Se si volta indietro beh, di strada ne ha fatta. Gianluca Colavitto ha 50 anni e tante cose da raccontare. Un giorno, chissà, parlerà ai suoi nipoti dell’Ancona dei miracoli. Non è un periodo facile per la sua squadra, a lungo vera sorpresa del girone B di Serie C. Poi solo una vittoria nelle ultime nove giornate, una striscia negativa che comunque non dovrebbe impedire al club di partecipare ai prossimi playoff considerando il settimo posto in classifica a +8 dalla Carrarese decima. Il tutto a tre giornate dalla fine della stagione regolare. Insomma, manca un solo punto per festeggiare un traguardo storico per chi un anno fa era in Eccellenza. Inoltre adesso alla guida della società è arrivato Tony Tiong, miliardario malese che fa sognare i tifosi.
Insomma, Colavitto può trovarsi nel momento giusto al posto giusto. Un ex studente di giurisprudenza come lui, che per allenare ha lasciato le aule dei tribunali. Nel mezzo anche quattro anni da operaio e il primo rimborso spese da parte del Napoli. 50000 lire ancora incorniciate in camera sua. Già, perché Gianluca entra nel settore giovanile azzurro dopo aver sostenuto con successo un provino. Il massimo per un ragazzo di Pozzuoli, convinto a fare sport da papà Vittorio. A 13 anni era campione regionale di boxe e taekwondo, ma vuoi mettere giocare con Maradona? Sono gli anni di Diego quelli e con l’argentino Colavitto si trova spesso a fare i conti durante le partitelle del giovedì. Orgoglio al massimo, come quando si caricava in spalla il mitico borsone blu della Buitoni, ostentandolo sulla via di ritorno a casa.
Gianluca era a bordo campo quando nel 1987 il Napoli sfidò il Real Madrid di Butragueño, Michel, Pardeza, Martín Vázquez e Sanchis. Sognava a occhi aperti, poi a 31 anni – dopo una carriera da terzino sinistro sui campi della Serie C – l’addio al calcio forzato dai tanti, troppi infortuni. Nel 2006 trova lavoro come operaio in un’azienda in Val Di Sangro. Fa il turno di notte anche nella notte di Berlino, quando l’Italia diventa campione del mondo. La mattina poi allena, svolgendo anche lavoro di manutenzione in modo da rendere praticabile il campo per i suoi ragazzi. A fare da sfondo a tutto questo è anche l’incredibile amore per i … campi. Non da calcio, ma quelli che si curano e si coltivano.
Non si è mai fatto mancare niente Colavitto, neanche il Covid contro cui ha combattuto duramente. 23 giorni di lotta, di cui 15 nel modulo 1 (sala intensiva e semi-intensiva) del Covid Center di Civitanova Marche. Un’esperienza terribile con un avversario invisibile, che ha procurato un grande spavento a lui e alla sua famiglia. Hanno vinto insieme, come Gianluca ha fatto con il suo Ancona Matelica. Ora, con Tiong alla guida del club, vuole sognare in grande anche lui. Come faceva ai tempi di Maradona.
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