Gubbio, Braglia: “Serve più personalità, poi la qualità è importante”
Il Gubbio nella sfida contro l’Ancona ha raccolto i primi tre punti della sua stagione. Nella prima giornata di campionato aveva pareggiato in casa contro il Pineto, nella seconda trova la prima vittoria della nuova annata. Accade tutto in undici minuti. Ad inizio ripresa passano in vantaggio i marchigiani con la prima rete stagionale per Paolucci, alla quale risponde immediatamente il Gubbio grazie all’autorete di Perucchini. La rimonta per i ragazzi di Braglia si concretizza al 59′ con la girata di testa di Galeandro. L’allenatore dei rossoblù Piero Braglia nella conferenza stampa post partita ha detto le sue impressioni. Di seguito le dichiarazioni.
“Le partite vanno lette bene, con il Pineto abbiamo peccato d’atteggiamento”
Le dichiarazioni dell’allenatore del Gubbio di Piero Braglia nella conferenza stampa post match, inizia parlando del paragone con la scorsa partita contro il Pineto: “Le partite vanno lette bene. Avevamo giocato bene anche contro il Pineto, ma si sa nel calcio parlano tutti. Sono sereno, io rimango tranquillo, ma se qualcuno pensa che abbiamo perso il senso della misura si sbaglia di grosso. I moduli sono numeri, qualche volta sbaglio e altre volte mi va meglio. Con il Pineto eravamo mancati solo sotto l’aspetto dell’atteggiamento.”
Braglia: “Serve più personalità e organizzazione, poi conta la qualità”
Piero Braglia prosegue la conferenza parlando della partita e cosa serve per migliorare: “Invece sotto questo aspetto contro l’Ancona abbiamo fatto una buona gara. Partita buona, dobbiamo essere contenti. Ci è poi andata anche un po’ bene perchè dopo aver subito il gol abbiamo ottenuto subito il pareggio e noi abbiamo preso coraggio. Ad un certo punto ho fatto delle sostituzioni in simultanea perchè stavamo facendo troppi falli davanti alla linea, perciò ho inserito un centrocampista per gestire meglio la palla. Abbiamo ancora dei calciatori timidi, soprattutto nei giovani, serve più personalità e devono ancora crescere. Serve organizzazione, poi conta la qualità dei ragazzi”.