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L’Empoli con Asllani e Baldanzi e la chiamata del Modena: la storia di Kleis Bozhanaj

Kleis Bozhanaj aveva soltanto 16 anni quando dovette trasferirsi per giocare a calcio. Questo voleva dire una cosa sola: salutare la sua Albania. Un saluto ai parenti, agli amici e alla Dinamo Tirana, società che gli aveva permesso sino a quel momento di disegnare con delle scarpette la sua passione. Certo, non era facile. Per niente. Lui oltre quelle montagne che circondano la capitale albanese non ci era mai andato. O meglio, mai per giocare a calcio. Da solo. La sua era una scommessa che aveva come base l’ambizione. E la chiamata dell’Empoli non aveva fatto altro che alimentare la voglia di muovere un passo verso qualcosa di nuovo. Lingua, paese o società che fosse. Dall’Empoli alla Carrarese, ora Kleis Bozhanaj è diventato un nuovo giocatore del Modena.

Empoli e lo scudetto al fianco di Asllani e Baldanzi

Empoli è immersa nella verde pianura del Valdarno. Un giovane calciatore come Kleis Bozhanaj, una volta arrivato alle porte della città toscana, conosce il valore di quella chiamata ancora prima di entrare nello spogliatoio. Perché quel panorama che si riflette nel finestrino del treno con i terreni dei contadini e le sponde dell’Arno con la sua vegetazione è lo stesso sul quale si sono formati ragazzi come Paredes o Marchisio. E che qualche anno prima ha accolto un altro ragazzino albanese, ovvero Kristjan Asllani. Bozhanaj non aveva nessuna intenzione di sprecare la possibilità di costruire la sua realtà attorno al pallone. Così, cominciò a custodire le chiavi del centrocampo azzurro. Palla al piede, visione e fiuto per la porta avversaria. Partita dopo partita, arrivando ad essere una delle tessere di Buscè nel mosaico rivestito in oro composto dai ragazzi di una Primavera che ha scritto la storia del club. Stagione 2020/2021. Davanti agli azzurri l’Atalanta di Scalvini. Il futuro era segnato. Kleis Bozhanaj salì sul tetto d’Italia assieme a Baldanzi, che oggi si diverte a segnare a San Siro, Rizza e quel ragazzo albanese che lo accolse nei giorni del suo arrivo in Toscana; Kristjan Asllani.

Credit: Modena

Napoli, Spezia e la chiamata del Portogallo

Un tocco, poi un altro. Il campo scorre sotto le scarpette e gli avversari vengono superati in pochi istanti. Come i paletti in una discesa di Alberto Tomba. La qualità di Kleis Bozhanaj è sotto gli occhi di tutti. Progressioni palla al piede e tiri destinati ad abbracciare la rete compongono la scenografia principale. Kleis non era più quel ragazzino che lasciava la valle di Tirana a 16 anni. A Empoli dimostra di poter attirare le attenzioni di club come il Napoli. Tuttavia l’esperienza in Campania non è positiva: poche presenze e campionato fermo per la pandemia. Kleis decide di tornare a Empoli, dove alla fine vince lo Scudetto. Da quella partita di fine giugno ognuno dei ragazzi azzurri prosegue per la propria strada. Chi resta ad Empoli, chi invece, come Bozhanaj, cambia maglia. Un nuovo paese lo stava attendendo, proprio come quando aveva sedici anni. Benvenuto in Portogallo.

Il ritorno in Toscana e il Modena

Lisbona, Segunda Liga. In prestito con la maglia del Casa Pia Kleis Bozhanaj ha scritto il primo capitolo della propria carriera nel calcio dei grandi. Nuovo paese, nuovo inizio. Una presenza in Coppa di Portogallo, due nel secondo campionato nazionale, dove la squadra guidata da Filipe Martins riuscirà a tornare nella Primeira Liga dopo 83 anni. Per il club portoghese è storia, per il ragazzo invece è il momento di collezionare più minuti sul campo. Altro giro, altra corsa. Ancora la Toscana, ormai una seconda casa per lui. Questa volta però non sono le sponde dell’Arno il teatro delle sue giocate, ma le Apuane di Carrara, la città del marmo. Gol all’esordio con la maglia della Carrarese in Serie C. Quindici presenze con i toscani. Il Modena ha deciso di assicurarsi il talento del centrocampista a titolo definitivo, fino a giugno però Kleis Bozhanaj resterà a Carrara. Un gradino alla volta. Da quando a 16 anni dovette salutare amici e parenti per lasciare la valle di Tirana di tempo ne è passato. Il ragazzo è andato oltre quelle montagne. Perché aveva fatto una scommessa sull’onda dell’ambizione e dei sogni. E la sta vincendo. Sul campo.

A cura di Jacopo Morelli

Redazione

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