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Dal Torino alla Vis Pesaro: la storia di Federico Giraudo

Le 43 presenze, al secondo anno alla Vis Pesaro, dimostrano la qualità di Federico Giraudo, un affidabile terzino sinistro di spinta. La sua duttilità lo rende prezioso anche per il centrocampo, giocando “a tutta fascia” sempre a sinistra, dove mister Banchini lo schiera spesso. Il numero 3 pesarese è uno dei pochi superstiti della scorsa stagione, terminata con una sudata e tanto bramata salvezza. Il trend, quest’anno, sembra essere cambiato: sono 18 i punti guadagnati finora, condizionati da forse troppe pareggi (6) e 3 risultati negativi, ma la squadra ha trovato solidità. Sconfitti dalla Reggiana nell’ultima di campionato del girone B di Serie C, i biancorossi hanno necessità di tornare alla vittoria a Modena.

Da Torino alla Vis Pesaro

Giraudo sapeva che sarebbe diventato un calciatore, sin da quando a 8 anni il Torino lo prese dopo un provino. “Ho fatto lì dai pulcini alla primavera, sono stati 10 anni molti belli di cui ho un bellissimo ricordo. L’Infanzia e l’adolescenza sono interamente legate ai colori granata”, ha raccontato ai microfoni della società. Nel Torino giocò con Alessandro Buongiorno, tuttora granata, e Manuel De Luca, che veste invece la maglia del Perugia dove è in prestito dalla Sampdoria. Terminato il contratto con il club piemontese, condito dai prestiti a Vicenza, Ternana e Cesena, è diventato a tutti gli effetti un calciatore della Vis Pesaro.

L’esperienza in Nazionale

Il sogno di ogni giovane talento è quello di vestire, prima o poi, la maglia azzurra. Federico Giraudo seppe farsi valere già da giovanissimo, entrando nel giro della Nazionale appena sedicenne. “È stato un percorso ricco di emozioni – ha commentato –. Ho giocato in Under 16, affrontato un europeo in Under 17 e indossato anche la fascia da capitano nell’Under 18. In Under 20 sono stato convocato due volte, rispondendo però solo a 1 a causa di un infortunio”. Anche in azzurro ebbe compagni di un certo calibro: in Under 17 (11 presenze e 1 gol) condivise il campo con Cutrone, Locatelli e Donnarumma, tre grandi perle nazionali.

Giraudo, il futuro è nello studio

Il calcio è sicuramente un punto fermo della sua vita, ma Giraudo pensa anche al suo futuro post calcistico: “Studio Scienze della Comunicazione. Cerco di ritagliarmi un po’ di spazio per studiare fuori dal campo. Ho deciso di studiare perché è importante, non so cosa mi riserverà il futuro ma sto cercando di crearmi delle possibilità per quando finirò la carriera”. Magari rimarrà a Pesaro, città che ama, oppure si riavvicinerà alla sua Cuneo, ma di sicuro con tenacia e dedizione dimostrerà di valere anche fuori dal campo.

Credit Photo: Vis Pesaro 1898

Redazione

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