Sognando Dybala. Alla scoperta di Matias Soulè, talento della Juve U23 convocato dall’Argentina
Argentino e mancino, due ingredienti perfetti per descrivere un giocatore sudamericano e di classe, che porta il nome di Matias Soulé, talento della Juventus U23. Il bimbo prodigio (2003) da Mar de la Plata sta continuando a crescere e i primi frutti già si vedono. La notizia della convocazione dell’Argentina ha lasciato tutti con la bocca aperta, viste le sue zero presenze con la Juventus di Massimiliano Allegri.
Nel Velez ha tirato i primi calci al pallone per poi firmare il primo vero contratto con i bianconeri. Un approdo nato grazie alla rottura dei rapporti con il club di Liniers, con il quale non ha voluto prolungare il contratto. Fu costretto a nascondersi nel barrio, quasi come una scena cinematografica. A risolvere la situazione ci pensò il padre, che esercitò la patria potestà e lo liberò dal Velez. Nel 2020 è entrato a fare parte della lista dei 100 migliori Under 21 al mondo.
L’amore per Paulo Dybala e le similitudini con il suo idolo
Il suo idolo è Dybala e in campo si nota: stessi movimenti, dribbling e un sinistro velenoso, sia per fare gol, ma soprattutto per regalare assist ai suoi compagni di squadra. Ovviamente ci sono anche differenze, sarebbe anormale il contrario. Soulé ha molta corsa e ama giocare lungo la fascia e rispetto alla “Joya” ha meno qualità nello stretto e deve continuare a lavorarci. Contro lo Spezia, nella prima amichevole stagionale della Juventus, ha collezionato un gol e un assist per poi ripetersi anche nel Trofeo Luigi Berlusconi con un assist. Quindi ha già vestito la maglia del suo idolo (non in partite ufficiali) e presto si vedranno anche nello spogliatoio.
Futuro in bilico: Under 23 o salto definitivo in prima squadra?
La Juventus è da diversi anni che non produce giocatori di talento direttamente dal suo vivaio. L’ultimo è stato Marchisio, che ha decisamente influito nel percorso di crescita che ha portato i bianconeri a giocarsi due finali di Champions League. Il progetto Under 23 è nato proprio per questo.
Allora “fare il passo più lungo della gamba” è giusto o sbagliato? La vera forza di un club si nota anche da questo e per formare i nuovi “Foden” o “Pedri” il vero segreto è lanciarli, dargli fiducia. Certo alla base conta sempre il talento e se non hai la testa per reggere la pressione di una grande squadra è giusto crescere altrove. La Juventus ragionerà e valuterà le possibilità, per evitare di rischiare un Haaland 2.0, prima scartato e ora desiderato.
A cura di Antonio Salomone