11 dicembre 2019: 92º minuto della sfida tra Bayer Leverkusen e Juventus, gara di Champions League. Maurizio Sarri decide di mandare in campo Simone Muratore, giocatore che si è messo in mostra con la Juventus Next Gen. Sembra l’inizio di un sogno ma, qualche anno dopo, iniziano ad arrivare i problemi. Il classe 1998, dopo essere stato acquistato dall’Atalanta e aver giocato in prestito alla Reggiana e al Tondela, è costretto a fermarsi. Nell’ottobre 2021, infatti, mentre giocava alla Playstation inizia ad accusare un forte mal di testa. Quel piccolo problema, in realtà, nascondeva un neurocitoma, rarissimo tumore celebrale.
Nel dicembre del 2021, Simone Muratore è costretto a fermarsi e si opera, rimuovendo il 99,9% del tumore presente. La riabilitazione sarà durissima. La famiglia e il calcio lo spingono ad andare avanti. Il classe 1998 è pronto per rimettere piede in campo. Il 30 giugno 2023 è scaduto il suo contratto con l’Atalanta e ora, grazie a un permesso ottenuto dalla Juventus, Muratore si sta allenando a Vinovo per riprendere la condizione fisica. Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l’ex bianconero ha parlato di questi ultimi difficili mesi vissuti lontani dal terreno di gioco.
Il calciatore ha parlato, in primo luogo, del suo ritorno al campo della Juventus: “Per me questa è una seconda casa. Arrivo da due anni difficili, spero di tornare preso a pieno regime”. L’attenzione, poi, si sposta sugli ultimi due anni lontani dal calcio: “Quando ho saputo la notizia pensavo in uno stop temporaneo. Poi, però, dopo le parole sono arrivati i fatti. L’operazione (per rimuovere il tumore) doveva durare 6-7 ore ma, poi, è andata avanti per altre 3-4. Quando mi sono svegliato dal coma e ho ripreso conoscenza, ho pensato di smettere di giocare a calcio. Il problema di salute aveva preso il sopravvento su tutto“.
Proseguendo, Simone Muratore ha parlato della riabilitazione e dei momenti dopo l’operazione: “La riabilitazione è stata molto lunga. Era tutto difficilissimo all’inizio. La nascita di mio figlio, poi, mi ha dat un input straordinario. Ho sentito il dovere di provarci. Ho trovato una spinta in quel momento buio. La mia ragazza e la mia famiglia hanno fatto la differenza. Inoltre, devo fare un ringraziamento speciale a Cherubini. E’ stato uno dei primi a farsi sentire nei momenti difficili. Inoltre, è anche grazie a lui se mi hanno permesso di venire a Vinovo per cominciare questo percorso“.
Per concludere, il classe 1998 ha parlato del rapporto con Sarri, con i compagni e di come l’Atalanta gli sia stata vicina negli ultimi anni: “Il mio rapporto con il mister è ancora molto buono. Dopo l’operazione mi mandò un messaggio, dicendomi che mi aspettava sui campi della Serie A. Nel mio passaggio in prima squadra è stato importante, anche se in realtà mi aiutavano un po’ tutti. In particolar modo Danilo e Pinsoglio. C’era anche Ronaldo, è stato utile vederlo allenare. L’Atalanta? Mi è sempre stata vicina, sia prima che dopo l’operazione. Si è dimostrata una società molto seria, che voglio ringraziare per come mi ha trattato. Ritorno in campo? E’ il mio sogno. Lo vedo sempre più vicino. Sarà la prossima tappa“.
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