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Gli inizi col “Cholo” Simeone, l’incubo Pirlo e l’amore per Novara: Gonzalez e il record dei 101 gol

37 anni e non sentirli. Certo, Pablo Gonzalez non potrà giocare tutte le partite, ma quando lui c’è si sente eccome. Anche perché il gol contro l’Arzignano alla 17esima giornata di campionato ha un sapore decisamente speciale. Quello del record. E di un numero incredibile che l’ha fatto entrare nella storia del Novara. Rete numero 101 con quello stemma sul petto. 101 volte il suo nome, 101 esplosioni di gioia. L’ultimo flash di un album bellissimo. Quello che l’ha reso il miglior marcatore di tutti i tempi con la maglia del Novara. Superato Marco Romano, fermo a quota 100 e detentore del record da oltre 80 anni.

Su cui soffermarsi, su cui sorridere. Sul quale studiare e capire. Capire la magia di un uomo partito dal nulla che, a piccoli passi, si è preso le sue soddisfazioni. Sudore e sacrificio. E la voglia di sognare che non è mai andata via. Prossimo obiettivo di squadra? La Serie B. Quello personale è lo stesso da una vita: aiutare gli altri a raggiungere un sogno.

Gonzalez, la storia: l’approccio con Simeone e lo “scontro” con Aguero

Un gol contro il Milan, 16 presenze in Serie A. Un settore giovanile nel posto giusto al momento giusto. Allenato da un grande. Anzi, un grandissimo: il “Cholo” Simeone. Voce del verbo Pablo Andres Gonzalez. Basterebbero questi pochi dati per raccontare la carriera di un perfetto Self made man, di uno che si è…“Fatto da solo”. Del suo primo allenatore, al Racing (Argentina) aveva detto: La mia storia con Simeone viene prima del suo esordio da allenatore – ha raccontato Gonzalez a SerieD24.com -. Al Racing eravamo compagni di squadra, anche se non abbiamo giocato molto insieme. Di lui ho bei ricordi, una volta sono andato in macchina con lui, forse gli stavo simpatico“. Poi c’è quella prima partita indimenticabile, contro l’Independiente. Terminò 1-0, con gol di un certo Sergio Aguero. Da un attaccante all’altro. Gonzalez apprendeva già dai grandi.

Dopo una brevissima parentesi in svizzera con la maglia del Locarno, per Gonzalez si spalancano le porte dell’Italia. Un Paese dal quale non si è mai più allontanato. Un amore fedele, una direzione quasi sempre unica: Novara. Proprio da qui parte il suo bellissimo viaggio sulla Penisola. Dal 2009 al 2011 colleziona 70 presenze impreziosite da 24 reti. La ciliegina sulla torta? Una promozione in Serie A, ai playoff, nel 2010. Un’emozione indescrivibile. L’inizio di un tramonto rosso fuoco, tutto da vivere. L’avventura meno prolifica, tra tutte, è quella di Palermo. Assapora l’Europa giocando il match di qualificazione all’Europa League, ma quella contro il Thun del 4 agosto 2011 sarà anche l’ultimo match in terra siciliana. Gioca 63′ nella gara di ritorno e non riesce però a lasciare il segno. Zamparini gli preferisce altri profili.

L’esordio in Serie A, il ritorno a Novara e il capitolo Alessandria

Prima di tornare a Novara, l’esperienza a Siena con cui arriva l’esordio in Serie A. Il coronamento di un grande sogno, il frutto dei tanti sacrifici. 20 presenze, 3 reti e 1 assist in Toscana. Numeri che non gli valgono la riconferma. E, tutto sommato, non dispiace. Perchè si torna sempre dove si è stati bene. La prossima fermata quindi è ancora in Piemonte. Questa volta il percorso è più lungo. Il rapporto è fedele. Il giocatore nato in Argentina, a Tandil, resta coi rossoazzurri dal 2012 al 2016. 4 stagioni intense, nelle quali Gonzalez non riesce a centrare la Serie ma lascia il segno a suon di gol e prestazioni. 40 reti in poco meno di 100 presenze è il suo bottino. Una vetrina niente male, di un giocatore infinito.

Alla fine di un quadrilatero (quasi) perfetto, arriva l’Alessandria, in Serie C. La stagione 2016-2017 è una delle più prolifiche in termini realizzativi: ben 20 reti in 37 presenze, insieme ad 11 assist. 2 gol anche ai playoff, in 6 apparizioni. Il ritorno a “casa” è fissato per l’estate del 2018. Da lì in poi, Gonzalez non la lascerà mai più. Con il Novara ha giocato 184 volte, segnato 59 e fornito assist in ben 26 occasioni. “Mezza parola”, per spigare tanto, forse tutto di un signore del calcio che più invecchia, più è buono. Esattamente come il vino.

L’incubo Pirlo: “Non mi fece vedere la palla”

Tanti bei ricordi. Tanti capitoli straordinari di un libro felice e ancora senza lucchetto. Insieme, però, ad un “incubo”. In pochi sanno che Gonzalez, contro la Juventus, fu chiamato dal suo allenatore a marcare Pirlo: “Fu la mia prima partita in Serie A – ha raccontato Gonzalez a SerieD24.com – e mi toccò affrontare la Juventus. Il mister mi chiese di marcare Pirlo dicendomi di non fargli toccare il pallone. Inutile dire che non ho mai visto la palla, ho fatto tanti chilometri a vuoto e sono uscito al 70′ con i crampi. Andrea aveva una velocità di pensiero impressionante. In campo cammina ma non aveva bisogno di andare a grandi falcate. Ricordo che a fine partita non era neanche sudato, poteva benissimo vestirsi e andare ad un matrimonio. Anche se feci una fatica terribile sono felice di averlo incontrato sul campo”. A quota 101 reti con la maglia del Novara, sembra che Gonzalez non voglia scrivere la parole fine alla sua meravigliosa storia.

A cura di Manuele Nasca 

Redazione

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