“Buon maestro è chi avrà generato un discepolo capace di superarlo” sosteneva Giovanni Barraco. Parole di un grande autore, che Alessandro Gamberini potrebbe far sicuramente proprie all’alba di una nuova esperienza da vice: da Luigi Fresco a Ivan Javorcic, dalla Virtus Verona al Venezia. Un’altra avventura alle porte per continuare a imparare.
Dalla Serie C alla Serie B per formarsi. Perché ora, per l’allievo speciale, è ancora tempo di studiare. Portandosi dietro un bagaglio arricchito dall’esperienza appena mandata in archivio e da continuare a riempire con tutto ciò che si appresta ad apprendere.
E Gamberini non dimentica il suo primo maestro, in attesa di lavorare con il prossimo. La gratitudine è pressoché tangibile nelle sue dichiarazioni rilasciate nel corso di un’intervista al quotidiano ‘L’Arena’: “Chiuso il secondo anno alla Virtus avevo il desiderio di provare ad andare con le mie gambe. Mi sono consigliato come ho sempre fatto con Fresco perché lo ritengo un mentore. Lo ritengo importante tanto quanto lo è stato Mazzone quando ho iniziato la mia carriera da calciatore. È stato come un papà. I due anni alla Virtus sono stati determinanti. Ho lavorato in un ambiente che rappresenta una scuola. Poi è arrivata una chiamata inaspettata…”
Dall’altra parte del telefono, Ivan Javorcic, fresco vincitore del girone A di Serie C con il Südtirol: “Mi ha parlato di istinto, di personalità, di quello che gli ho trasmesso quando ci siamo incontrati sul campo, soprattutto a Verona”. Un percorso di ‘studi’ quello di Gamberini dal campo ai libri: “Può aver influito il fatto che ho tentato di affrontare territori che non sono abituali nel nostro lavoro, come ho raccontato anche nella mia tesi”.
La prossima tappa si chiama Venezia: “E’ una società importante e ambiziosa. Parto con una grandissima motivazione e curiosità enorme. Stare al fianco di Ivan mi riempie di orgoglio e mi dà la possibilità di inserirmi nella metodologia di un allenatore che quest’anno ha fatto una cosa incredibile. Un allenatore che, tra gli emergenti, è il profilo più forte”.
Bologna la sua culla, di vita e da calciatore, il Veneto nel destino. Dopo aver indossato la maglia dell’Hellas in Serie B nella stagione 2002/2023 agli ordini (per restare in tema di maestri) di un certo Alberto Malesani, Gamberini è diventato un pilastro della Fiorentina totalizzando 224 delle sue 325 partite da professionista (in Viola pure 6 gol e un assist). Poi il Napoli e il Genoa, in un percorso impreziosito dalle apparizioni nei palcoscenici internazionali più prestigiosi per un club: dall’Europa League alla Champions League.
Centrale vecchio stampo, Gamberini, in quel famoso bagaglio di esperienze in cui ora sta infilando pure quelle di vice allenatore, custodisce gelosamente anche l’Europeo Under 21 vinto nel 2004, con Claudio Gentile in panchina, e le 8 presenze in Nazionale in tandem con Daniele Bonera e Nicola Legrottaglie e Giorgio Chiellini. Tanta strada alle spalle, ancora molta da percorrere. Passo dopo passo, ma con la fame che non è mai cambiata.
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