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Comi e la Pro Vercelli: “Qui siamo una famiglia”. Il gol al Padova, l’Avellino, il cuore granata: il bomber si racconta

Prima giornata di campionato. Pro Vercelli – Padova. Minuto 67. Calcio d’angolo. Renault mette il pallone in area, dove puntuale trova la testa di un giocatore. Palla spinta di forza in porta e vantaggio piemontese. Quel giocatore è Gianmario Comi, che con il suo gol ha regalato la vittoria alla Pro Vercelli, all’esordio stagionale in Serie C. Prima di campionato, primo gol. Per Comi è l’undicesima stagione consecutiva a segno tra i professionisti. Da sempre in gol. Da sempre con il gol nel sangue.

Comi e il gol: da quelli con la Pro Vercelli a quel ricordo con l’Avellino

E si inizia proprio dal gol di domenica contro il Padova. Da quella voglia, da quella fame che è rimasta costante negli anni: Sì, la motivazione è sempre la stessa e c’è sempre molto la stessa gioia di giocare. Anzi, magari essendo un po’ più maturo approcci il campionato in una maniera un po’ diversa, con più maturità, più concentrazione anche nei momenti importanti”. 

Ci tiene a sottolineare però che la ricerca del gol non è solo finalizzata alla gloria personale: “Sono contento del gol, ma sono molto contento che è un gol che è valso tre punti, perché il nostro credo è sempre quello di fare prima il bene della Pro Vercelli e poi quello personale”.

Tanti campi calpestati, tante reti segnate. Ma tra i numerosi gol, Gianmario Comi ne ricorda uno in particolare: “Sicuramente, nell’arco della carriera, forse il gol che ho più nel cuore è uno segnato contro lo Spezia, quando ero all’Avellino, nei playoff per andare in Serie A. Quel gol, del definitivo 1-2 per l’Avellino, arrivò ai tempi supplementari, consentendo ai campani di raggiungere le semifinali playoff per l’accesso in Serie A.

Sicuramente una grande emozione. Come quelle che Comi continua a provare a Vercelli: “Con la Pro Vercelli i gol nei derby sono sempre delle bellissime emozioni, che mi porto sicuramente dentro. Ma credo che anche i tifosi della Pro Vercelli se li portino dentro“.

L’amicizia con Ceravolo e le considerazioni sul Girone A di Serie C

Si rimane nel segno del gol. Perché nel Padova gioca un altro bomber di razza e suo grande amico come Fabio Ceravolo: “Io e Fabio siamo molto amici. È forse la prima persona con la quale ho legato nel mondo del professionismo”. L’incontro ai tempi della Reggina: “Ero molto giovane, formavamo io e lui la coppia d’attacco, un bellissimo anno a Reggio Calabria, di cui ho ancora dei bellissimi ricordi“. “Poi io e Fabio facciamo gli anni lo stesso giorno: il 5 marzo. Io sono del ‘92, lui dell’ ‘87.

Il Padova, affrontato domenica, è reduce dalla delusione della finale playoff persa lo scorso anno contro il Palermo: “Sicuramente il Padova quest’anno ha cambiato qualcosa però propone un ottimo calcio ed è un’ottima squadra“. Ma non c’è solo il Padova.

 

Questo il parere di Comi sul Girone A della Lega Pro: “Però che sia il Padova o qualche altra squadra, quest’anno più che mai credo che sia un campionato del Girone A sopra le righe rispetto agli altri gironi, perché veramente ci sono delle squadre super attrezzate quindi sarà sicuramente un campionato super equilibrato“.

Per questo motivo, Comi non vede una favorita in particolare, per il salto di categoria: “Sicuramente ci sono delle corazzate: il Vicenza, anche il Pordenone, la Triestina. Diciamo che queste tre sono sulla carta delle grandissime corazzate“.

La competitività del Girone A, però, sarà altissima: “Però comunque, essendoci tante pretendenti, secondo me, comunque ci sarà più equilibrio rispetto all’anno passato, dove il Südtirol ha fatto un campionato a parte e ricordiamoci anche del Padova. Hanno fatto veramente entrambe un campionato a parte. Quindi mi auguro che quest’anno ci sia molto più equilibrio”.

