Nella nuova produzione originale di Juventus Creator Lab, dal titolo “Against All Odds”, il protagonista è stato il giocatore bianconero Marco Da Graca. Classe 2002 e palermitano di nascita, l’attaccante è in forza alla Juventus Next Gen, dove vanta oltre 50 presenze. Ha esordito anche in prima squadra con Pirlo alla guida, e segnato la prima rete contro il Chivas in una tournée americana. Cresciuto in una squadra siciliana per poi approdare al Palermo, Da Graca si è raccontato sul canale della Juventus, tra infanzia, ricordi e vari aneddoti del passato.
Marco Da Graca ha esordito parlando della sua infanzia in Sicilia, ricordando quel periodo vissuto con i nonni: “Io ho visto tantissimi miei amici che hanno fatto una bruttissima fine, alcuni morti, altri arrestati. Se non avessi giocato a calcio non saprei cosa avrei fatto nella mia zona. Credo che avrei fatto una fine brutta. Il Mercato del Capo, dove sono cresciuto, è un quartiere non facile in cui abitare. Da piccolo ho visto alcuni amici che spacciavano e rubavano. Troppa gente che si butta nella malavita”.
“All’età di sei anni e mezzo ci fu la separazione dei miei genitori. Con mio padre all’inizio c’era un buon rapporto, poi non l’ho più visto per quattro-cinque anni. Mia madre si fece un’altra vita e a casa, dove son cresciuto, rimasi solo con mia sorella. All’età di otto-nove anni mi trasferii dai miei nonni e da lì mi sono anche “salvato” per la situazione che c’era nella mia zona. Ho cominciato a giocare a calcio e ha preso inizio la mia vita calcistica”.
L’attaccante bianconero si è poi soffermato sul passato e sulla scelta di andare alla Juventus: “Ho sempre giocato per strada e ritrovarmi in un campetto è stato bello. Ho fatto al Calcio Sicilia un anno e mezzo, dopodiché c’è stato l’acquisto del Palermo. Mio nonno c’era sempre, era il primo. Metteva la sedia dietro la porta e aspettava che io segnassi. Un giorno mia zia fece un cartellone con scritto “Inter o Juve?” Io da lì capii che c’erano queste due squadre che mi volevano e ovviamente risposi Juve. Volevo la Juve perché la Juve è la Juve. Trasferirsi a Torino è stato difficile all’inizio. A metà stagione scesi giù a Palermo e non volevo più salire non per la Juventus, ma era una questione personale perché mi mancava una figura di riferimento come mio nonno”.
Infine, sulla prima squadra bianconera e la sua prima rete: “Quando vedo la prima squadra mi viene voglia di ritornarci, perché significherebbe realizzare il sogno che ho sin da bambino. Con Pirlo, mi ricordo che giocavamo contro la Spal, lui mi guardò e mi disse di riscaldarmi. Tremavo, avevo il cuore che batteva fortissimo, quasi al punto da non respirare più. Quando ritornavo negli spogliatoi ero orgoglioso di tutti i sacrifici fatti dalla mia famiglia. Contro il Chivas, in prima squadra in tournée, è arrivato il primo gol e son rimasto anch’io scioccato. Non ci credevo”.
A cura di Antonio Palladino
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