Squadra che vince non si cambia. Dopo aver rinnovato per un’altra stagione il contratto del direttore sportivo Antonio Amodio, il Giugliano si è legato fino al 30 giugno 2025 anche con l’allenatore Raffaele Di Napoli. Idee chiare per la famiglia Mazzamauro, che ha portato i gialloblù in Serie C (intesa come terza serie) per la prima volta e punta ora a consolidare il Giugliano in Lega Pro attraverso la continuità progettuale.
Che senso avrebbe avuto, in fondo, non ripartire da un tandem che lavorando in maniera sinergica con la proprietà ha condotto in porto una stagione da incorniciare: 46 punti, frutto di 11 vittorie, 13 pareggi e 14 sconfitte; dodicesimo posto nel girone C in condominio con la Juve Stabia e il Taranto. I playoff non sono stati centrati all’ultima giornata e solo in virtù della classifica avulsa. La seconda miglior campana nel raggruppamento a pari merito, come detto, con la Juve Stabia e davanti al blasonato Avellino e alla Gelbison. L’altra campana neo-promossa che ha salutato la categoria dopo un solo anno retrocedendo dopo i playout con il Messina.
Raccontare il progetto del Giugliano a questioni puramente numeriche sarebbe, però, riduttivo. Perché non si arriva a raccogliere risultati migliori investendo un budget inferiore alla quasi totalità delle dirette concorrenti. La differenza la fanno le idee, le intuizioni e il lavoro di scouting, che hanno permesso ad Amodio di mettere a disposizione di Di Napoli giocatori come i confermati Felippe, Salvemini e Gladestony. Questi ultimi due, con 10 e 6 reti, hanno trascinato i campani. Una miscela di giovani di valore come il portiere Sassi arrivato grazie agli splendidi rapporti con l’Atalanta, adesso al Mondiale con l’Under 20 azzurra e veterani come Piovaccari che oltre a timbrare il cartellino cinque volte si è scoperto assistman navigato mandando per sette volte in porta i compagni di squadra. Il direttore è già pronto anche per il prossimo imminente mercato.
Oltre a questo la differenza l’ha fatta, però, proprio Di Napoli. Salvarsi raccogliendo l’eredità di Giovanni Ferraro, andato a vincere un altro campionato di Serie D, con il Catania, non era la più semplice delle missioni ma l’ha compiuta. Con umiltà e mettendo al servizio della causa tutta la sua esperienza maturata in anni di carriera da primo allenatore e da vice. Il suo riscatto personale: bel gioco, quinto attacco del Girone C, e un utilizzo degli Under che porta ad essere il Giugliano tra le più floride quando si parla di minutaggio. Ora raddoppia come gli anni di contratto.
La famiglia Mazzamauro, Amodio e Di Napoli potranno ora godersi un’altra splendida parentesi: quella del ritorno allo stadio Alberto De Cristofaro, impianto da 6.044 spettatori, dopo un anno di sacrifici e esilio forzato al Partenio-Lombardi di Avellino. Il Giugliano non dovrà vivere un’altra stagione sempre in trasferta e potrà essere, ancor di più, gioia e vanto della propria città. I lavori volgono al termine, gli incartamenti sono pronti. Avanti tutta, il Giugliano prosegue spedito lungo il solco tracciato.
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