due condividono e cercano di soddisfare ogni volta che si incontrano.
Il debutto in Serie A con il Genoa, Pandev, Strootman e l’ammirazione per Tevez
Storie di amicizia, di affetto e di calcio che culminano, come detto, sul campo. L’evento è il match di Serie A Genoa-Juventus. Nel secondo tempo Maran, allenatore dei rossoblu si gira verso la panchina e incrocia lo sguardo di Caso. Lo indica, lo chiama e lo lancia nella mischia del Marassi. Spalti gremiti, gambe tremanti e una scia di ricordi ed immagini che passano davanti agli occhi del ragazzo. Giuseppe Caso fa il suo esordio in massima serie. Dall’altra parte, con la maglia bianconera c’è l’amico di sempre Federico. Al termine della gara il pensiero è solo uno: scambiare la maglia con Chiesa. Istantanee di uno sport che va oltre il gesto tecnico. Una soddisfazione e un’emozione da raccontare come il dribbling ai danni di Dybala alla prima palla toccata dal ragazzo.
Tutto questo è possibile grazie a quanto imparato a Firenze dove vive per la prima volta l’ambiente di una prima squadra. Lui, che fino a quel momento osserva i suoi idoli viola da bordo campo raccogliendo palloni. Campioni che accompagnerà fino in campo anche in occasione di un match europeo. Fiorentina – Lione, stadio “Franchi“, le squadre escono da tunnel e a guidare la fila dei viola c’è capitan Dainelli. Con lui un giovane ragazzino del settore giovanile. Un Giuseppe Caso che preso dall’emozione non riesce a smettere di guardare e ammirare il giocatore più rappresentativo di quella partita: Karim Benzema.
A 18 anni è ora di lasciare Firenze. Saluta l’amico Castrovilli e si trasferisce a Genova. Individuare i punti di riferimento è semplice. Strootman e Pandev non hanno rivali. Il macedone è capace di mettere a suo agio il ragazzo come nessuno prima. Le sue caratteristiche tecniche impressionano l’allenatore Maran. Il ragazzo ha strappo, velocità, rapidità palla al piede, sa tirare e vede il compagno con facilità. L’ammirazione per Carlitos Tevez giustifica il tutto.
Fra una partita di Fifa e l’esordio in Serie C Caso arriva anche in nazionale passando da Cosenza
Gli anni di formazione e consolidazione in Liguria sono il trampolino di lancio verso un carriera tutta da scrivere. Viaggio nel calcio professionistico, che, però, inizia con l’esordio in Lega Pro nel 2018-219 quando ancora il suo cartellino appartiene alla Fiorentina. La squadra a puntare su di lui è il Cuneo. Tra una partita di FIFA con Santacroce e un match di campionato l’allenatore lo schiera 28 volte in stagione. La stagione seguente arriva ad Arezzo dove colleziona 26 presenze, un gol e 6 assist.
Arriva, dunque, a Genoa che dopo l’aggregazione alla prima squadra e l’esordio in A lo gira in prestito al Cosenza. In Calabria ha il suo primo exploit. Occhiuzzi, Zaffaroni ed infine Bisoli si alternano sulla panchina rossoblu. Nessuno rinuncia al talento e alla grinta del ragazzo. 39 presenze stagionali e 5 gol ripagano la fiducia degli allenatori. Il suo nome compare anche sul taccuino del CT Mancini che lo chiama per lo stage in azzurro.
A Frosinone per convincere Grosso e conquistare la Serie A
Nel passata sessione estiva di calciomercato arriva a Frosinone. La squadra ha un solo obiettivo: la promozione in Serie A. E non per caso. Anzi con “Caso”. Sì, perché l’ex Genoa diventa il jolly di Fabio Grosso. Può giocare su entrambe le fasce, come mezzala o anche come prima punta se gli amici Mulattieri e Moro non sono disponibili. Duttilità. Il “Caso” vuole così. Il merito è anche di capitan Lucioni. Giocatore al quale Giuseppe si affida in tutto e per tutto. Esperienza al servizio dei più giovani. Se c’è bisogno di sostegno l’ex Lecce è pronto a spronare tutti. Senza distinzioni.
L’allenatore? A lui va il ringraziamento più grande. Caso sfrutta tutte le opportunità che il campione del mondo gli dà. Al meglio e sempre fino allo stremo delle forze. Grosso se ne accorge e ripaga con un abbraccio che vale più di un gol. Gli stessi abbracci che il calciatore campano scambia da sempre con il suo amico Niccolò Zaniolo ogni volta che si incontrano. I due crescono insieme e affinano un legame di amicizia duraturo. O i medesimi scambi di affetti e gioia che oggi può avere con chi lo sostiene da sempre: la sua famiglia. Sempre presente soprattutto quando il calcio gli regala qualche sofferenza di troppo.
Oggi è tempo di festeggiare anche con il Frosinone. Con i compagni e con l’allenatore. La vittoria con la Reggina apre la strada verso la Serie A. Questa volta è proprio frutto anche del “Caso“.
A cura di Alvise Gualtieri