Il no al Liverpool, la Juve e l’Italia: la storia di Mancini
Che la Juventus Next Gen sia il primo serbatoio di talenti dal quale attingere è ormai un fatto appurato. Lo dimostra adesso il caso di Tommaso Mancini. E pensare che, pochi anni fa, su di lui si era fatto concreto l’interesse da parte del Liverpool e del Milan, ma il ragazzo scelse appunto la Juventus. Scelta ripagata per l’attaccante della formazione di Brambilla che ha ottenuto la convocazione di Allegri in prima squadra per la trasferta con l’Atalanta nella settima giornata di campionato. Ma non è tutto. Mancini ha vissuto forti emozioni anche in Coppa Italia Serie C con la Next Gen. Il giovane talento bianconero, infatti, ha segnato una tripletta nel primo turno eliminatorio della competizione contro la Pro Vercelli, permettendo ai suoi di passare alla fase successiva della competizione.
Mancini: “L’emozione dell’esordio in Serie B è indescrivibile”
Il connubio tra Mancini e il calcio è questione “di sangue”. E’ una passione che nasce in maniera del tutto naturale. Da bambino, come raccontò ai colleghi di JuventusNews24.com. Merito del nonno e del padre. “La passione per il calcio me l’ha trasmessa mio papà. Già mio nonno giocava ai tempi a Vicenza, nella città dove sono nato, infatti ho iniziato anche io a giocare al Vicenza a 5 anni”. Oggi Tommaso ha un solo obiettivo quando scende in campo. Segnare. La scelta è maturata tra i pali. “Giocavo anche in porta, quindi oltre a fare gol cercavo pure di pararli”. A 12 anni prende la decisione definitiva. Lui vuole solo fare gol. Tommaso Mancini diventa attaccante. Non c’è solo il calcio nella vita del giovane adolescente. Tommaso pratica anche lo sci, sport che lo affascina.
Il ragazzo continua ad allenarsi e a convincersi sempre di più che, in fondo, la sua strada sarà inseguire un pallone. La prima “svolta” arriva a 15 anni. “In Under 15 ho avuto la mia esplosione diciamo: ho fatto un buon campionato. Mi ha chiamato la Nazionale. Sono stato aiutato dalla società e dagli allenatori che ho avuto“. Una crescita tecnica che notano anche società più importanti in cerca di nuovi ragazzi da inserire nei settori giovanili. A bussare alla porta dello juventino è il Vicenza. “A 16 anni ho fatto l’esordio a Vicenza che è la squadra della mia città ed è stato bellissimo“.
Il club veneto è l’ambiente migliore per continuare il suo processo di maturazione tecnica, professionale ed umana. Il fatto di poter giocare nella squadra della sua città e di avere anche gli affetti vicini sono elementi determinanti. “La spensieratezza, la famiglia, il fatto di essere sempre agevolato dalla mia città mi ha aiutato molto“. I primi segnali di un futuro brillante si vedono sin da subito in maglia biancorossa. “Un ricordo bellissimo è un gol in rovesciata che ho fatto in Under 15, mi sono trovato benissimo, è stato tutto perfetto». Con la società veneta svolge tutto il percorso delle giovanili.
Il Vicenza ha fiducia nel giocatore. Le prestazioni del ragazzo convincono tutti. Anche l’allenatore della prima squadra Domenico Di Carlo che il 4 gennaio 2021 convoca Tommaso per un match di campionato. Categoria? Serie B. Istantanee di emozioni e sentimenti indescrivibili. Quasi difficili da raccontare. “Eravamo 3-0 in vantaggio a Brescia, mi stavo scaldando. Già che il mister mi aveva convocato non ci credevo. Mi allenavo da ormai un mesetto in prima squadra. Era una cosa incredibile. Nonostante non ci fosse nessuno allo stadio, a causa del Covid, mi sembrava di essere fuori dal mondo. È stato intenso, potevano esserci tante aspettative ma ho cercato di fare del mio meglio. È stato stupendo, ho chiamato subito la mia famiglia, i miei amici, è stata una giornata indescrivibile“.
