La Juventus ha voluto porre basi solide per il futuro. Dalla nascita dell’U23 le idee dei bianconeri sono volte alla crescita e al progetto giovani. Un modo per dare continuità imprenditoriale al brand bianconero e un sogno alle giovani promesse del settore giovanile. Da U23 a Next Gen, anche con il cambio nome all’inizio della stagione 2022/2023 la Juventus ha voluto dare una svolta al proprio marchio. Talento e sogni che si uniscono sotto due colori, il bianco e il nero, con la volontà di portare in prima squadra sempre più giovani.
Fagioli, Miretti, Soulé e non solo, hanno aperto la strada al cambiamento e ora altri sognano di ripercorrere quello stesso sentiero per arrivare fino alla Serie A. Brambilla ha raccolto l’eredità lasciata da Zauli con l’obiettivo di confermare, e magari migliorare, i risultati ottenuti nella passata stagione. Record di punti e un ottimo cammino nei playoff sono una bella sfida, ma l’allenatore è abituato a lottare per obiettivi importanti e all’Atalanta sono tanti i giovani plasmati sotto le sue sapienti mani arrivati poi agli ordini di Gasperini. L’esordio in campionato contro il Trento ha dato sin da subito risposte positive, nonostante una rosa rinnovata con innesti dalla Primavera e il solo Iocolano come over tra i titolari.
Abbiamo parlato del cambio in panchina della Juventus Next Gen. Un bel passo visto che anche Brambilla, come tanti dei suoi ragazzi, si trova alla prima vera stagione fuori dal campionato Primavera. L’età della rosa non si discosta molto da quelle avute sin qui e anche l’obiettivo, ma il misurarsi con squadre esperte è sicuramente un bel salto in avanti che va a testare la sua bravura nel preparare le partite. La prima uscita con il Trento dei tanti ex (Pasquato, Brighenti e Belcastro su tutti) poteva essere un test probante e difficile. L’emozione dell’esordio può esserci per tutti, ma la Juventus ha saputo mettere in campo qualità, aggressività e un’ottima identità. A un gruppo consolidato, Brambilla tra i titolari ha voluto inserire quattro giovani confermati dalla Primavera.
Il portiere Senko, autore di una partita importante con parate decisive e salva risultato. Il centrale Nzounago, bravo sia nella fase difensiva e sia in costruzione. Il terzino Mulazzi, una vera e propria spina nel fianco con le sue scorribande lungo l’out mancino, abituato a spingere e rifornire gli attaccanti con ottimi cross. In ultimo c’è il gioiellino Iling. L’esterno inglese, strappato al Chelsea, ha fatto sin da subito vedere le sue qualità. Dribbling, corsa, tecnica e… pronti, via, il gol che ha portato in vantaggio i bianconeri. Un 4-2-3-1 denso di novità e di certezze per Brambilla che nella ripresa ha saputo mutare il suo modo di giocare per consentire una miglior copertura dagli assalti degli avversari.
Tra le giovani novità anche Bonetti, entrato nella ripresa per rimpolpare la linea mediana, e il neo acquisto Besaggio. Diverse novità rispetto alla passata stagione dove troveranno spazio anche Turicchia e Cerri (soltanto panchina per loro col Trento), Muharemovic e Savona alle prese coi rispettivi infortuni. Una rosa incompleta, a causa di alcune defezioni, ma che in campo ha mostrato le qualità di un gruppo importante. “Chi ben comincia è a metà dell’opera” e questa ‘nuova’ Juventus Next Gen di Brambilla ha iniziato con il piede giusto.
A cura di Simone Brianti
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