Calcio ed economia, due facce di un’unica grande medaglia. Sarebbe facile pensare solo ad un pallone che entra dritto in rete, ma oggi se sei un tifoso puntiglioso vuoi sapere sempre di più. Così da anni si sente parlare di indice di liquidità. Uno strumento il cui meccanismo può sembrare complicato, ma che è in realtà molto semplice. “Vendere prima di acquistare”, è stata la dichiarazione standard di molti dirigenti italiani in questi ultimi anni. Il significato economico? Risiede (anche ma non solo) proprio nel parametro introdotto dalla Federcalcio nel 2015, quando venne inserito quale criterio del sistema di controllo economico-finanziario.
Controllo, appunto. L’indice di liquidità non è altro che uno strumento di controllo e valutazione. Verifica la capacità di un’azienda (in questo caso una squadra di calcio) di far fronte agli impegni assunti. E quindi la capacità di rispettarli. In tal senso, il suo lavoro è duplice: di “sopralluogo” ma anche di “determinazione”. Cosa significa? È capace di riscontrare un’eventuale carenza finanziaria. L’indice è calcolato attraverso il rapporto tra le attività correnti e le passività correnti all’interno di un periodo di 12 mesi. Un rapporto, tradotto, tra il denaro “attivo” o posseduto e ricevuto dai creditori, e quello che deve essere estinto, ossia i pagamenti da estinguere e i debiti. Dalla prossima stagione, quella 2022-2023, questo strumento sarà criterio di ammissione per l’iscrizione ai campionati professionistici. Quindi, anche quello di Serie C, oltre che la B e la A. “Si tratta di un indice che dimostra quanto un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziari”, Aveva detto Valerio Giuffrida, agente FIFA e commercialista, ai microfoni di grandhotelcalciomercato.com (leggi qui l’intervista).
L’indice di liquidità, deve rispettare un valore stabilito. Se ciò non avviene la pena consisteva, fino allo scorso anno, al blocco di una finestra di mercato in entrata. Il divieto, cioè, per un club, di potere tesserare nuovi giocatori. Da quest’anno, la pena sarà peggiore: la mancata iscrizione al prossimo campionato (leggi qui gli altri parametri di iscrizione). Nel caso della Serie C il valore richiesto deve essere pari a 0,7. Per la Serie A e B invece corrisponde a 0,5. La Co.Vi.So.C (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) controllerà questi parametri due volte in una stagione. Il mandato dei componenti ha una durata quadriennale.
Ci sono due possibili strategie per rispettare il parametro ed evitare le pene salate. Il primo sarebbe l’aumento di capitale, ma nell’epoca post-pandemica è una manovra che in pochi (pochissimi) possono permettersi. Il bastone su cui aggrapparsi, diventa così il calciomercato. Che è, allo stesso tempo, anche il bersaglio preferito dell’indicatore di liquidità. La soluzione, infatti, sarebbe quella di ridurre gli ingaggi dei calciatori o cederli direttamente. Un concetto che negli anni è stato espresso molto bene da una sorta di ritornello: “Vendere prima di acquistare”. Una mossa ormai operata da quasi tutti i club professionistici, dalla Serie A alla Lega Pro.
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