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Galuppini e la maturità raggiunta a Renate

Raccontare di Galuppini e del Renate significa parlare di un ragazzo diventato uomo. Vuol dire narrare di un incontro che ha cambiato il futuro di entrambi. Un incontro in cui si è camminato e si è cresciuti insieme. Perché ci sono mondi destinati solamente a toccarsi, altri a non vedersi mai, e altri ancora a incontrarsi, piacersi, cambiarsi. E ci sono luoghi in cui passiamo senza accorgercene e altri, invece, che sentiremo per sempre nostri. Alcuni di cui non c’è traccia nella memoria e altri a cui, invece, si lega in modo indissolubile un ricordo, un momento della vita. E per Francesco Galuppini Renate rappresenta il luogo della totale maturità. Perché il piccolo paese brianzolo la vita dell’attaccante un po’ l’ha cambiata. Il rapporto con Renate è stato come quella storia d’amore seria e profonda. Quella storia che arriva dopo le tante scintille. E le scintille, lo si sa, sono belle, entusiasmanti, ma spesso anche fugaci, istantanee. La storia d’amore, invece, è fatta di piccoli passi, di un cammino fatto nel tempo. Un cammino che sa di continuità, di solidità, di maturità.

E Galuppini ci ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni di questo sua storia d’amore con il Renate. E non solo.

La Sampdoria e quel ragazzo da Barcellona

Renate è stato il culmine di un percorso fatto di momenti di gioia e di difficoltà, di porte sbattute in faccia e di chiamate. Un percorso di crescita che è passato e ha conosciuto gran parte delle sfumature del mondo del calcio, da quello dilettantistico a quello dei professionisti. La prima tappa di questo percorso è Genova, sponda blucerchiata: “Dopo gli anni nel settore giovanile del Lumezzane, mi chiama la Sampdoria, dove faccio un anno di Allievi e uno di Primavera”. Nel gennaio dell’anno di Primavera arriva da Barcellona un nuovo compagno. Ruolo: attaccante. Nome: Mauro Icardi. “Abbiamo giocato poco assieme, solo alcuni mesi, ma si vedeva che aveva grandi qualità”. Dopo altri sei mesi nella Primavera del Chievo Verona, Galuppini torna a Lumezzane dove inizia la sua carriera con “i grandi”.

Andate e ritorni, il passato di Galuppini prima di Renate

A Lumezzane il primo anno divide lo spogliatoio con Aimo Diana, che giocherà poi un ruolo fondamentale per la sua crescita. Ma questo lo vedremo tra poco. L’impatto con la prima squadra non è dei facili: “Al tempo c’erano grandi giocatori. Da Lumezzane sono passati Inglese, Italiano, Baraye, Torregrossa, Marcolini. Trovare spazio non è stato semplice. Questo fino all’anno in cui Marcolini da giocatore diventò allenatore e mi diede molta fiducia, mettendomi in attacco con Ernesto (Torregrossa) nel suo 3-5-2. E in quel momento iniziò il mio percorso nella “vera” Serie C”. Dopo gli anni complicati a Vicenza e Feralpi, Galuppini scende in Serie D e si trova a fare i conti con un universo e delle dinamiche diverse rispetto a quelle proprie del professionismo.

La Serie D, spiega Francesco, coincide, soprattutto se si scende dalla C, con domande e paure: “Il timore che il calcio possa non essere più il tuo futuro sorge. Il pericolo di sbagliare un anno e perdere il contatto con il mondo dei professionisti c’è”. Così non è stato, però, per Galuppini, che in Serie D fa due grandi stagioni, prima a Piacenza, vincendo il campionato, e poi al Cliverghe, dove nella stagione 2016-17 segna 28 gol. Stagioni che valgono la chiamata di Faggiano a Parma, dove, tra l’altro, ritrova Inglese. A Parma ci sta solo i ritiri estivi, sia nell’anno di B che in quello di A, ma impara tanto: “Quei momenti mi hanno lasciato tanto sia a livello calcistico che a livello umano. Allenarmi con quei giocatori, respirare quell’atmosfera, vivere quella realtà è stato qualcosa di davvero importante”. In questi anni va in prestito in Serie C, vestendo le maglie di Modena, Cuneo e Ravenna, dove inizia a trovare fiducia e prestazioni.

Renate, l’oasi felice di Galuppini

Ravenna-Renate. Galuppini è fuori per infortunio. Prima della partita incontra un suo vecchio compagno, Aimo Diana, in quel momento allenatore del Renate: “Ti voglio con me. Sei perfetto per la mia idea di calcio. Sei solo al 30% del tuo reale potenziale”. E nell’estate del 2019 la chiamata arriva davvero. Serve poco per mettersi d’accordo. La storia tra Galuppini e il Renate ha inizio. Sotto la guida di Diana, trova quella continuità di prestazioni e gol che fino ad allora gli erano mancati. E, insieme, Galuppini e il Renate si dimostrano essere non solo delle belle sorprese, ma solide certezze.

Renate diventa una sorta di oasi felice, e questo grazie all’ambiente che è presente: “La base essenziale è composta certamente dalla società, che si è dimostrata fin da subito ambiziosa e presente, e da capitan Anghileri. Ti fanno capire, vivere e percepire cosa sia Renate e il Renate e cosa voglia dire giocare per questa maglia. Lavoro, professionalità e tranquillità. Questi sono i valori che riescono a trasmettere a chiunque arrivi”. Un ambiente grazie al quale Galuppini ha trovato la sua piena e totale maturità. A dimostrarlo non solo gli anni passati, ma anche la stagione appena iniziata, con l’attaccante già a quota 5 gol, come ci tiene a precisare: “Anche se dicono 4, i gol sono 5, stanno cercando di rubarmene uno contro la Pro Sesto, ma la rete è mia (ride ndr)”. Con le ultime uscite, le reti sono passate da 5 a 9 anche grazie alla tripletta che ha consegnato la vittoria al suo Renate contro il Lecco. Il successo in rimonta catapulta il club al terzo posto e l’attaccante in cima alla classifica capocannonieri. La strada è tracciata, nel segno della continuità e di una piena maturità. Una maturità conquistata negli anni, frutto di un percorso, vivendo e confrontandosi con tutte le categorie e con le diverse realtà. E Renate ne rappresenta il culmine.

Tra la chitarra e il fantacalcio, sognando la B con il Renate

Un futuro a ritmo di musica. O meglio, a ritmo di chitarra: “Ho iniziato a suonarla durante il lockdown. Ora sono fermo da un po’, ma penso che riprenderò presto”. L’altra passione è quella del fantacalcio: “Ne faccio due. In uno ho puntato tutto su Dzeko, e per ora sta andando bene. Nell’altro è un disastro (ride ndr)”. E per il fantacalcio non poteva che seguire Pazzi di Fanta: “Lo seguo sempre”.

E poi, lì sullo sfondo, c’è il sogno della Serie B. Un sogno da raggiungere, magari proprio con la sua oasi felice, il Renate.

Perché come dice Galuppini: “L’ambizione e gli obiettivi ci devono sempre essere. Senza sarebbe inutile giocare”.

 

A cura di Nicolò Franceschin

 

Redazione

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