La stagione 2022/2023 sarà quella dell’esordio di Giuseppe Biava sulle panchine dei “grandi”. L’Albinoleffe era alla ricerca di un nuovo allenatore giovane, preparato e che proponesse un calcio capace di coniugare risultati e bel gioco. E poi si è accorto di avercelo già, in casa. L’ex difensore è stato promosso dalla Primavera e guiderà la squadra bergamasca nel prossimo campionato. Biava aveva già avuto un contatto con la Prima Squadra dopo l’esonero di Michele Marcolini, ma ora sarà lui alla guida dei blucelesti.
Il nuovo allenatore dell’Albinoleffe viene da un quinquennio fantastico nelle giovanili. È qui, che ha iniziato a togliersi le prime soddisfazioni, una su tutte la promozione con i suoi ragazzi in Primavera 2. Un salto tra i grandi strameritato. Dal 2017 a oggi i suoi risultati lo hanno messo sulla mappa dei giovani allenatori più preparati. D’altronde, ha avuto ad esempio in panchina Gasperini al Genoa e Guidolin a Palermo, e qualcosa da loro di certo ha rubato.
La sua carriera da calciatore è abbastanza lineare. Inizia a Seriate, dov’è nato, e dal 1998 al 2004 gioca con la maglia dell’Albinoleffe, un matrimonio quasi scontato. Ciò che invece è sorprendente è il rendimento di quella squadra. Un vero e proprio miracolo sportivo che porta un piccolo club, nato dalla fusione dell’Albino con il Leffe, al tavolo delle grandi italiane. Biava è uno dei protagonisti di quella cavalcata, la Favola Seriana, che portò i lombardi in Serie B nel 2003. Da lì, Giuseppe Biava spicca il volo e si accasa al Palermo e, anche qui, arriva a risultati storici. I rosanero tornano in A dopo 31 anni, vanno in Europa e fanno impazzire i propri tifosi, con lui al centro della difesa.
Il prossimo passaggio è al Genoa nell’edizione migliore del Grifone degli ultimi anni. Milito, Thiago Motta e tutti gli altri, un’altra annata indimenticabile. Poi la Lazio negli anni della maturità. Biava inizia le stagioni sempre in disparte, le probabili formazioni lo escludono con costanza e lui alla fine è sempre uno dei più presenti. C’è anche nella primavera del 2013, la storica serata della vittoria dei biancocelesti in Coppa Italia sulla Roma, forse il picco della sua carriera, il trofeo più importante da esporre in bacheca.
Dopo la Lazio è tempo di tornare a casa: un anno all’Atalanta, prima di ritirarsi nel 2015 e porre le basi per questo futuro da allenatore. Difensore pulito, prestante, intelligente nel leggere la giocata dell’avversario e veloce nonostante i 180 cm. Ha fatto dell’attenzione, della dedizione la sua cifra stilistica: mai una sbavatura in campo e fuori. E il vizietto del gol, ben 23 in 585 match, compreso uno scorpione capolavoro nel 2006 contro la Reggina, roba alla Ibra. Il profilo perfetto per insegnare ai giovani questo “mestiere”.
Dal 2017 è nelle giovanili e ora, dopo 5 anni, il grande salto. Per Giuseppe Biava è arrivato il tempo della prima esperienza tra i professionisti. Da traghettatore a allenatore, il suo compito non sarà facile. I lombardi arrivano da un dodicesimo posto, con l’obiettivo playoff sfumato, e hanno tanta voglia di rialzarsi. E per trovare l’uomo giusto non hanno dovuto far altro che guardarsi attorno, tra il passato e il presente, Biava c’è sempre quando si parla di Albinoleffe.
A cura di Simone Gervasio
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