Settimane importanti per il presente e il futuro della Juventus. Il 28 novembre scorso le dimissioni di Agnelli e dell’intero Cda. Un terremoto che ha portato a un radicale cambiamento nel mondo bianconero. Dopo la nomina del nuovo presidente, Gianluca Ferrero, nella giornata di lunedì 26 dicembre il club ha comunicato la lista dei nuovi membri del Consiglio di Amministrazione. Due giorni dopo si è svolta l’assemblea degli azionisti, che hanno approvato il bilancio societario. Un’occasione in cui è tornato a parlare anche Andrea Agnelli. Dopo gli auguri ai suoi successori, l’ex presidente bianconero ha voluto commentare il suo addio: “Mi sono impegnato al massimo per ottenere i risultati migliori. La scelta di dare le dimissioni non è stata facile ma l’ho presa in modo convinto e in piena serenità. La società è chiamata a difendere la propria posizione. Io personalmente ritengo di avere operato bene in questi anni e i rilievi nei nostri confronti non sono giustificati. La società è chiamata a difendere la propria posizione. Fare un passo indietro in modo che le scelte non fossero condizionate dal mio coinvolgimento. La Juventus viene prima di tutto e di tutti. Fino alla fine“.
Agnelli che è tornato, dunque, a parlare dopo la sua ultima uscita ufficiale da presidente della Juventus. Ultima uscita che coincise con la prima partita della Next Gen all’Allianz Stadium contro il Mantova. Una ‘Tavola rotonda’ prima del match che vide come protagonisti, oltre all’ex numero uno bianconero, anche i vertici Nazionali di Figc, Lega Serie A e Lega Pro. Un’occasione in cui si affrontò il tema delle seconde squadre all’interno del panorama italiano. Costi, benefici e prospettive. Il riferimento? La Juventus.
Quella bianconera, infatti, è l’unica realtà che concretamente in questi anni ha deciso di perseguire il progetto della seconda squadra. Un progetto, quello della Juventus U23, diventata poi Next Gen, nato proprio sotto la presidenza Agnelli. Un ruolo decisivo, per la creazione e realizzazione del progetto, lo giocò Federico Cherubini. “Vogliamo avere ragazzi che possano diventare giocatori della Juventus o, in alternativa, giocatori di club europei di prima fascia”. Cherubini che, insieme al ds della Next Gen Giovanni Manna, rappresenta uno degli elementi di continuità rispetto al vecchio corso in casa bianconera. Il primo ha visto nascere il progetto seconda squadra. Il secondo lo sta portando avanti. E i frutti, anno dopo anno, continuano a vedersi.
Una realtà, quella della Next Gen, che certifica la decisa volontà della Juventus di puntare sui giovani. Coltivare nuovi talenti che possano diventare dei valori aggiunti per la Prima Squadra. E, all’interno di questo processo di crescita, la Next Gen costituisce un passaggio fondamentale. Da Miretti a Fagioli, passando per Iling e Soulé. Tanti i ragazzi che hanno compiuto questo percorso. A dimostrarlo anche le chiamate di Max Allegri, sempre attento ai giovani talenti presenti nelle formazioni della Next Gen e della Primavera. Giovani che trovano sempre più spazio, come nelle amichevoli giocate contro l’Arsenal e il Rijeca. Il prossimo appuntamento è fissato per il 30 dicembre contro lo Standard Liegi. Tra le diverse assenze della Prima Squadra e la Serie C ferma per la sosta, è probabile che Allegri decida di dare spazio, una volta ancora, a qualche giovane bianconero.
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