Karlsson, la leggerezza della libertà. Dall’Ajax con De Ligt al Venezia: “L’addio al Siena mi ha scioccato. Ora mi sono ripreso negli USA”
Ci parla dall’Islanda. Neve, freddo e libertà di vivere. A Milano ci lamentiamo per zero gradi, Ottar ci fa tornare subito con i piedi per terra: “Qui siamo a -9”, con tutta la naturalezza del mondo. D’altronde l’attaccante classe duemila ci è abituato. Le condizioni durante l’anno sono difficili. “Quando ero piccolo giocavamo sempre dentro, non potevamo stare fuori nella neve”. Costrizioni per il meteo, ma libero in mezzo al campo. Dall’Islanda a Oakland passando per l’Ajax e l’Italia.
Ottar era appena nato, i DVD prendevano il sopravvento e dopo un lungo viaggio c’era l’abitudine di riviverlo con i filmini. Sedetevi comodi e godetevi il film del viaggio libero di Ottar Magnus Karlsson.
Gli inizi in Islanda e l’arrivo all’Ajax
Play. Si parte dalla gelida Islanda. “Sono stato tra le prime generazioni a sfruttare il trend del calcio qui e sono stato fortunato”. Dopo l’impresa della nazionale agli Europei, l’interesse per il calcio è cresciuto molto. “È sempre stato popolare, ma non lo sport più importante. Tanti seguono il calcio inglese, viene da lì l’interesse”.
A Reykyavik e dintorni si parla di lui come un fenomeno. L’Ajax ci mette poco a notarlo. “È stato difficile all’inizio. Sono arrivato lì molto giovane, lontano dalla famiglia e dagli amici”. La salvezza è nel calcio, e, come sempre nella libertà. Ad Amsterdam non può essere altrimenti. “Gli allenamenti erano fantastici: ti aiutano molto, ti fanno esprimere il calcio come lo intendi tu”. Un calcio libero per i giovani. Già professionisti ma con la spensieratezza di un bambino tra i piedi. “Lì non hanno paura di rischiare, gli allenamenti fanno uscire il meglio giocando con e contro i migliori. Almeno due per ogni anno diventano grandi giocatori“.
E Karlsson l’ha visto sui suoi compagni. “All’Ajax ha condiviso lo spogliatoio con i vari De Ligt, Mazraoui e Van De Beek. Sinceramente? Non pensavo diventassero così forti. L’unico forse De Ligt che era molto fisico e forte già al tempo, ma non credevo potesse fare così bene”. Professionisti con la spensieratezza dei bambini, ma quanta ambizione. “Ho dei bei ricordi con loro, ma al tempo c’era molta competizione tra i giocatori della squadra“.
Il viaggio italiano di Karlsson
Avanti X2. Terzo atto. L’arrivo in Italia. Da Amsterdam, Karlsson arriva a Venezia. “Il calcio come lo intendono all’Ajax e come lo intendono in Italia è molto diverso: più focalizzato sulla tattica, sull’organizzazione, mentre in Olanda andavi un po’ come ti pareva. A Venezia è stata una bellissima esperienza”. Gli infortuni però hanno impedito all’attaccante di aiutare la squadra come voleva. “Mi è dispiaciuto. Però è arrivata comunque la promozione, non ce lo aspettavamo. La festa tutti insieme è stata bellissima. Ho provato ad andare sulle gondole, è stato strano (ride, ndr)”. Rewind. “Ci sono tornato poche settimane fa dopo tanto tempo, per una volta ho fatto il turista“.
Da Venezia a Siena. “È una delle città più belle in cui sono stato. C’è un sacco di passione per il calcio lì. Due parole per Siena? Piccola ma elegante. È stato difficile inserirmi nella squadra perché in attacco c’era già Paloschi. Pezzella e Guberti mi hanno aiutato a integrarmi. Mi piaceva molto come giocava Disanto“. Esperienza che però non è durata molto. Appena mezza stagione in Toscana. “Poco prima che stavo per lasciare stavo giocando parecchio e ho segnato anche. Volevo continuare ma alla fine di gennaio mi hanno detto di lasciare senza preavviso“.
Sogno islandese negli States
Il viaggio si sposta dunque negli Stati Uniti. “È stata una decisone dura da prendere. Ero un po’ scioccato dall’addio al Siena e dovevo trovare una soluzione fuori dall’Europa perché il calciomercato era finito. L’Oakland aveva anche una connessione con il Valencia quindi ho scelto loro. Non ero così sicuro ma ci sono andato e sono felice di averlo fatto. La tattica italiana mi ha aiutato molto lì”. Un segreto che gli ha permesso di venir nominato miglior giocatore della stagione. “Ne vado orgoglioso. Ho avuto un grande anno. Non pensavo a questo premio dopo la lunga stagione, ma è stato un bel riconoscimento”.
Ora però la stagione negli States è finita. Stop. “Ho ancora due anni e mezzo di contratto con il Venezia. Devo parlare con loro. Voglio giocare in una squadra d’alto alto livello, che sia Usa o Italia o qualsiasi parte del mondo”. Lo spazio da riempire nella memoria del DVD c’è ancora. Nuove tappe sull’orizzonte di Ottar Magnus Karlsson.
A cura di Filippo Rocchi