Tommaso fa il suo esordio in cadetteria. A 16 anni. La stessa sorte di due bandiere del Vicenza e del calcio italiano. Roberto Baggio e Paolo Rossi. Ed è proprio quest’ultimo al quale Tommaso dedica un pensiero e un sentito ringraziamento. “E’ stata una fortuna conoscere Paolo Rossi. Mi ha dato dei consigli da attaccante. Per lui il Vicenza è una società stupenda. Mi ha detto di rimanere perché potevo crescere, potevo migliorare, e poi sarei potuto andare a giocare nei grandi club. Mi ha trasmesso la sua umiltà fin dai primi discorsi che abbiamo fatto“. Grande esempio e modello per il ragazzo. “E’ stata un’ispirazione e una fortuna averlo conosciuto“. Quell’anno Mancini calca i campi della Serie B in altre quattro occasioni. E’ il preludio a quanto accadrà nella stagione seguente. L’attaccante veneto entra in pianta stabile fra le gerarchie della prima squadra.
Unico rammarico è per l’epilogo del campionato. Il Vicenza retrocede in Serie C. “Non è stata una stagione da incorniciare. Ci sono state molte difficoltà, siamo stati sfortunati in certe occasioni. Abbiamo fatto il possibile ma non è andata bene“. Finisce il campionato, Tommaso parte per un torneo con la Nazionale, ma a tenere banco è il suo futuro. Le richieste non mancano. E’ lo stesso giocatore a raccontare le proposte ricevute. Tra le pretendenti anche il Liverpool di Kloop. Tommaso ha le idee chiare. “La mia scelta è arrivata quando ho deciso di voler andare alla Juve. L’ho detto a mio papà, alla mia famiglia e ho scelto la Juventus. Reputo che la Juve sia la società con le strutture e il percorso che mi possa far crescere più di tutte. Anche grazie alla Next Gen“.
Dalla Primavera alla Prima Squadra passando per la Next Gen, il sogno di Mancini continua
Oggi Tommaso fa parte della Next Gen, dopo una stagione da punto di riferimento nel reparto offensivo della Juventus Primavera. Prestazioni e numeri (13 gol e 5 assist) che Brambilla ha osservato con grande attenzione. Lo dimostrano le convocazioni del ragazzo proprio con l’Under 23 già nella scorsa stagione. L’esperienza con la Next Gen è un passo fondamentale per la sua crescita umana e professionale. Qua respira già l’aria di una squadra che punta solo alla vittoria. Una seconda squadra che lavora da prima.
La Serie C è l’occasione per prendere confidenza con un campionato nuovo e che porta le sue difficoltà. Anche per chi viene dalla Serie B. Ad aiutarlo c’è anche lo stesso allenatore. Brambilla gli trasmette la giusta serenità per affrontare la categoria. Per non farsi prendere dalle emozioni. Così come i compagni. Nessuno escluso. Anche il suo “rivale” di allenamento Dean Huijsen. Il difensore più difficile da saltare e che ora gioca dove merita.
Lo stesso discorso vale per l’amico e collega di reti in Primvaera Kenan Yildiz. Chissà, magari un giorno potranno condividere l’area di rigore avversaria con la prima squadra. E’ questo l’augurio di Mancini che, adesso più che mai, sogna la Serie A. Per lui potrebbe essere l’occasione migliore per consacrarsi a calcio “dei grandi”. Il valore aggiunto della Juventus Next Gen è proprio quello di poter contare su ragazzi nati e cresciuti con la mentalità Juve. In una parola. Continuità. Per proseguire la scalata fino al palcoscenico più prestigioso. Quello dell’Allianz Stadium. Stadio nel quale Mancini non ha ancora giocato in partite ufficiali, ma che ha assaggiato nell’amichevole tra prima e seconda sqaudra dello scorso agosto. Il sogno di condividere il campo con il suo idolo Vlahovic continua.