Ambizione e sogni del “Mini Ronaldo”: Lanini e quel soprannome legato al suo idolo
“Stai lontano da chi tenta di frenare le tue ambizioni, le persone da poco lo fanno sempre, ma solo chi è veramente grande ti fa sentire che anche tu puoi diventare come lui”. Solo una mente cinica e sarcastica come quella di Marck Twain avrebbe potuto dare una definizione così diretta ed efficacie delle ambizioni dell’uomo. L’ambizione e i sogni; due ingredienti fondamentali anche per la carriera di un calciatore. Si scrive ambizione e si legge Eric Lanini.
Eric Lanini, sempre in cerca di migliorarsi sognando CR7
Nella vita, si sa, è fondamentale avere dei punti di riferimento o dei modelli dai quali cogliere gli elementi utili per concretizzare i propri sogni. Ne è consapevole anche Eric Lanini che nella sua carriera di insidie ne ha affrontate. Ha trascorso diverse stagioni all’insegna delle poche presenze in campo, come successo nelle esperienze di Parma, Como, Padova e in Belgio al Westerlo. Eric, però è un ragazzo che conosce le sue possibilità. Ha una forte autostima e non si arrende. Non è da tutti indossare come prima maglia quella bianconera della Juventus. Dai Giovanissimi alla Primavera, una prima parte di carriera alla corte dei bianconeri.
Quella stessa squadra che gli regalerà la soddisfazione dei primi trofei tra Coppa Italia Primavera e Torneo di Viareggio…e perché no, pure il titolo di capocannoniere. Un predestinato? No, solo un giovane che ama talmente tanto il pallone che non vuole sciupare le occasioni che la vita gli presenta. È l’atteggiamento di chi guarda sempre in vetta, di chi non ha paura di spingersi oltre i suoi limiti. È il risultato di una giovinezza passata ad ammirare le prodezze di chi di cime ne ha raggiunte molte. Forse le più importanti del panorama sportivo. Una sigla, un nome, un esempio. Cristiano Ronaldo. È al campione portoghese che Eric si ispira. Ai nostri microfoni ha raccontato di non avere mai avuto altri idoli al di fuori della stella ex Juventus.
È proprio a Torino, nei campi della Continassa che Eric inizia a farsi le ossa. Con la tempra giusta e la voglia di crescere arriva in breve tempo nel calcio professionistico. Debutta in Lega Pro a Prato dove mette in mostra le sue qualità. In Toscana, alla prima stagione tra “i grandi” iscrive a referto 22 presenze e 7 gol. Dopo un lungo girovagare tra diverse squadre, nel 2018 si ferma ad Imola dove a fine stagione la tabella dei gol personali segna il numero 18. Il miglior risultato sino ad oggi.
Il ritorno alla Juventus e l’incontro con il suo idolo
Ma come dicevamo all’inizio senza idoli e senza la determinazione necessaria non si raggiungono certi obiettivi. Eric però, il suo modello lo tiene scolpito nella sua testa. Nel 2019, finalmente, dopo numerosi viaggi in piccole realtà di provincia disegnando ogni volta un pezzo della suo ritratto riesce a completarlo. La Juventus riporta a casa Eric Lanini. Il ragazzo entra a far parte dell’Under-23, ma non basta. In quel periodo succede l’inaspettato. Gli sembra un film, ma è realtà. Eric viene aggregato alla prima squadra per un ciclo di allenamenti. In quella squadra trova il suo idolo.
Cristiano Ronaldo è li, in carne e d’ossa pronto ad accoglierlo in gruppo come solo i grandi trascinatori sanno fare. “Appena sono arrivato, lui si è alzato e mi ha detto “Piacere, Cristiano”. Questo il racconto del primo incontro con CR7. Proprio come afferma Twain “solo chi è veramente grande ti fa sentire che anche tu puoi diventare grande”. Con CR7 si è instaurato un bel rapporto – ci ha raccontato Eric – gli ha fatto da chioccia, lo ha aiutato ad inserirsi in gruppo. Come solo i “grandi” fanno. In quella Juve di esempi deve averne trovati a bizzeffe. Chissà, magari Pjanic e Dybala gli hanno anche regalato qualche consiglio per migliorare nella sua specialità. I calci di punizione.
A Reggio Emilia con un solo obiettivo
La stagione di Lanini non ha bisogno di tanti racconti. È davanti agli occhi di tutti. In 27 match giocati sono arrivati 9 gol. Numeri destinati a crescere. Anche l’allenatore Aimo Diana lo sa e proprio per questo non smette di spronare il suo numero dieci. “Deve sempre dimostrarmi di guadagnarsi il posto da titolare” ha dichiarato l’allenatore in svariate interviste. Fino ad oggi Eric non ha deluso. È tornato in granata con un solo obiettivo.
Prendersi la Serie B e lo farà con lo spirito di sempre. Quello di chi vuole arrivare in alto perché nulla ti viene regalato. Se vuoi qualcosa devi andartelo a prendere. E poi ha fatto una promessa ai suoi compagni; se vincono il girone si tinge il baffo granata. Ogni promessa è debita. Ha mantenuto la parola con sé stesso raggiungendo CR7, adesso è la volta di fare come il Pallone d’oro ex Real. Vincere…in fondo il DNA è bianconero, e vincere è l’unica cosa che conta.
A cura di Alvise Gualtieri