Nel panorama calcistico europeo sono tante le big che ad oggi hanno voluto investire nelle seconde squadre, per formare un sistema di crescita giovanile che dia ai talenti più promettenti la possibilità di fare esperienza nel calcio professionistico. In Italia, fin qui, l’unica a essersi accodata alla tendenza europea è stata la Juventus. Dal 2018 la Juventus U23 gioca in Serie C, e col tempo ha iniziato a portare diversi giovani anche in prima squadra. L’ultimo talento a riuscire a esprimersi al meglio con la formazione di Allegri è Miretti, che da diverse partite gioca in pianta stabile anche in Serie A.
Con la Juventus U23 nel secondo turno della fase nazionale dei playoff, in attesa dell’imminente ritorno previsto per il 22 maggio, uno dei temi centrali riguarda la possibilità per i bianconeri di giocare in Serie B. Durante il forum organizzato dal Corriere dello Sport, tanti addetti ai lavori sono intervenuti sull’argomento seconde squadre. In particolare, Mauro Balata, presidente di Serie B, ha parlato anche di questa possibilità: “Non sono d’accordo. Già esiste un campionato giovanile di livello: la Serie B”.
Parole che fanno intendere come la Serie B rappresenti già di per sé una palestra importante per i migliori giovani italiani. Balata ha poi proseguito su questa scia: “Lo vediamo dai numeri e dai convocati in Nazionale, senza il campionato cadetto il patrimonio andrebbe disperso. Ma non possiamo permettere che le seconde squadre arrivino in B”.
Durante il forum sono stati diversi gli esperti intervenuti sul tema. Demetrio Albertini ha espresso le sue due idee riguardo i giovani e le seconde squadre: “Bisognerebbe riaprire il mercato interno. I club di A devono poter prendere giocatori dalla Serie B per valorizzarli. Con le seconde squadre, a mio avviso, ci possono essere solo benefici. Inghilterra, Germania, Spagna e Francia. Manchiamo solo noi, eppure ci sarebbe la possibilità”.
Anche Maurizio Arrivabene, Amministratore Delegato della Juventus, ha affrontato la questione riguardante la Juventus U23: “La federazione qualche riforma l’ha fatta. L’Under 23 della Juve ci ha permesso di portare qualche giovane in Serie A”. Carlo Ancelotti, invece, ha condiviso una riflessione generale sul tema giovani: “Il calcio italiano credo debba cercare un miglioramento nello spettacolo. Ora non è attrattivo. La generazione successiva al 2006 ha avuto difficoltà a esprimersi. C’è stato il successo insperato dell’Europeo, ma la qualità individuale non è la stessa di quindici anni fa. I giovani italiani faticano a trovare spazio”.
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