L’umiltà dei campioni del Milan e gli insegnamenti ricevuti

Gianmario Comi ha potuto allenarsi e giocare con grandi giocatori. Dallo stesso Ceravolo a Di Michele. Nella stagione 2011/2012 gioca con la Primavera del Milan, con la quale mette a segno 31 gol in 28 presenze. Nel corso di quella stagione ha la possibilità di allenarsi con i campioni del Milan: Inzaghi, Nesta, Ibrahimovic..Mi  sono allenato con tanti campioni quando ero giovane. È stata un’emozione unica e comunque essendo giovane poi solamente con lo sguardo ho veramente imparato tanto“.

 

Il lato tecnico però non è l’unico aspetto ereditato da questa esperienza: “Detto questo, sicuramente l’umiltà dei grandi giocatori è veramente tanta e quindi credo che soprattutto nel mondo del lavoro del calcio bisogna sempre mantenere i piedi per terra perché è un attimo che può spiovere e piovere in un secondo. Ma come nel calcio anche nella vita“. 

L’umiltà, il lavoro. Questo è quello che Comi si ripropone ogni giorno: “Bisogna essere sempre bene coi piedi per terra e non fare mai dei voli pindarici. E lottare con sacrificio. Ecco, credo che questo sia alla base di quello che mi porto ancora e conservo di questi anni di esperienza. Sicuramente fatti anche da errori e da esperienze”.

Comi: attaccante vecchio stile tra gol e amicizie

Tanti compagni avuti nel corso degli anni. Tanti colleghi di reparto. “In questi anni alla Pro Vercelli, con ogni partner d’attacco che ho avuto si è sempre creata un’amicizia. Sicuramente poi le mie caratteristiche non sono facili da trovare nel calcio di oggi. Sono il “puntero” di una volta, quindi sicuramente mi sono sempre trovato bene sia in campo che fuori. Anzi tra l’altro mi lega ancora l’amicizia con tanti ragazzi che magari quest’anno non sono più alla Pro Vercelli e sono passati da Vercelli“.

Impossibile fare solo un nome, tante, troppe, le intese dentro e fuori dal campo: “Con Della Morte ci conosciamo da sempre, ho fatto gli auguri a Rocco Costantino, ci sentiamo spesso. Mi sento spessissimo con Rolli, con Rolando. Quindi veramente non c’è un nome”.

Grande merito di questa situazione è da ritrovare all’interno dell’ambiente della Pro Vercelli. “Negli ultimi anni si è veramente creata una sinergia importante all’interno della Pro Vercelli Calcio, dettata sicuramente anche dalla società, che segue anche una filosofia di una grande famiglia. Noi in campo, in maniera direttamente proporzionale, cerchiamo di avere questi valori anche all’interno dello spogliatoio“.

Grande attenzione ai valori umani, del gruppo, ma senza ovviamente scordare il campo: “Massima competitività, però con grandissima lealtà e tante volte per fortuna si creano veramente delle grandi amicizie, questo non lo nego. Poi alla fine quello che comanda è il rettangolo di gioco. È lui quello che conta poi alla fine”.

Il lato “privato”: scaramanzia e amore per il Toro

Tra gli sportivi, si sa, molti ricorrono a dei riti, a delle scaramanzie. Anche Gianmario Comi fa parte di questi: “Sì, sono molto scaramantico, per questo le scaramanzie me le tengo per me (ride ndr). Anzi, i miei compagni mi prendono anche un po’ in giro per questo”.

Un piccolo Comi con la maglia del Torino

Comi è dichiaratamente un grande tifoso del Torino. È dunque d’obbligo un suo parere sull’inizio di campionato dei granata: “Ce l’ho tatuato sulla pelle il cuore granata, quindi lo seguo sempre con grande affetto e un grande tifo perché alla fine sono un tifoso del Toro. Posso dire che sicuramente per il Toro, da tifoso, da fuori, c’è grande entusiasmo. Credo che il lavoro di Juric sia un imprinting forte che possa veramente portarlo anno dopo anno. È una squadra giovane, frizzante“.

