Troppi sono stati i talenti esaltati ai loro inizi e poi abbandonati alla prima difficoltà. Quando si sale troppo, il contraccolpo potrebbe essere insostenibile. Ma non sembra lo stesso per Iacopo Cernigoi, l’ex promesso “Sheva” del mantovano.
La sua storia fatta di seconde chance e rivalsa inizia a Levata, una piccola frazione della provincia di Mantova. La sua infanzia viene subito straziata dalla perdita della mamma quando lui è ancora un bambino. Attorno a lui troverà il papà Gianni e la sorella maggiore Martina ed il loro legame diventa indissolubile.
L’occasione di rinascere gliela dà il calcio. Fin da piccolo dimostra un’anima spericolata: già a quattro anni fa acrobazie sulle moto cross. Ma il suo destino sarà un altro; quella intraprendenza la userà per segnare in qualsiasi modo. Il Mantova lo nota e se lo porta nel proprio settore giovanile. Saluta la sua città quando arriva la chiamata irrinunciabile del Milan. Aggregato con gli Allievi, inizia subito bene la sua esperienza rossonera. Però il fato si mette di mezzo: un infortunio al legamento crociato lo fa tenere lontano dal campo per un anno.
Il rischio di dover già interrompere definitivamente la sua carriera lo tormenta. Però con una forza di volontà sovraumana non molla e torna a fare ciò che più gli piace: segnare. Viene fatto tornare in prestito al Mantova dove continua la riabilitazione. Con i biancorossi tornerà ad assaggiare il terreno di gioco e ritroverà la via del gol.
L’anno dopo viene reintegrato alla Primavera milanista con Filippo Inzaghi a guidarla. Arriverà sotto le luci dei riflettori dopo una quadripletta alla prima di campionato contro il Pescara. Tutto il lavoro fatto fino a qual momento ha dato i suoi frutti, ma probabilmente le aspettative create erano troppo pesanti.
Dopo il periodo al Milan, passa prima alla Pro Sesto e poi al Seregno, senza però incidere troppo. La stagione della svolta arriva al Virtus Verona dove per la prima volta va in doppia cifra. Questa stagione strepitosa gli permette di fare il doppio salto dalla D alla B con il Vicenza che scommette su di lui. La cadetteria però non farà per lui, né con il Lane né con il Pisa.
Così viene ceduto alla Salernitana, senza però farlo esordire mai in granata. Scende in Serie C con le maglie di Rieti, Samb e Juve Stabia, dove disputerà delle buone stagioni, anche se con qualche infortunio. Serviva questa stabilità di prestazioni per diventare uno dei centravanti più richiesti dell’ultima sessione di mercato. Sembrava destinato al Pescara, ma il Seregno si è assicurato le sue prestazioni. E menomale per Mariani che ha una miniera di reti tra le mani: già quattro quelle segnate in sette presenze. Lo “Sheva” di Mantova non vuole sprecare un’altra occasione che la vita gli ha dato.
A cura di Filippo Rocchi
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