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A tutto Ivan Tisci: dalla corsa playoff alla voglia di rimettersi in gioco

“Sono per un calcio di qualità. Qualità nel lavoro, nell’approccio alle partite e negli allenamenti. Voglio un gioco propositivo e i numeri in questi anni in tal senso sono stati dalla mia parte. Le mie squadre hanno sempre risposto presente sotto quest’aspetto, mi piace fare la partita con rispetto degli avversari ma senza subirli. Lavoro su questi principi e vedremo cosa ci riserverà il futuro”. Manifesto di Ivan Tisci. L’allenatore originario di Genova, 40 punti in 31 partite alla guida dell’Audace Cerignola prima della separazione con il club pugliese a metà marzo, ha messo alle spalle la tappa professionale di esordio nel campionato di Serie C e guarda già al futuro. Senza mai perdere contatto con il campo. “Staccare è difficileracconta ai microfoni de LaCasadiC.com quando vivi di calcio e della passione per questo sport sin da bambino diventa complicato. Mi sono goduto la famiglia per qualche giorno ma poi ho iniziato a girare per gli stadi per vedere partite dal vivo e seguire con attenzione anche gli altri gironi. Per il futuro c’è tempo”.

“Playoff, che spettacolo. Occhio ad Avellino e Vicenza”

Campo e attualità, in C, sono due voci che fanno rima con playoff. E Tisci sta seguendo con grande attenzione gli spareggi che valgono la promozione in B. “Ero molto curioso di vedere come sarebbero andate queste partite dice riferendosi all’andata del primo turno della fase nazionaleil sorteggio ha opposto in quattro occasioni squadre del Sud, che conosco bene, contro squadre del Nord. Ho seguito con grande attenzione Taranto-Vicenza e vedere stadi così pieni in C è entusiasmante. Vanno dati i meriti a questa piazza e a Eziolino Capuano per quello che hanno saputo ricreare a Taranto. Il Vicenza è una squadra forte, con l’arrivo di Vecchi ha ritrovato certezze e secondo me potrà essere protagonista fino alla fine. Non credo che però la pratica qualificazione sia chiusa”.

“Mi è piaciuto anche il Benevento, che ha pareggiato a Trieste per effetto di un secondo tempo importante. Mi ha colpito l’atteggiamento del Catania sul campo dell’Atalanta Under 23, squadra giovane e di grande intensità. Per i siciliani è stata un’annata senza dubbio intensa e particolare, ovviamente ai tifosi del Catania auguro che lo diventi sempre di più. I playoff sono un mini-torneo in cui incidono tanto due fattori: piazzamento in classifica e sorteggio“. Avellino è una piazza che Tisci conosce bene, per averci giocato: «Hanno un grande potenziale ed è tra le squadre che possono arrivare in fondo. Sono curioso di vedere la Torres, che ho seguito un pochino meno rispetto ad altre squadre. Hanno fatto un grandissimo campionato. Il Padova ha struttura e merita attenzione. La profondità di scelta in un torneo in cui si va in campo ogni quattro giorni è determinante“.

“Non sono ipocrita, avrei voluto giocare i playoff. A Cerignola troppi pareggi”

Il nastro si riavvolge all’esperienza di Cerignola, chiusa con la squadra alle porte di quella zona playoff poi conquistata negli ultimi 270′ di campionato. “Non sono ipocrita e non ti nascondo il rammarico, avrei voluto giocare i playoff – sottolinea l’allenatore – sapevo quale doveva essere il percorso delineato con la società. Per larghi tratti siamo stati all’interno dei playoff, poi il non aver avuto sempre la rosa al completo è stato un handicap per noi. La squadra fino al momento in cui sono stato in panchina era a 40 punti, creava tanto e aveva mandato due giocatori come Malcore e D’Andrea in doppia cifra. Abbiamo pareggiato tanto anche a causa delle assenze ma fa parte del mestiere”.

