I social costituiscono una via parallela a quella che è la vita quotidiana. Una foto per ogni momento da ricordare e fermare nel tempo nel corso dei giorni. Ecco, guardando il profilo Instagram di Gabriele Bellodi è possibile veder crescere la realizzazione di un sogno. Oggi il difensore indossa la maglia dell’Olbia e contro il Pontedera ha segnato anche la seconda rete di questa Serie C, ma già a dodici anni Gabriele condivideva a tutti il suo percorso con il Milan. Passo dopo passo. Diventando il protagonista di un sogno che tutti i bambini hanno nel cassetto. Un filo di Arianna che conduce direttamente alle porte di San Siro.
10 settembre 2013. Prima foto, ovviamente con la sua maglia del cuore. Fascia al braccio e colletto bianco, a 13 anni Gabriele Bellodi era già un giocatore del Milan. Seguendo le orme del padre Mirko. Soltanto che a differenza del padre lui non decise di giocare in porta, ma in difesa. Partite contro l’Ajax, contro il Benfica, passano i giorni, cresce il soggetto. E pensare che già in quegli anni Bellodi si trovava a marcare giovani giocatori come Moise Kean. Ma su tutte, c’è una foto che risalta agli occhi di chi si trova ad osservare la crescita del ragazzo. 20 dicembre 2013. Gabriele era sugli spalti di San Siro e osservava, alla sua sinistra, quella curva dipinta di rossonero. Foto con il cellulare e post pubblicato sul suo profilo. Con il fascino negli occhi di vedere i suoi colori riempire il settore. Come avrebbe reagito se qualcuno, nell’esatto momento in cui il ragazzo scattava la foto, gli avesse bussato sulla spalla dicendogli che un giorno quella curva l’avrebbe vista dal campo? Ma questo Gabriele non poteva ancora saperlo.
Scorre il dito sullo schermo, cambia l’età di Gabriele Bellodi. Il filo conduttore però rimane soltanto uno: il rossonero. Perché alle foto con la maglia del Milan si aggiungono quelle con la tuta della Nazionale. Un ragazzino che insegue il proprio sogno, con una fascia da capitano al braccio ed una palla tra i piedi. Il campo condiviso con Raoul Bellanova e Plizzari. Arrivando fino alla Primavera. Bellodi era uno dei ragazzi che ce l’avevano fatta, riuscendo a vivere praticamente tutto il settore giovanile sul campo di Milanello. E allora ecco che cominciarono ad arrivare i primi risultati. “Devi sapere che puoi vincere. Devi pensare che puoi vincere” scriveva il ragazzo come didascalia. E Gabriele vinse, guadagnandosi la chiamata di Gattuso per la tournee negli Usa con la prima squadra del Milan. Le altre partecipanti? Il Barcellona di Messi ed il Manchester United. Gli allenamenti con Daniel Maldini, la foto con Ibrahimovic e i segreti rubati a Leonardo Bonucci. Ma non sarà l’ultimo ritiro con il Milan. Bellodi infatti, nel 2020, si prese anche la fiducia di Stefano Pioli. L’allenatore, dopo il ritiro precampionato, lo fece anche giocare in un’amichevole contro il Monza. Sotto quella curva che anni prima osservava affascinato. Non era più un sogno. Il prato di San Siro era sotto le sue scarpette.
Quante emozioni passarono per la testa di Gabriele Bellodi dopo quell’amichevole? Contarle sarebbe impossibile, ma se il bambino che scattava la foto alla curva rossonera avesse visto quella scena non ci avrebbe creduto. Da quella sera Bellodi salutò San Siro. Era arrivato il momento di giocare lontano da uno spogliatoio che lo aveva visto crescere, sotto tutti i punti di vista. E Bellodi scrisse il primo capitolo con l’Olbia, in Serie C. 31 presenze, tutte da titolare, così saltò dalla C alla B, indossando la maglia del Crotone. Allo Scida il ragazzo raggiunse la promozione in Serie A, ma lo spazio a sua disposizione non fu molto. Tornò in Serie C, questa volta ad Alessandria, prendendosi un’altra promozione e portando la squadra in B sotto la guida di Moreno Longo. Altro giro, altra corsa. Oggi Bellodi veste di nuovo la maglia dell’Olbia. Nel secondo capitolo ha già segnato due reti, l’ultima nella sfida infinita contro il Pontedera persa per 5-4. Da quel 10 settembre del 2013 di tempo ne è passato. Gabriele Bellodi è diventato il protagonista di un sogno che hanno tutti i bambini nel cassetto. Da San Siro ad Olbia. Continuando a tessere il suo filo di Arianna.
A cura di Jacopo Morelli
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