“Con lui non si scherza, durante una seduta in palestra mi ha punzecchiato per le posture degli esercizi. In un torello per poco non mi staccava una gamba per recuperare il pallone”. A chi si riferiscono queste parole? Chiedetelo ad Emanuele Pecorino. L’attaccante della Juventus Next Gen non si è decisamente trattenuto quando gli hanno chiesto cosa lo avesse colpito della sua esperienza in casa Milan. Non ha avuto dubbi: Zlatan Ibrahimovic.
Il calciatore della Juventus, nato a Catania il 15 luglio del 2001, sta attraversando un momento d’oro per sé stesso e per la squadra di Massimo Brambilla. L’attaccante è a quota 6 gol stagionali, di cui 4 nelle ultime tre giornate (qui gli ultimi gol). Numeri che non stupiscono per un giocatore che seppur colpito, nell’arco della sua giovane carriera, da numerosi infortuni, ha sempre saputo rialzarsi.
Emanuele Pecorino non ha mai mollato, ha sempre cercato di non abbattersi. Costanza, attenzione ai dettagli e determinazione negli allenamenti hanno contraddistinto il tempo lontano dal campo. Proprio come Ibra, lontano dal pallone e dal sapore dell’erba, ma sempre vicino alla squadra e con unico obiettivo: tornare per aiutare i compagni. L’esperienza in casa Milan l’ha fatto crescere. Ha indossato la maglia della Primavera rossonera allenata da Federico Giunti nella stagione 2019/2020 e lo ha fatto da trascinatore. In quell’esperienza ha conosciuto molti campioni di oggi. Ha condiviso gol, giocate e spogliatoio con l’amico Daniel Maldini, oggi allo Spezia. Una stagione positiva, coronata poi dagli allenamenti con la prima squadra.
Dopo Milano torna nella sua terra, in Sicilia. In quella Catania che gli ha regalato la soddisfazione di esordire tra i professionisti con Walter Novellino. Nella prima parte della stagione 2020/2021 gioca con i rossazzurri, ma il destino, si sa, ci vede bene ed è imprevedibile. Un giovane di neanche 20 anni che solo due anni prima ha segnato nella finale del Torneo di Viareggio con la maglia del Milan non può che avere un futuro brillante. Dopo aver segnato 5 gol tra settembre e dicembre con gli etnei arriva la telefonata che potrebbe rappresentare la svolta. È la Juventus. Il ragazzo non sta nella pelle, il vortice di emozioni che lo avvolgeva era qualcosa che non aveva mai provato – come ha raccontato a più riprese – ma la realtà è più forte. Tempo di fare le valige e via, si vola alla volta di Torino.
Giunto alla Juventus Next Gen, Pecorino rimane con i piedi per terra. L’atteggiamento è sempre quello. Lavoro, intensità, determinazione e spirito di sacrificio. Tutti valori che ha saputo incrementare nelle esperienze precedenti che hanno contribuito all’approdo alla Vecchia Signora. Carattere forte, nato da quando era piccolo e aveva un sogno nel cassetto. A soli 7 anni entra nella Trinacria, l’Academy della sua città con la quale inizia a viaggiare per farsi conoscere da altre squadre. “Un’esperienza difficile” ha raccontato a GianlucadiMarzio.com. Mettersi in mostra non era semplice a causa della “concorrenza”. Tra i tanti un nome su tutti: Riccardo Sottil col quale però racconta di aver stretto una bella amicizia. Tuttavia, gli altri per Pecorino non sono mai stati un problema, ma un’occasione di crescita. Milano insegna. Il ragazzo ha saputo rispondere sempre presente alle sfide che la vita gli ha meso di fronte. In Piemonte lo sta confermando a suon di prestazioni e gol. La Juventus crede in lui. Cambiano i colori della maglia, ma non il professionista.
La semplicità di Emanuele Pecorino è visibile nei suoi occhi quando segna. La gioia di un bambino che ha realizzato un sogno. Un sogno che però non finisce qui. L’obiettivo è arrivare in Serie A. I requisiti non mancano. Lo sa anche Massimiliano Allegri che quanto ad attaccanti non sta attraversando un momento d’oro. Con Milik fuori per molto tempo, Vlahovic reduce da un lungo stop e Kean che non dà molte garanzie in termini di gol, il ragazzo di Catania potrebbe rivelarsi molto utile alla causa. Allegri l’ha inserito, infatti, nella Lista B dell’Europa League. L’inizio o la continuazione di un sogno? Solo Emanuele e i suoi gol sapranno spiegarlo.
A cura di Alvise Gualtieri
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