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Gagno e il muro dell’impossibile: “Da piccolo facevo l’attaccante. Poi ho cambiato come il mio idolo Buffon”

Nella vita dobbiamo tentare l’impossibile– Riccardo Gagno ha seguito il pensiero di Bauman alla perfezione. Dalla filosofia ad un lancio di 80 metri, perché per fare gol in una circostanza simile devi andare oltre il razionale (qui il gol). Meglio il gol o un rigore parato? L’eroe del Modena non ha dubbi: È stata un’emozione indescrivibile, meglio di qualsiasi rigore parato, non me lo sarei mai immaginato. Ho avuto la fortuna di diventare uno dei pochi di questa cerchia”. Festeggiamenti? Pochi, perché un è professionista e sa bene che gli obiettivi della squadra sono di primaria importanza: Non ho fatto molto nel dopo partita perché poi il giorno dopo ci siamo allenati. Un aperitivo con un mio amico, la mia famiglia ed il mio procuratore”.

Il Modena giovedì potrebbe festeggiare la promozione in Serie B e Gagno ci ha fatto una promessa: Se vinciamo il girone mi tingo i capelli di bianco“. Un pensiero anche per i tifosi: “Ci hanno sempre sostenuto. Dopo qualche anno di sofferenza, speriamo di regalargli una piacevole emozione”.

I primi passi da attaccante e l’idolo Buffon

Ora guida il Modena e difende i pali del Braglia, ma non ha indossato i guanti sin da subito: Da piccolo mi piaceva giocare in attacco, poi con il passare degli anni mi hanno incominciato a provare in porta perché ero il più alto, mi è piaciuto ed ho continuato”. Stesso percorso del suo idolo, Gianluigi Buffon, che ha iniziato da giovanissimo come centrocampista, prima di trasformarsi in Superman: Gli ruberei tutta la carriera che ha fatto (ride ndr). Da portieri come lui bisogna apprendere tutto, specialmente la mentalità. Quella ti porta a migliorarti e crescere”.

Un amore nato nelle piazze e la passione per il basket

Il miglior modo per imparare è per strada. Questa è una frase che si ripete all’infinito e fa parte anche dell’infanzia di Gagno: La passione per il calcio è nata nelle piazze con i miei amici, non ho avuto nessun dubbio”. Da Montebelluna ai vari viaggi per l’Italia, ma il portiere del Modena ci tiene a ricordare tre figure molto importanti del suo percorso:Devo ringraziare i miei preparatori Brunello e Conte ed anche mister Alberto De Bortoli, che mi ha migliorato tecnicamente. L’ultimo è un aspetto molto importante, soprattutto nel calcio moderno.

La sua vita non racchiude soltanto il calcio: Gioco tanto alla playstation e mi piace guardare l’Nba. Al campetto con i miei amici ci divertiamo anche a fare dei tiro al canestro. Che squadra tifo? Nessuna in particolare. Ovviamente guardo spesso gli Atlanta per Gallinari. Sono stato sempre affascinato dai Brooklyn e dai Chicago di Michael Jordan“. Dal calcio al basket con un comun denominatore: la passione e la voglia di superare nuovamente l’impossibile.

A cura di Antonio Salomone

Antonio Salomone

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