Competenza, professionalità. Dategli una squadra tra le mani, e i risultati sono assicurati. Lo dicono i numeri. In Serie C è sbarcato uno dei dirigenti più preparati del calcio italiano. Si tratta di Paolo Giovannini, dal 2022 direttore generale dell’Arezzo. La stessa squadra che ha riportato in Lega Pro due anni dopo l’ultima volta. Fa notizia, forse. Solo se non si conosce bene il personaggio. Ma se vi dicessimo che proprio quest’ultimo porta nella sua bacheca un record europeo? Qualcosa che nessuno, nemmeno i più grandi dirigenti del panorama calcistico italiano, è riuscito a portare a casa. E ora il rinnovo fino al 2034. “Un accordo innovativo, perché mai mi era capitato di legarmi così a lungo ad una società.” Allora, viene un po’ di voglia di scoprire chi è. Mettetevi comodi, che ve lo diciamo noi.
Esperienza da vendere. E un dato che spiega tutto o quasi: sette promozioni con 5 club diversi. Nessuno come lui in Europa. Sì, avete capito bene. Spesso al primo colpo. Una sentenza, un sinonimo vivente di vittoria. E dietro c’è sempre la sua strategia. Personale, funzionale, efficiente. Spendere poco, produrre il massimo risultato. Lo ha fatto anche ad Arezzo, con cui firmò nel 2022. Ha preso un ambiente sfiduciato e lo ha portato in Serie C. In panchina c’era Roberto Stellone l’ultima volta. Giovannini è arrivato ad Arezzo in punta di piedi ma con un curriculum già importante. Ha chiamato il suo amico Indiani sulla panchina e poi ha messo il suo tocco. Tre difensori e un attaccante in un solo giorno. Boubacar, originario del Mali, capace di segnare l’anno prima (con la maglia del Licata) ben 19 reti in 32 giornate in D. Insieme a lui Lorenzini e Polvani; giovani scommesse, riuscite. Perché, ad investire, non c’era un uomo qualsiasi.
Il risultato? Sette punti sulla seconda e promozione con tre turni d’anticipo. “A lezione da Paolo”, si chiamerebbe il film sulla stagione strepitosa dell’Arezzo. Una sorpresa, direbbero in molti. Ma adesso viene il bello della sua storia. Sette promozioni, dicevamo: Con il Castelnuovo Garfagna dalla Serie D alla C2, con la Lucchese dall’allora quinta divisione (l’attuale Eccellenza) alla Serie C1. Dalla D alla C1 a Massa con la Massese e con il Pontedera in C2 (ancora con Indiani). Sette volte, al primo colpo, con cinque formazioni differenti. Non è Marotta, né Giuntoli. Si chiama Paolo Giovannini, nato a Bagni di Lucca.
Non una promozione, questa volta. Ma un giocatore sul quale, ancora una volta, c’è la sua firma. Ciò che in molti non sanno è che a scoprire Giovanni di Lorenzo fu proprio Giovannini. Stavano entrambi a Lucca, lì dove l’attuale capitano del Napoli diede i primi calci ad un pallone. “Si intravedevano già le sue qualità, lo aggregammo alla prima squadra per questo motivo. Poi, nel finale di campionato lo facemmo anche esordire in Serie D, visto che eravamo già promossi. Fu la sua prima volta tra i grandi a 15 anni”. Appena 15 anni, esattamente. Quell’estate, poi, fu la Reggina piombare sul ragazzo. La trattativa fu curata sempre da Paolo Giovannini. A Reggio Giovanni fece molto bene, ma il club fallì nel 2015 e Di Lorenzo restò senza squadra. L’inizio della fine: sembrava il nuovo (oscuro) capitolo di una carriera che invece doveva decollare.
“Non sapeva cosa fare. Allora venne da me a chiedermi una mano – raccontò in un’intervista a Gianlucadimarzio.com, così chiamai a Matera per alcune amicizie in comune e si trovò un accordo. Ricordo ancora il momento della firma: fui io a visionare e controllare il contratto di Di Lorenzo prima che si trasferisse al Matera, facemmo tutto dal mio ufficio”. Si aprirono così le porte della Lega Pro, il luogo ideale dove poter crescere e formarsi. Giovannini ai tempi aveva lasciato la Lucchese, era il nuovo direttore sportivo del Pontedera (dove rimase per 10 anni). “Ti prenderei subito qui, ma tu meriti altri palcoscenici”, le parole di Paolo a Giovanni. Una soluzione doveva trovarsi: “Si prese cura di me e in poco tempo trovai squadra, mi disse: ‘Ti do una mano io con i contratti e tutte le scartoffie'”, ammise Di Lorenzo tanti anni fa. Giovannini, l’uomo che lo salvò dalla “disoccupazione” e che lanciò il terzino nel grande calcio. Sempre lui, lo portò infatti a Empoli, in Toscana.
“Quando l’Empoli chiuse l’affare Giovanni ed il papà andarono da Matera in Toscana in auto – raccontò Giovanni a Gianlucadimarzio.com -. Deviarono il viaggio di qualche chilometro per venirmi a salutare, quasi a ringraziare prima della firma”. Riconoscenza verso un dirigente che nella carriera di Di Lorenzo c’entra eccome. L’uomo che lo ha salvato e poi fatto svoltare verso lidi prestigiosi. Una sorta di padre calcistico, senza essere allenatore.
Un uomo di sport che si è sempre preso cura dei sui club e di ogni calciatore. Lo stesso che vuole fare ad Arezzo. Anche in C, per scrivere ancora pagine di storia e scoprire altri talenti alla Di Lorenzo. Una storia lunga… fino al 2034.
All'Alfredo Viviani i lucani affrontano la squadra di Colombo nel match valevole per la sedicesima…
All'Alberto Pinto il derby campano tra Casertana e Giugliano, valevole per la sedicesima giornata di…
Tutti gli aggiornamenti nel turno di C di questo weekend. Torna il campionato di Serie…
Allo Iacovone i pugliesi sfidano la squadra di Auteri nel match valevole per la sedicesima…
Stagione che sembrava già finita lo scorso ottobre, poi il recupero lampo. Ha quasi dell'incredibile…
Altri problemi in vista in casa giallorossi. Cancellata la partita di campionato, ecco quando si…