Una prima volta dal sapore speciale. Giorgio Lucenti è pronto a guidare la sua Juve Stabia contro la Viterbese, nel match valido la 24^ giornata del campionato di Serie C, Girone C. Sono state 24 ore difficili da digerire dopo le dimissioni dell’allenatore Leonardo Colucci, per motivi personali. Una squadra al 5° posto, una stagione fin qui over-performante. Poi la notizia che non ti aspetti e un gruppo che ora deve ripartire. Dalle solite certezze, ma con un volto nuovo in panchina. E il classe 1975 ha l’esperienza giusta per seguire l’onda del suo predecessore.
Prima Colucci. Da inizio anno, fino alla 23^ giornata di campionato. Poi questo comunicato: “La S.S. Juve Stabia comunica che il tecnico Leonardo Colucci ha presentato, in data odierna, le sue dimissioni da allenatore della prima squadra per motivi personali. Insieme al tecnico, ha rassegnato le dimissioni anche il collaboratore Giuseppe Montanaro”. Adesso a Lucenti, collaboratore tecnico già da due anni nel club, spetta il compito di ripartire. Farlo con una vittoria, dopo la sconfitta rimediata a Monopoli il 23 gennaio (1-0).
Un obiettivo chiaro, e capire come raggiungerlo. Per il primo suono della campanella, meglio non stravolgere troppo alcuni schemi. Soprattutto se il passato ha dato ragione a chi ti ha preceduto. Così Lucenti dovrebbe utilizzare ancora una volta il 4-3-3 con D’Agostino, Zigoni e Pandolfi per costruire il tridente ideale. Gioco sulle fasce e tanta aggressività. Un codice uguale, le stesse idee seguite da mesi. E un lavoro, soprattutto di testa dopo lo “shock” delle dimissioni di Colucci. E chi meglio di Lucenti poteva rasserenare un ambiente che conosce ormai da anni?
La società è alla ricerca del profilo più adatto. Ma, nel frattempo, la panchina non poteva essere più al sicuro di così. Nelle mani di un uomo che conosce il clima gialloblù. Prima l’Under 17, poi la Primavera e la promozione a collaboratore tecnico insieme a Walter Novellino prima e Stefano Sottil dopo. Fino al ruolo di vice allenatore, con Colucci. Il carisma ideale, un presente di tutto rispetto e un passato che parla per lui. Basti pensare che esordì in Serie A con la maglia dell’Empoli contro l’Inter dei fenomeni. Ronaldo e ancora Bergomi, Pirlo e Baggio. Poi tante maglie: dal Siracusa (dove ha iniziato), passando per Palermo e arrivando alla Roma di Zeman. Ma è arrivato il momento di chiudere gli occhi e catapultarsi su Viterbo. Un’altra storia, forse breve. E per questo, da rendere speciale.
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