Gubbio, Braglia: “Il nuovo format era una riforma del cavolo. Pensassero alla gente, non alle televisioni”
Il Gubbio di Piero Braglia continua a volare nel Girone B. La classifica parla chiaro: il club umbro è al secondo posto a 36 punti, solo uno dalla Reggiana. La squadra continua a mantenere un livello alto in questo campionato e punta a non sganciarsi dalle parti alte della classifica, proseguendo la sua striscia di risultati utili consecutivi. Il prossimo test è quello contro il Pontedera, in programma domani sabato 17 dicembre contro il Pontedera.
Gubbio, Braglia: “Ci serve un campo dove allenarci”
In vista della sfida contro il Pontedera, Piero Braglia è intervenuto in conferenza stampa per analizzare il match: “Sarà difficile come tutte le gare. Loro stanno bene, hanno trovato equilibrio. Arrivano da cinque vittorie consecutive e riempiono l’area avversaria molto bene. Contro le grandi non ha mai perso. Si tratta di una squadra forte, da quando è arrivato Canzi ha trovato la sua strada. In campo però ci andremo anche noi e cercheremo di fare il meglio”.
L’allenatore del Gubbio ha poi proseguito, parlando delle assenze e dei problemi che riguardano gli allenamenti: “Tazzer e Artistico non ci saranno. Il secondo è stato operato, mentre per il primo non si tratta di un problema serio. Dal mercato non mi attendo niente, decide chi comanda. Noi siamo dipendenti della società e va accettato. Non possiamo metterci qui a discutere, è il presidente che mette i soldi. Anche numericamente siamo corti perché a gennaio inizierà un altro campionato. Le altre squadre faranno qualcosa. Noi ci metteremo tutto quello che possiamo, ma io più che i rinforzi vorrei un campo dove allenarci. Questa è la cosa che più mi fa girare le scatole: non poter programmare al meglio la settimana”.
“Il format era una riforma del cavolo”
I toni si fanno più intensi quando a Braglia viene chiesto di commentare la riforma del format di Serie C, che non è passata dopo le votazioni di mercoledì: “Era una riforma del cavolo, per me è così. Come far giocare le squadre a mezzogiorno e poi ce n’è una che gioca alle 21. Ma che senso ha? Perché non si fanno le cose perbene come si devono fare? Vuoi fare una Serie C importante? Fai una C a 20 squadre d’élite e le altre le butti tutte in C2? Non credo che gli vada bene. E’ un po’ come la Superlega che volevano fare le grandi squadre. A me sembra che uno si alzi al mattino e faccia la sua proposta. Non è che le novità portano automaticamente più gente allo stadio. Poi c’è gente più preparata di me che studia, io non ho fatto neanche la terza media. Dovrebbero iniziare a fare le cose più in previsione della gente e non solo delle televisioni. La gente è bene che venga al campo, il pubblico è una cosa importante per il calcio. A me piace vedere lo stadio pieno, ma non si può avere tutto”.