Il Giugliano sceglie l’esperienza. L’attacco dei campani potrà contare sui gol del “pifferaio magico” Federico Piovaccari, giocatore classe 1984 con all’attivo 134 gol in 471 presenze in carriera. Spagna, Cina, Australia e Romania fino alle reti segnate in Serie B e Lega Pro. Dopo le due parentesi prima a Pagani e poi a Messina, l’ex Cittadella è pronto a riprendersi la scena sempre nel Girone C di Serie C. E lo ha fatto sin da subito segnando già tre gol in queste prime sei giornate di campionato.
Il calore del sud sicuramente è rimasto nel cuore di un lombardo doc di Gallarate. Due esperienze con la Paganese e il Messina hanno sicuramente segnato la decennale carriera di Federico Piovaccari, conclusasi con la salvezza ottenuta in Sicilia. Ora è già un pilastro del Giugliano, formazione appena neopromossa dalla Serie D e con l’obiettivo di mantenere la categoria. L’attaccante è esperto per le tante salvezze ottenute sul campo. Indimenticabili gli anni vissuti a Cittadella, quando con 23 gol salva praticamente da solo la squadra veneta in Serie B. Inoltre, per Piovaccari si tratta della sua seconda esperienza in Campania dopo quella dello scorso anno a Pagani.
Il bomber ex Steaua Bucarest ed Eibar ha contribuito alla salvezza. Sotto la guida di Ezio Raciti i giallorossi hanno ottenuto punti su punti e hanno abbandonato la zona playout.
Dopo il suo primo gol siglato nel 2-0 contro il Potenza al San Filippo, il secondo è stato ancora più pesante. Ha segnato al 92′ al Partenio-Lombardi di Avellino, pareggiando una partita che sembrava persa per il Messina. Una rete decisiva che ha evitato la sconfitta e che ha regalato un punto determinante per la corsa salvezza. A fine stagione nei profili social l’attaccante ha dichiara: “Nessuno si scorderà né si deve scordare quello che questo gruppo ha fatto. Si chiude la stagione, una delle mie tante, ma vi posso confermare che mai è stata così gratificante sotto l’aspetto umano. Grazie Messina e grazie al mio magnifico gruppo…”
Piovaccari in un’intervista a Gianlucadimarzio.com ha rilasciato qualche curiosità legata al suo passato ed in particolare all’esperienza in Spagna al Rayo Vallecano, facendoci anche capire quale sia il suo tipo di gioco preferito: “Sono venuto qui per l’allenatore, Paco Jemez, lo definisco un po’ Carlo Muraro, che è stato il mio primo allenatore nel mondo del professionismo alla Pro Patria, un po’ Zdenek Zeman. Nei modi di fare è ruvido, rigido, diciamo severo. Si fa rispettare e rispetta chi è leale e sincero con lui e con il gruppo” – aveva dichiarato l’attaccante. Il pifferaio ha poi proseguito: “La squadra si diverte praticando il suo calcio, 4-3-3 fatto di verticalizzazione e possesso. L’altro giorno, riguardando una partita, ci ha detto che il 65% di possesso palla era troppo poco, lui vuole minimo il 70 sempre”.
L’attaccante nato a Gallarate racconta poi di aver giocato con grandissimi campioni, a partire da Bonucci, suo grande amico: “E’ stato uno dei pochi compagni di squadra che, a Treviso, è venuto a trovarmi in ospedale quando è nato mio figlio Andreas. Poi allenamenti, passeggiate, spritz”. Continua poi con Icardi e Handanovic, fino ad arrivare ad Adriano: “A 18 anni sono passato dalla Serie D, dove giocavo in mezzo alla terra, alla perfezione della Pinetina. A gennaio arriva questo brasiliano che in un’amichevole tra Primavera e prima squadra, prende palla di spalle, si gira e spara un missile in rete. Un fulmine a ciel sereno che mi ha lasciato senza parole”.
A cura di Federico Rosa
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