Ci sono partite che segnano in maniera netta la memoria di un tifoso. Sfide dagli epiloghi imprevedibili. Vietato fare previsioni quando c’è di mezzo un pallone. Lo sanno a Rimini dove dopo la netta vittoria contro la vicecapolista Torres riaccendono l’entusiasmo del loro pubblico. Come accade quando l’avversario si chiama Juventus. Quella tra Next Gen e Rimini è una sfida che risveglia dolci ricordi lungo la Riviera. Scalda i cuori biancorossi e spinge quelli dei giovani bianconeri verso un riscatto. Ci sono una sconfitta nel girone di andata da ribaltare e una tradizione da interrompere. Cominciata in Serie B, continuata in Lega Pro. Un risultato che può valere molto: 200 per la precisione. Ci torneremo. Juventus Next Gen-Rimini: un salto nel bello del calcio.
Quella in programma sabato 20 gennaio allo stadio “Moccagatta” di Alessandria tra Juventus Next Gen e Rimini sarà una partita, che vada come vada, regalerà qualcosa ad entrambe le squadre. Sarà la duecentesima gara in Lega Pro per l’Under 23 bianconera. A riprova di un progetto solido e ben congeniato: “Le 200 partite che raggiungeremo nel match col Rimini confermano quanto sia stata lungimirante la scelta del Club cinque anni fa” – afferma lo stesso allenatore bianconero Brambilla nella conferenza stampa prepartita. Mossi da questo anniversario importante, dal desiderio di riscattare la sconfitta subita nel girone di andata in un divertente 4-3 al “Romeo Neri” e dalla consapevolezza che una vittoria potrebbe significare raggiungere proprio i romagnoli all’undicesimo posto allontanandosi, così, dalla bollente zona retrocessione, i ragazzi juventini proveranno a fare la partita sfruttando la loro freschezza e le loro evidenti qualità.
Quanto al Rimini, e ai suoi tifosi, sarà la chance per rivivere una delle soddisfazioni più belle della sua storia recente. In fondo occasioni come quella del 9 settembre del 2006 chissà se ricapiteranno mai. È sabato pomeriggio, lungo la costa romagnola la gente è ancora in pieno clima estivo. Ombrelloni in spalla, risciò che girano per le strade con turisti festanti, tra piadine e aperitivi sulla sabbia. Sul Ponte di Tiberio quella è una data speciale. Irripetibile. Prende il via la Serie B. È il giorno di Rimini Juventus. Una sfida quasi inedita. Le due squadre contano, sin lì, solo due precedenti: nel 1972 in amichevole e nel 1981 in Coppa Italia. Prima volta in campionato. Eventi agli antipodi portano a questa partita. Calciopoli da una parte. L’indimenticabile connubio Vincenzo Bellavista-Rimini dall’altra. Imprenditore di successo che solleva la società dal fallimento nel 1998. E nel giro di pochi anni riporta il club romagnolo fino alla Serie B: nel 2005. Ambizioso, capace, lungimirante e abituato al rischio. Anche una squadra di calcio è una grande azienda.
È una Juventus “inedita” quella che si presenta allo stadio Romeo Neri. Prima Serie B della sua lunga tradizione. Buffon, Camoranesi e Del Piero dal tetto del Mondo. In panchina le urla di Didier Deschamps. Un pallone d’oro come Nedved. Un esperto Birindelli sulla fascia, Marchionni in mezzo. Qualche giovanotto di cui si parla molto bene: Chiellini, Marchisio, Balzaretti e Palladino. I pronostici non lasciano spazio a dubbi. Spesso si dice che esistono per essere ribaltati. Il Rimini dell’indimenticato Leonardo Acori, l’allenatore più longevo dei romagnoli, dopo la scalata dalla C2 alla B vuole salutare il suo pubblico al meglio. Oltre 10.000 tifosi accorrono allo stadio. Il Rimini c’è. La Juventus fatica a creare azioni. Quelle che produce vanno a sbattere contro un portiere che di lì a poco saprà farsi conoscere. Indosserà anche lui il bianconero, quello dell’Udinese e diventerà capitano dell’Inter: Samir Handanovic. Cappellino con frontino in testa, pantaloni lunghi e nessun timore. Nedved e Giannichedda ci provano, ma lo sloveno è invalicabile. Il “polipo” – soprannome coniato per Handa dal compagno Ricchiuti – non potrà nulla sul diagonale potente e preciso di Paro, ma d’altra parte, la Juve rimane la Juve.
Acori riesce a risollevare i suoi. Strategia? Colpire i punti deboli degli avversari: la difesa. Con un Rimini così concentrato ogni sbavatura potrebbe essere letale. Servono astuzia e malizia: Alessandro Matri. Lui, che di bianconero tingerà il suo futuro prova a ferire la Juventus. Jeda sulla fascia è l’incubo di Chiellini. A rendersi protagonista è l’idolo del Neri. Quell’Adrian Ricchiuti che la maglia a scacchi biancorossi la indossa come fosse una seconda pelle. Boumsong e Kovac pasticciano a trenta metri dalla porta, Ricchiuti recupera palla. La incolla al piede e si fionda a perdifiato verso Buffon. Carica il destro e pareggia. 1-1. Lo stadio esulta, Ricchiuti corre, urla di gioia, in Riviera esplode l’entusiasmo. Rimini Juventus termina così. E per un giorno, come dirà l’attaccante argentino: “Il mondo ha conosciuto Rimini”. Un esordio da sogno e un finale sperato. Il Rimini riuscirà a mantenere la categoria e porterà a casa un altro punto preziosissimo anche dallo stadio Delle Alpi nel girone di ritorno. Juventus Next Gen Rimini: uno spot del lato romantico del calcio.
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