Cesena, Hubner ricorda Vicini e racconta: “Con la Reggiana sempre grandi sfide”
Con 83 gol in 180 partite, Dario Hubner è il miglior marcatore della storia del Cesena. Delle 348 reti messe a segno nel corso della sua lunghissima carriera, buona parte le ha segnate in maglia bianconera. Una media realizzativa spaventosa, che è poi stata una dolce costante che ha accompagnato Hubner anche nel prosieguo della sua splendida carriera. A Cesena ha disputato 5 campionati, dal ‘92 al ‘97, bucando in questo lasso di tempo per due volte la porta della Reggiana. E alla vigilia del derby che infiammerà il Mapei e proverà a riaggiornare il diario…di vetta della classifica del girone B, nella CasadiC è venuto a farci visita proprio Dario Hubner.
Reggiana-Cesena, nel segno di Hubner
“Le sfide tra Reggiana e Cesena sono sempre state importanti, lo erano anche all’epoca. Eravamo delle ottime squadre di Serie B“, ci racconta, sfogliando l’album dei ricordi. “In quegli anni c’erano difensori e calciatori, in generale, diversi: il livello era molto alto. Ho citato i difensori ma potrei parlare anche di Schwoch, di Paci della Lucchese o di Marulla del Cosenza. Tantissimi giocatori forti che oggi giocherebbero in Serie A a mani basse. Col Cesena feci uno spareggio per andare in A, un paio d’anni di campionati di metà classifica e l’ultimo anno invece retrocedemmo. Ricordo che anche in quegli anni la qualità delle sfide tra Reggiana e Cesena era altissima, perchè anche a Reggio Emilia c’erano tanti giocatori forti come lo erano per noi Lerda, Gautieri, Jimmy Fontana in porta e tanti altri”.
Il racconto dei due gol segnati ai “cugini”
“Ricordo ancora benissimo il gol che segnai nella stagione 92-93, con un colpo di testa. Approfittai di un ottimo cross del mio compagno Pepi e riuscii a segnare sotto la curva dei tifosi del Cesena. In porta avevano Bucci ed il loro allenatore era Marchioro, ho bei ricordi. Nel 95-96, invece, feci gol a Ballotta. Entrambe le partite finirono 1-1. Fare pronostici oggi non è facile, mi aspetto una gara equilibrata.Seguo tanto il Cesena e devo dire che mi sembra ci sia stabilità societaria,oltre che una squadra buona, forte. L’auspicio è che possa ritornare il prima possibile in Serie B, riuscendo anche a far quadrare i conti che oggi è un aspetto fondamentale nel calcio”.
Da Vicini a Tardelli, la Nazionale nel destino…o forse no
Nel primo anno dell’esperienza di Hubner a Cesena, l’attaccante ebbe la fortuna di incrociare sulla propria strada Azeglio Vicini, che soltanto pochi anni prima aveva guidato la Nazionale Italiana nel Mondiale disputato in Italia. “Vicini veniva da anni importanti, era stato a lungo nel giro della Nazionale che aveva guidato anche nelle notti magiche di Italia ‘90. Era una gran bella persona di cui puoi avere soltanto bei ricordi: quando arrivò non eravamo in una posizione di classifica bellissima, eravamo a due punti dalla zona retrocessione e mancavano dodici giornate. Ci diede una tranquillità importante, oltre che tanto coraggio. Noi trasformammo tutto in lucidità: facemmo ben dieci vittorie, un pareggio e perdemmo l’ultima gara in casa, finendo tra le prime otto della graduatoria. Vicini era una persona che dovevi ascoltare e basta, proprio come Carlo Mazzone. L’altro gol lo segnai invece con Tardelli in panchina, anche lui ottimo allenatore che poi ha lavorato in Nazionale”. E Hubner, invece? “Per me quello della Nazionale è sempre stato un sogno. Avrei avuto sicuramente gran piacere a fare una presenza, anche in un’amichevole, soltanto per dire che ce l’avevo finalmente fatta. Devo essere però sincero e, se mi guardo indietro, penso che negli anni 90 e nei primi anni 2000 la Serie A era piena zeppa di campioni e per guadagnare la convocazione era davvero dura perchè avevi davanti a te mostri sacri. Vincenzo Montella ne è un esempio: in quegli anni neanche lui veniva mai convocato. E parliamo di un campione. Se giocassi oggi, chissà: la situazione mi sembra molto diversa, non siamo messi benissimo in attacco”.