Davanti agli occhi il mare che luccica, dietro le dolci colline che coccolano gli stretti vicoli della città. Genova è questa. Dolce come la melodia di un violino. Uno strumento che accompagna le camminate fra i caruggi sin dalla fine del Settecento quando a risuonare erano le note di Paganini. Oggi il violinista è Alberto Gilardino. Lui, che con quello strumento fa cantare generazioni di tifosi genoani e non solo. Il Genoa è tornato in Serie A. Una sinfonia quella di “Gila” che inizia a prendere forma nelle serie minori.
Si tramanda che Paganini, celebre violinista, fosse una sorta di “enfant prodige”. A 12 anni suona già nelle chiese della sua città: Genova. Il violino è lo strumento perfetto. Capace di creare un’atmosfera unica, quasi eterea al risuonare delle sue note. Ma anche capace di aizzare le folle. Persino la curva di uno stadio. Per conferme chiedere ai tifosi di Genova, Fiorentina, Palermo, Milan e Parma. I sostenitori di queste squadre risponderanno con un nome: Alberto Gilardino. Lui, che con quel violino è capace di far piangere di gioia una nazione intera in una notte afosa del luglio 2006. Lui, che con quel violino vince Scudetti, Coppe Italia, Mondiali e si guadagna promozioni in Serie A.
Il Gilardino calciatore non ha segreti. Fiuto del gol come pochi nella storia e una foga agonistica da insegnare nelle scuole calcio. Come dice lo stesso Gila: “Prima o poi si arriva a un punto dove non ci stai più dietro”. L’addio al calcio di Gilardino arriva dopo una carriera trionfale. Ricca di vittorie e colori. Dal viola al rossonero fino al rossoblù. Quello del Genoa. Club con il quale il violino torna a suonare anche da bordo campo. L’ex attaccante, oggi allenatore, è capace di ricreare una dolce armonia sinfonica anche dalla panchina. Sempre allo stadio Marassi. La sua “arena”. Il suo “teatro”. Oggi, con la conquista della promozione in Serie A non è più il banale “turnista” chiamato a dicembre per rimpiazzare il titolare del palco Blessin.
E’ il primo direttore di un’ orchestra coesa, affiatata e sempre intonata. E il risultato è una lunghissima “tournée” lungo la Penisola che vede il Genoa ritornare dove le compete. Lo spartito scritto dall’allenatore sembra un’opera del maestro Paganini. Preciso, meticoloso, e mai scontato. L’arrivo a gennaio di Haps dal Venezia e il ritorno di capitan Criscito sono le note principali della melodia. Matturro quella vena di improvvisazione che non deve mai mancare a un artista.
Un’orchestra perfetta merita una location di spicco. Quella del Genoa è lo stadio “Marassi“. Che diventa presto il luogo nel quale mettere in scena la più bella delle opere. Il merito è dei “musicisti” situati nelle retrovie. I difensori. Il reparto arretrato rossoblù riesce a blindare la porta. Da quando il “maestro” Gilardino mette piede sulla panchina dello stadio di Genova la squadra subisce un solo gol. Di sconfitte non se ne parla. Gila è un vincente da sempre. Come i suoi modelli Lippi e Ancelotti. 20 gare senza perdere ne sono la dimostrazione. La matematica è da sempre la base della musica, vale anche per la “Gilardino Orchestra”. 48 punti totali in 21 partite con l’ex Parma in panchina. Corrispondente ad una media di 2.28 punti a partita. “Musica maestro!”.
Grande campione non è certificato di garanzia di buon allenatore. Il primo ad esserne consapevole è proprio Alberto Gilardino. Il campione del mondo non ha paura della gavetta. Quando decide di lasciare il calcio giocato ha le idee chiare. Il suo violino non deve smettere di suonare. Ecco perché decide di intraprendere la carriera da allenatore. “Ho capito che voglio fare questo mestiere”. Un percorso nuovo, ricco di insidie, ma che Gilardino affronta come una partita. A testa alta ed affamato. Oggi più che mai è lui il vero artefice del proprio destino. La squadra non dipende più dai suoi gol, dipende dalle sue idee. Dalle sue intuizioni. Lo sanno a Rezzano dove inizia questa nuova avventura. In Serie D.
Prima come secondo di Luca Prina, già suo allenatore alla Biellese. Poi sostituendo lo stesso Prina. Con Gilardino in panchina la squadra chiude la stagione 2018-2019 al quarto posto conquistando i playoff per salire in Lega Pro. La Pro Sesto avrà la meglio in semifinale. Gilardino però ha una marcia in più. Riesce a mettere le note sempre al posto giusto e se ne accorge la Pro Vercelli. I piemontesi affidano all’ex Bologna l’incarico di guidare la squadra in Lega Pro. E’ la stagione 2020-2021. E’ ancora quarta posizione. Gilardino saluta.
Riparte dai dilettanti. La squadra? Il Siena. In bianconero il violino di Gilardino si accorda e si scorda ad intermittenza. Conduce la squadra in Serie C poi a metà della stagione in terza serie viene esonerato. La sua tenacia, la sua caparbietà e l’umiltà convincono la società a richamarlo. Chiude la stagione al quinto posto. I toscani giocano i playoff e provano l’ebrezza del sogno Serie B. Infranto dal Trastevere.
Gila non molla. E’ un artista e non può che insistere nell’inseguire il suo sogno. Ha ancora molto da raccontare. E non c’è soluzione migliore che tornare dove si è stati sempre bene. Nel suo caso a Genova. Allenerà la Primavera del Grifone. “Sono arrivato qui con voglia, determinazione, stimoli ed entusiasmo per allenare questi ragazzi. Ho accettato senza pensarci perché penso sia il completamento di un percorso, con la voglia di crescere ancora“. Idee chiare e tanta concretezza. La nuova melodia del Genoa, intitolata “Serie B“, trova le sue bozze nel settore giovanile. E oggi risuona in tutte le strade della città. Nessuno può sapere quanto durerà. Il direttore Gilardino si inchina al popolo genoano e si gode l’applauso scrosciante. “Ora ci godiamo la serie A. Blazquez ha detto più volte che si ripartirà con Gila? Contento delle sue parole, ora festeggiamo poi avremo modo di parlare e organizzare”.
Tutti in piedi all’arena del Marassi, ma non chiedete il bis perché “Gilardino non ripete“.
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