Umberto Eusepi è un talismano della categoria. Qualsiasi squadra di Serie C – e non solo – lo vorrebbe tra le proprie fila. Il bomber 32enne si racconta ai microfoni di LacasadiC e inizia dal principio. Ovvero dal passaggio da una ‘sponda’ all’altra della Capitale. Non è da tutti ma parte così la carriera di Eusepi.
Un percorso formativo che inizia tra le fila della Lazio, prima di passare ai giallorossi a causa dei problemi societari dei biancocelesti nell’estate del 2005, con la fine dell’era Cragnotti e l’inizio di quella targata Lotito. Una scelta che rifarebbe visti gli attestati di stima di ex calciatori importantissimi. “Sono approdato alla Roma anche grazie a Bruno Conti che mi ha cercato in maniera diretta. Ho accettato subito, non potevo rifiutare”. Due squadre piene di campioni dai quali attingere insegnamenti. Da Simone Inzaghi a Cassano, passando per uno dei numeri 10 più iconici del calcio italiano. “Ho seguito molto Francesco Totti, sin dal primo giorno. È il mio idolo calcistico e ho cercato di apprendere il più possibile da lui. Per me è stata una grande ispirazione”.
Nel 2006, a 17 anni, passa alla Primavera del Genoa. Non è un ciclista ma da lì inizia il suo Giro d’Italia. La prima squadra ad accoglierlo è l’Ancona in Serie B dove sigla il primo gol di una lunga serie. L’ultima rete è quella segnata con la Juve Stabia contro il Bari capolista e in fuga nel girone C. Nonostante un fastidio muscolare, Eusepi stringe i denti e resta in campo. Solo qualche minuto dopo posizionerà la sfera sul dischetto. “È stata una vittoria decisiva, il mio gol ha portato tre punti fondamentali”. Nel mezzo, però, ci sono state 18 maglie indossate e oltre 100 reti segnate. “Ho girato tanto, in ogni città dove sono stato ho sempre cercato di dare il meglio di me. Delle volte ci sono riuscito, altre meno, ma posso dire di aver dato sempre il massimo e nessuno lo può negare”. L’affetto della gente è testimoniato dal soprannome che gli danno a Pavia. “Mi chiamavamo ‘Re’ è stata una cosa simpatica, che mi porto dietro per tutta la carriera”.
Di gol pesanti ne ha segnati davvero tanti così come aveva ne aveva già realizzato uno nello stadio della Juve Stabia ma con un’altra maglia, quella del Benevento. Per ricordare quella rete bisogna ritornare al giorno dell’Epifania di qualche anno fa. Stagione 2014/2015 i giallorossi stavano lottando per la promozione diretta con la Salernitana. Non sono ammessi passi falsi, così sale in cattedra Umberto Eusepi che, con una doppietta, ribalta il match. “A Benevento ho fatto 18 gol, non mi sarei mai aspettato il doppio salto del club. Auguro il meglio al Presidente Vigorito”. La stagione si concluse con l’estromissione nei play-off. Re Umberto assaporò comunque la Serie B grazie alla chiamata della Salernitana: “Avevo 24 anni e ho fatto questa scelta che poi non è andata bene perché mi sono fatto male. Non me ne pento, era un’opportunità importante per la mia carriera”.
In una carriera così lunga l’attaccante romano si è tolto parecchie soddisfazioni. A partire dall’aver giocato in piazze che vivono di calcio 365 giorni all’anno. “Ho giocato in squadre importanti e i tifosi mi hanno sempre dato una grossa mano. Mi hanno sempre spronato e regalato tanta adrenalina”. Il piacere di giocare in città importanti del nostro calcio è culminato spesso in imprese storiche. “Ho vinto tre campionati e sono andato vicino a vincerne altri due”. Legate alle promozioni c’è una rete che difficilmente dimenticherà. “Il gol più importante è quello della finale playoff a Foggia”. Era la stagione 2015/2016 quando Eusepi vestiva la maglia del Pisa allenato da Gattuso e sfidava il Foggia di De Zerbi per la vittoria dei play-off. Alcune reti non sono pesanti dal punto di vista del risultato ma dal punto di vista personale: “Ricordo quella con la Lazio, in Coppa Italia all’Olimpico davanti ai tifosi e alla mia famiglia”.
Nonostante stagioni prolifiche non sempre è stato riconfermato. La relazione più turbolenta è quella con l’Alessandria. “Nell’ultimo anno e mezzo ho fatto circa 26 gol con l’Alessandria: lo scorso anno ne ho fatti 13. Ho promesso la vittoria del campionato e l’abbiamo ottenuta”. Proprio nei confronti dei grigi ha qualche sassolino dalla scarpa che vuole togliersi. “Ad Alessandria ho dato il cuore. Non avevo alcuna idea di andare via ma ho accettato perché non voglio stare in un posto nel quale non mi vogliono. Non mi hanno trattato bene”.
Per Re Umberto si è chiusa una porta ma si è aperto un portone. “Sono strafelice di essere arrivato a Castellammare di Stabia, questa è una piazza stupenda che mi regala forti emozioni sin da subito”. Squadra nella quale ha ritrovato un suo vecchio allenatore. “Devo la mia presenza a Castellammare di Stabia a mister Novellino, i rapporti restano anche se è cambiata la guida tecnica”. Un infortunio ad inizio campionato non gli ha impedito di segnare 5 reti in 8 presenze. Senza il suo faro lì davanti, la squadra ha vissuto un periodo altalenante e la società ha deciso di dare una scossa all’ambiente. Fuori Novellino e al suo posto l’ex allenatore della Pistoiese Stefano Sottili: “Sta dimostrando di avere grandissime qualità a livello umano e sul campo”.
Re Umberto per ora si è fermato a Castellammare, ma senza frenare la sua voglia di segnare.
A cura di Raffaele Galasso
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