La nuova Pro Vercelli e l’importanza del gruppo-famiglia

La Pro Vercelli quest’anno ha cambiato molto. Ma è partita con il piede giusto: “Sicuramente si è cambiato tanto quest’anno. Sono andati via parecchi ragazzi che comunque tengo a ringraziare perché, come dicevo prima, più che compagni sono stati veramente parte di una grande famiglia e siamo legati da un rapporto di amicizia e hanno creato anche quella base forte, nello spogliatoio, che anno dopo anno cerchiamo sempre di fortificare. I valori umani devono venire, veramente, a volte anche prima di quelli tecnici. Ci deve essere questa sinergia tra i valori umani e quelli tecnici: questo deve essere il nostro mantra“.

Dal 2018 alla Pro Vercelli, che aveva già assaporato per una breve parentesi di sei mesi nel 2017, Comi è uno dei perni della squadra piemontese. Lui, insieme a giocatori come Alberto Masi e Simone Emmanuello, sono fondamentali per far capire ai nuovi arrivati cosa significhi indossare una maglia prestigiosa come quella della Pro Vercelli.

Soprattutto ai giovani, che arrivano dalla primavera e che affrontano poi, secondo me, anche un nuovo tipo di calcio, perché il calcio dei grandi è totalmente un altro, devo dire che siamo noi i primi a spiegargli che il senso di appartenenza di una maglia, di una tifoseria, è molto importante quando si entra alla Pro Vercelli“.

Ma anche i giovani possono dare qualcosa in cambio ai veterani: “Non c’è quindi solamente un singolo aspetto, ma è molto importante avere un senso di appartenenza che mi auguro di insegnare ai giovani giorno per giorno. Però sono dei giovani veramente molto in gamba e poi sono veramente molto forti. E che a noi giocatori un po’ più esperti ci arricchiscono di entusiasmo e siamo super felici di questo“.

Un pensiero speciale per un pilastro della squadra: “Non vediamo l’ora di rivedere Emmanuello in campo che è la colonna dello spogliatoio. È da mesi e mesi che da dopo che si è fatto male al crociato sta lottando veramente con sofferenza per tornare in campo e si dedica tutti i giorni a lavorare per poter  rientrare al più presto e lo aspettiamo a braccia aperte.

Tra i volti nuovi arrivati alla Pro Vercelli, molti hanno già giocato in precedenza con Comi: “Con Simo Calvano ci conosciamo molto bene, da quando eravamo alla primavera del Milan, però eravamo giovani e con qualche capello in più”. Continua: “Poi ho giocato insieme ad Arrighini, ad Avellino. Con Mustacchio ci siamo trovati un mese quando io sono venuto alla Pro Vercelli, l’anno di Moreno Longo, in Serie B (2016/2017 ndr). Poi lui è andato a Perugia e quindi ci siamo allenati insieme un mese e per questo ci conosciamo già”.

Conoscere tanti nuovi compagni può essere certamente un vantaggio: “Essendo non di primo pelo e avendo anche girato parecchie squadre è più facile trovare compagni che arrivano e che si conoscono già. Quindi questa cosa permette di inserirli con più facilità anche in un contesto nuovo”.

La prossima sfida: la trasferta di Trento

Sabato la prima trasferta, a Trento. Queste le considerazioni sulla partita: “Sicuramente, come dicevo prima, ogni partita ha una storia a se. Il Trento quest’anno, nonostante abbia perso la prima partita, ha avuto parecchie occasioni per pareggiare o addirittura vincere contro la Juve che è comunque una squadra di prospetto. Quindi non bisogna pensare che il Trento abbia perso la partita precedente, anzi è una squadra molto matura, molto esperta, con giocatori che hanno giocato in categorie superiori”.

Prosegue: “Ci aspetta veramente una battaglia. Noi siamo giovani e loro sono molto più maturi di noi da questo punto di vista perché hanno pochi under, mi sembra, e quindi sarà veramente una gara molto tosta da approcciare nel migliore delle maniere”.

 

Ancora una volta, Comi si sofferma sulla difficoltà del Girone A della Lega Pro: “Bisogna pensare partita per partita perché veramente, ogni punto deve essere determinante. Per questo andiamo carichi, con grande rispetto per il Trento perché sappiamo che è una signora squadra“.

La prossima sfida è già davanti. L’odore del gol sempre nell’aria. Gianmario Comi non vuole fermarsi. Umiltà e determinazione. La grande difficoltà del Girone A non spaventa. Perché se alle spalle hai la grande famiglia della Pro Vercelli che ti sostiene, niente è impossibile.

 

A cura di Andrea Finiu

Redazione

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