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Da Doncic alla Feralpisalò. Guidetti: “Il calcio e il ruolo della mente”

La mente è un elemento fondamentale in un giocatore”. Un aspetto tanto importante da essere scelto come oggetto di una tesi di Laurea: “Un tema che mi ha sempre affascinato e che ho voluto indagare e approfondire”. A raccontarcelo è Luca Guidetti, centrocampista classe 1985 della Feralpisalò. Suo il gol decisivo nella vittoria per 1-0 contro la Giana Erminio che ha permesso alla squadra di Vecchi di salire a quota 27 punti, al secondo posto del Girone A.

E, come avrete ben capito, nel suo palmarès, oltre ai traguardi raggiunti da giocatore, c’è un anche un titolo che, forse, vale quanto un campionato: la Laurea. “Ho fatto la triennale in Scienze Motorie”, ci spiega Luca. Ma non è finita qui: “Ora sono iscritto alla magistrale. Mi piace tutto ciò che riguarda il lato della preparazione atletico e voglio essere preparato a riguardo. Il mio futuro lo vedo in questo campo”.

Luca Guidetti festeggia il suo gol

Guidetti e la Feralpisalò: “Tutti siamo protagonisti”

E la sua Feralpisalò ha dimostrato di averla la forza e la tenuta mentale tanto cara a Guidetti. Non solo per i risultati fin qui ottenuti, ma anche per come sono arrivati. In particolare, nelle ultime due partite in cui è riuscita a segnare la rete decisiva nel recupero. A Trieste era stato Spagnoli al 95’. Contro la Giana Erminio proprio Luca Guidetti al 96’: “Il gol è stata una gioia immensa. È toccato a me segnare, ma poteva esserci chiunque. La forza di questa squadra è il gruppo che è in grado ogni volta di esaltare un giocatore diverso. Ognuno è al servizio degli altri”. Di questa Feralpi Guidetti è ormai tra i veterani, essendovi arrivato nel 2019: “Ho capito subito di essere in una società con idee importanti. Progettazione e serietà sono i valori di questo ambiente. Una realtà che trasmette serenità”. Se si parla di Feralpisalò si parla di un percorso, di un progetto. E i risultati lo dimostrano. Un progetto di cui Luca rappresenta una certezza e un riferimento, soprattutto per i più giovani: “Non sono uno di molte parole. L’esempio preferisco darlo con l’impegno e l’allenamento”.

Como, gli insegnamenti di Zaffaroni, le sedute psicologiche a D’Errico

Guidetti cresce dove il cielo si fonde con le onde del lago. Più precisamente, il Lago di Como. Il suo sogno è quello di giocare al Sinigaglia. E si avvera: “Ho iniziato la mia carriera a Como, partendo dagli Esordienti e arrivando poi fino alla prima squadra”. Arriva il primo titolo: “Vincemmo la Serie D nella stagione 2007/08”. Dopo l’esperienza a Renate, dove arriva un’altra promozione e l’esordio tra i professionisti. Poi gli anni alla Folgore Caratese, dove ha come allenatore Zaffaroni: “Lui è stato il mio maestro. Con lui sono cresciuto tanto sotto l’aspetto mentale, capendone l’importanza. Il ruolo della mente nei momenti di fatica, di frustrazione. Mi ha insegnato tanto”. E l’allievo, una volta approdato a Monza, diventa maestro, o meglio, mental coach di Andrea D’Errico: “Ciccio aveva l’etichetta del giocatore forte ma senza la testa giusta. Decisi di farmi mettere in stanza con lui per cercare di fargli capire che giocatore straordinario fosse e aiutarlo a trovare continuità”. E il “lavoro psicologico” funziona: “Quell’anno vincemmo il campionato anche grazie a lui”. Un altro campionato. Un’altra promozione, la terza. E chissà che per Luca Guidetti non arrivi la quarta, questa volta con la Feralpisalò.

Il genio di Luka Doncic e l’amore per la famiglia

Chi è Luca Guidetti fuori dal campo? “Ormai quando tolgo gli scarpini sono un papà a tempo pieno. Mia figlia ha compiuto da poco due anni e il tempo che ho lo dedico a lei e alla mia famiglia”. Anche se uno spazio per l’NBA lo si trova sempre: “Mi aiuta a staccare. Simpatizzo per Toronto, ma quest’anno non sta andando benissimo”. E poi c’è il ragazzo sloveno. Di nome fa Luka: “Doncic è il giocatore che preferisco, mi fa emozionare parecchio”. E nel calcio? “Sono milanista, per cui il mio idolo è stato Kakà”. Ma il giocatore a cui si è ispirato è un altro. Per scoprirlo bisogna attraversare La Manica. Il centrocampista box to box che ha fatto innamorare Stamford Bridge: Frank Lampard. E dietro alla maglia della sua Feralpisalò il numero è lo stesso, l’8.

A cura di Nicolò Franceschin

Redazione

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