Colavitto: “Ancona tappa fondamentale, ora aspetto la chiamata giusta”
L’ex allenatore dell’Ancona Gianluca Colavitto ha raccontato la propria storia ai microfoni di La Casa di C: le dichiarazioni
Che storia, quella di Gianluca Colavitto. Nasce a Pozzuoli il 28 agosto 1971 e fin dall’infanzia risulta un prodigio negli sport: a 13 anni, infatti, era campione regionale di boxe e taekwondo. La passione per il calcio, però, lo porta a sostenere con successo un provino e a entrare nel settore giovanile del Napoli. Sono gli anni di Maradona, giocare al Napoli è il sogno per qualsiasi ragazzino campano di quell’epoca.
Con l’argentino, qualche anno più tardi, Gianluca deve fare i conti durante le partitelle, quando viene chiamato agli allenamenti della prima squadra da giocatore della Primavera azzurra. Sembra il preludio per una grande carriera. La vita, però, non sempre va secondo i piani: dopo una carriera da terzino sinistro sui campi della Serie C, infatti, Colavitto dà l’addio al calcio a soli 31 anni “a causa dei troppi infortuni“. Ed ecco che bisogna reinventarsi, iniziando a lavorare in fabbrica “4 anni da operaio in un’azienda in Val di Sangro” e allenando i ragazzini nel poco tempo libero.
Parte così la carriera da allenatore di Gianluca, che si fa apprezzare prima nelle categorie giovanili poi nei campi dilettantistici abruzzesi. Dopo l’esperienze in Serie D sulle panchine di Celano, Vastese e Avezzano, nel 2019 arriva la chiamata a stagione in corso del club marchigiano Matelica: “Sarò sempre grato alla famiglia Canil“. Colavitto riesce subito a vincere il campionato ottenendo così una storica promozione in C, riuscendo poi a centrare i playoff l’anno successivo. Nell’estate 2021 il Matelica diventa Ancona e Gianluca si ritrova catapultato in una piazza storica e blasonata, che non vede l’ora di ripartire dopo diversi anni difficili tra i dilettanti. “Mi sono subito innamorato di Ancona, una città che mi ricorda Napoli“.
Nel capoluogo marchigiano le cose vanno alla grande almeno inizialmente, poi arrivano le prime difficoltà che portano al primo esonero nella seconda stagione dorica, nonostante il raggiungimento dei playoff in entrambe le annate: “Un esonero che, ancora oggi, fa molto male“. Colavitto, ancora sotto contratto, viene richiamato l’anno successivo in una situazione complicata, con l’Ancona in lotta per evitare i playout. Rispetto agli anni precedenti forse qualcosa si è rotto, e l’allenatore campano non riesce a raddrizzare una stagione che sembra stregata. Il 24 marzo 2024 arriva così il secondo esonero. Quella dell’Ancona è ancora una ferita aperta per Gianluca: “Ancona mi ha dato tanto e ha rappresentato una tappa fondamentale della mia carriera. Nell’ultima stagione sono successe tantissime cose, ma preferirei non parlarne“.
Da De Zerbi e Ancelotti al caso Ancona, esclusa dalla C (ma che ripartirà dalla D)
E’ questa l’ultima esperienza sui campi di Colavitto che, nonostante la delusione per l’epilogo dell’avventura Ancona, decide di sfruttare questo periodo di stop per conseguire il patentino Uefa Pro: “Sto preparando la tesi che dovrò discutere a settembre“. Da Coverciano a Brighton e Madrid, per osservare da vicino gli allenamenti di Roberto De Zerbi e Carlo Ancelotti. “E’ stato un periodo importante di formazione e crescita personale. E’ sempre utile confrontarsi con altre persone e altri pensieri, non solo dai De Zerbi e dagli Ancelotti ma anche dai ragazzi che partecipano al corso Uefa A che allenano nei dilettanti“.
Dopo questa “digressione” si torna subito sull’argomento Ancona, con l’incredulità per l’esclusione dalla Serie C del club e, dall’altra parte, con la felicità per essere riusciti a salvare almeno la Serie D: “Sono rimasto basito da tutto ciò che è successo, Ancona non merita una roba del genere. Quest’anno, tra l’altro, il girone B sarà parecchio competitivo con l’aggiunta di piazze come Ascoli e Terni. Il campionato di Lega Pro negli ultimi anni ha preso una dimensione sempre più importante grazie al lavoro del presidente Marani. E’ un peccato che non ci sia anche l’Ancona, ma sono molto felice che possa ripartire almeno dalla D. Il sindaco ha fatto un ottimo lavoro in una situazione emergenziale. L’arrivo poi di Guerini come presidente e di Gadda come allenatore, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare entrambi, rappresenta sicuramente certezza di competenza e professionalità”.
“Ora aspetto la chiamata giusta”
L’Ancona riparte. Spera di fare lo stesso Colavitto, che è più carico che mai nel tornare ad allenare ma che, al tempo stesso, vuole ponderare bene la propria scelta: “Ora aspetto la chiamata giusta, che finora non è arrivata. Ripartire dalla Serie D? Credo di essermi meritato la C sul campo ma so che per andare avanti devo vincere, come dice la mia storia“.
Colavitto è alla ricerca di un progetto serio e ambizioso e in cui possa cimentarsi in quella che è la sua specialità, ovvero lanciare i ragazzi giovani nel panorama professionistico. E’ successo nella stagione 2021/22 con Rolfini, che ha vinto il titolo di capocannoniere, ma nel corso degli anni anche con i vari Volpicelli, Leonetti, Sereni, Moretti, Faggioli, Di Massimo e in ultimo Spagnoli, tutti arrivati in doppia cifra: “Mi piace valorizzare ragazzi ai più sconosciuti facendoli spiccare il volo. Il mio stile di gioco permette, soprattutto agli attaccanti ma anche alle mezzali, di trovare con regolarità la via del gol”.