In Serie C vincono pochissime squadre e gli esoneri sono all’ordine del giorno, per un allenatore resistere in panchina non è semplicissimo. Sono però felice del percorso fatto, per me è stato formativo”. Nessun dubbio sulla partita che vorrebbe rigiocare in gialloblù: “Dico quella giocata all’andata sul campo dell’Avellino: eravamo ancora imbattuti e si affrontavano due squadre in salute. Aver dovuto giocare per un’ora in 10 a causa dell’espulsione di Krapikas mi è spiaciuto. Abbiamo perso al 95′ e avrei voluto giocarla in 11 contro 11“.

“Dalla D alla C salto formativo e stimolante”

Il passaggio dalla D, dove aveva allenato nell’ultima esperienza a Fasano, alla C è stato stimolante. “Mi aspettavo di trovare un livello diverso e sono rimasto meravigliato dai tanti allenatori bravi e preparati che ho incrociato da avversari. L’allenatore deve essere bravo ma se i tuoi concetti non sono accettati dal gruppo serve a poco: è stato un salto formativo, sono contento di come è andata e mi dispiace di non aver completato l’opera”. A Cerignola Tisci ha valorizzato tanto il parco attaccanti con la coppia Malcore-D’Andrea in doppia cifra a metà del girone di ritorno, come fatto l’anno prima in D a Fasano con Corvino capocannoniere. Diversi, assicura, sono i giocatori pronti per il salto di categoria.

“Questa è una domanda che mi hanno fatto anche tanti addetti ai lavori che ho incrociato negli stadi in questo periodo post esonero – ammette Tisci ho avuto la fortuna di allenare una rosa con un potenziale di crescita importante, molti di loro erano al secondo anno di C e dovevano confermarsi o riscattarsi. Ho parlato spesso bene di Capomaggio, un play che è arrivato secondo me tardi nel professionismo: merita l’attenzione di club di B per lo spirito che ha, le qualità e la stagione che ha giocato. Ho parlato spesso di lui ma credo che ce ne siano parecchi che possono essere accostati a società importanti. Auguro il meglio a tutti loro, lo meritano”.

Zeman e Pioli riferimenti, Italiano e Thiago Motta i modelli

Testa al futuro, allora. Tisci ripartirà dal girone C? “Per me è il raggruppamento che ti dà più stimoli in questo mondo che è una grande lavatrice per gli allenatori. Chiaramente io non sono nelle condizioni di scegliere un club o un girone ma mi piacerebbe tornare a fare quello che stavo facendo – sorride – non parlo di progetti, ormai nel calcio moderno per me ce ne sono davvero pochi. Oggi gli allenatori vengono spesso giudicati settimanalmente, c’è un’esasperazione del risultato e tutto cambia nel giro di poco tempo. Mi piacerebbe riprendere il mio percorso, ho voglia di lavorare e crescere e sbagliare il meno possibile. Al sud ho già lavorato in passato ma non mi dispiacerebbe affacciarmi anche a un’altra parte dell’Italia. Spero intanto che arrivi qualcuno che ha notato il lavoro fatto”.

L’elenco dei modelli è vasto: “Mi soffermo volentieri su Zdenek Zeman, che ho avuto il piacere di conoscere quando mi ha allenato. Sono stato quasi tre anni con Stefano Pioli (a Modena, ndr) e mi ha lasciato tantissimo. Sono felice per la carriera che sta avendo. Studio con grande attenzione Thiago Motta, che allena e comunica benissimo, Vincenzo Italiano che ha fatto tutta la trafila dalle categorie inferiori. Sono felice per Daniele De Rossi, che da allenatore sta confermando la grandissima personalità che aveva in campo. Diciamo che mi piace chi propone, meno chi specula sul risultato per tenersi la panchina ben salda”. Manifesto di Ivan Tisci. Che fa della qualità il punto di partenza di tutto.

Luca Guerra

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