L’esordio in Serie A, l’amicizia con Raspadori e il paragone con Tonali: Ghion vuole sognare con il Catanzaro
Trovare una dimensione. Una frase che potrebbe sembrare retorica, ma nel calcio è alla base di qualsiasi prestazione. In uno sport in cui tutto cambia velocemente, alle volte per un giocatore non è semplice trovare la piazza in cui dimostrare le proprie qualità. Andrea Ghion questo lo sa e dopo aver giocato in Serie A con il Sassuolo di De Zerbi ha viaggiato tra la Serie B e la Serie C. Da quel giorno una domanda più delle altre è stata fatta al ragazzo: “Ma come ci sei finito in Serie C?”. A questo Ghion non sa rispondere, almeno a parole. Sul campo però è diverso. Per trovare un segnale basta guardare il gol che ha segnato per il Catanzaro contro il Giugliano. La risposta è che a Catanzaro Andrea Ghion ha trovato la sua dimensione. E adesso vuole riprendere il sentiero del passato con i giallorossi.
Adolescenza neroverde, amicizie speciali
“Chiudete gli occhi e sognate, niente potrà fermarvi“. Questa è la descrizione di un post pubblicato su Instagram da Andrea Ghion nell’aprile del 2015. Ancora il Catanzaro non era sul suo cammino e neanche il Sassuolo. Lui, partito dalla sua Mantova, era una presenza fissa nel centrocampo del Parma. Con Iniesta nel cuore, idolo e punto di riferimento. Al suo fianco giocava anche Emmanuel Gyabuaa, ragazzo che ha esordito in A con Gasperini oggi al Pescara. Destini che si toccano, sogni comuni nati per realizzarsi. Poi la maglia azzurra nelle giovanili e la prima foto con quella del Sassuolo, nell’ottobre 2015.
Ecco, da quel momento, Andrea Ghion vestirà la maglia neroverde fino al tetto più alto al quale un ragazzino con un paio di scarpette ai piedi può ambire. Due colori che illuminano l’adolescenza, amicizie che lasciano il segno dentro il campo e fuori, come quella Ghion ha costruito con Giacomo Raspadori. La fascia da capitano che passava dal braccio del futuro campione d’Europa al suo. Due punti fissi di un Sassuolo che coltivava la qualità. Dai trofei vinti nelle giovanili fino alla cornice più preziosa, quella dell’esordio in Serie A, fianco a fianco all’amico Giacomo. Chiudete gli occhi e sognate.
L’esordio in Serie A al fianco di Raspadori
In quel giorno di luglio 2020 era tutto già un po’ strano: il campionato in piena estate dopo la pandemia, gli stadi vuoti. Andrea Ghion doveva ancora rendersene conto, era come se qualcuno avesse lasciato partire improvvisamente una montagna russa. Dalle giovanili adesso si trovava a fare il riscaldamento a bordocampo, in Serie A, sul prato dell’Artemio Franchi, a pochi passi da Federico Chiesa e Ribery. Andrea era uno di loro. Poi, nei rumori di una partita senza tifosi, una voce lo stava chiamando. Tutto comincia ad accelerare. Il sudore aumenta ma allo stesso tempo Manuel Locatelli dalla panchina lancia la maglia. Adesso era tutto chiaro: il momento era arrivato. Roberto De Zerbi spiegava i ruoli, lui annuiva senza ben capire. Qualche minuto dopo, il cambio: fuori Djuricic, dentro Ghion. Aveva esordito in Serie A, vincendo. Un viaggio al fianco dell’amico Giacomo, presente anche quella sera al Franchi. Ogni tappa vissuta insieme, non poteva mancare quella più importante. Andrea giocò altre due partite con il Sassuolo. Poi andò a Carpi, in Serie C. Qui incontrò Sandro Pochesci.
Ghion e Catanzaro. Due cuori, un obiettivo: sognare
Pochesci non ci mise molto a comprendere il talento e la capacità di legare il centrocampo di Andrea Ghion. “Non capisco gli osservatori, ha la stessa qualità di Sandro Tonali se non qualcosa in più“. Senza giri di parole, l’allenatore espresse così la sua ammirazione per il ragazzo nato negli anni 2000. E in effetti, a Carpi Ghion giocò 32 partite segnando cinque reti in stagione. “Era come se qualcuno riconoscesse i miei sacrifici” dirà il ragazzo a sassuolonews.net. Sacrifici che il Perugia premierà dandogli la possibilità di giocare in Serie B.
Ma trovare la propria dimensione certe volte non è semplice. Così, questa estate, Andrea Ghion ha deciso di ripartire da Catanzaro. Ingranaggio fondamentale della perfetta macchina giallorossa del quale Vivarini non vuole privarsi. E il gol contro il Giugliano è lo specchio della sua qualità. Una danza tra i difensori, palla al piede. Eleganza che si contrappone alla potenza del tiro che incontra la rete. Andrea Ghion oggi sogna ad occhi aperti nella sua dimensione. E con lui lo fa una città intera. “Sognate, niente potrà fermarvi“.
A cura di Jacopo Morelli