Conferenza stampa di fine anno in casa Lecco. Protagonista, l’allenatore del club neopromosso in B Foschi che ha parlato ai media presenti.
Ringraziamenti in apertura per tutti da parte di Foschi: “Questa conferenza stampa è stata organizzata per salutare la stampa e gli addetti ai lavori. Da parte mia e della società un ringraziamento per quanto è stato fatto. Le cose venute fuori oggi non sappiamo cosa sta succedendo. Non ho bene idea, ma ieri la proprietà è stata qui tutto il giorno a lavorare insieme al sindaco per mettere a posto tutte le cose. Ieri sera quando sono andato via era tutto a posto. Magari qualcuno vuole cavalcare l’onda e gettare benzina sul fuoco, magari per interessi personali. Noi abbiamo guadagnato la promozione sul campo. Ora il Lecco è coinvolto in situazioni per risolvere problematiche. Ognuno poi dice la sua, lo stadio, là prefetture. Chi più ne ha più ne metta. Viviamo in un paese in cui per fare i giornalisti non serve più studiare. Basta aprire internet e scrivere qualcosa, qualcuno che ci crede lo si trova sempre. Per il ruolo che mi compete, se vogliamo parlare di campo io vi posso rispondere e quel rettangolo di gioco ci ha visto vincitori. Non c’è nessuno, lega, prefetti, assessori che possono toglierci quello. Abbiamo vinto i playoff vincendo andata e ritorno, non so quante volte sia successo. Sono convinto che la società sistemerà tutto e giocheremo nel nostro stadio. Sono un sognatore? Non lo so. Ma so che club e sindaco sono al lavoro per non buttare via quello che è stato fatto”.
E ancora: “Il problema è che in Italia diamo delle deroghe su cose importantissime che vanno a discapito della gente. Poi per il cavillo burocratico si fa tutto questo. Per problemi di altri ci spostano la finale di ritorno al 18, e a nessuno viene in mente di spostare di una settimana l’iscrizione. È assurdo. Se ci arrivo io che sono ignorante sulla materia, come non può farlo chi è in alto? Ci aggrappiamo a dei cavilli. Ci vuole equilibrio quando si fanno le cose. Non si può tenere conto che nostro campionato è finito il 18 e non l’11 e che abbiamo avuto un giorno per fare l’iscrizione. Come fai a dire “dovevate pensarci prima”, e loro invece no? Non dovevano pensarci prima? Chi ha spostato i playoff non doveva pensarci prima? Se dovevamo pensarci prima noi, allora anche loro. Bisogna andare tutti nella stessa direzione“.
E sul contratto: “Io penso che il giusto trionfi sempre e che il bene è più forte del male. Io fossi il direttore di un giornale nazionale come il Corriere dello Sport mi sarei dimesso il giorno dopo se in prima pagina esce una notizia non vera. La comunicazione è importante. Viviamo in un’era che con i media e i social si possono dire cose non vere e le persone ci credono. Si fanno danni incredibili. Quando ero piccolo si diceva “Ma chi te l’ha detto? L’hanno detto alla televisione”. Ora questa frase non può più valere. Io ho grande rispetto per chi fa questo lavoro, chi è abilitato e ha studiato, ha fatto sacrifici per diventare quello che è. Anche questo polverone magari è tanto rumore per nulla. Noi il 14 di luglio partiamo per la nostra preparazione. Lunedì incontro il presidente per il rinnovo del contratto. Se c’è tutto questo rumore qualcosa che non ha funzionato c’è probabilmente, ma da qui a dire di essere esclusi ce ne passa. Noi non abbiamo problemi economici. Anche per lo stadio, sono problemi risolvibili e in poco tempo. Ieri con il sindaco e il presidente siamo usciti dalla riunione con una comunione d’intenti. Per la prima volta, sindaco e presidente si sono stretti la mano. Ci sono tutti i presupposti per giocare nel nostro stadio. Se poi quando ci fa comodo vogliamo far valere una virgola e non un punto, non penso sia corretto. Non credo minimamente che tutto questo possa portare a qualcosa di drammatico per il Lecco calcio. Spero di non sbagliarmi, ma ne sono convinto. Come sono convinto che sarà così“.
In vista della prossima stagione, anche il mercato del Lecco è già entrato nel vivo: “L’ultima cosa che mi preoccupa è costruire una squadra. Ci sono tanti giocatori che hanno voglia di venire qua. Bisogna fare le cose in fretta, ma il mercato si chiude a fine agosto. Abbiamo tanti giocatori sotto contratto. Stiamo già lavorando. Abbiamo bisogno di 5/6 innesti adatti alla categoria che ci facciano fare il salto per una categoria maggiore. Non sono preoccupato. Un giocatore lo si può prendere in 10 minuti. In un giorno si può fare una squadra. Certo che bisogna capire gli innesti giusti. Mi preoccupano più le cose su cui io non posso intervenire, tipo quelle burocratiche. Ma io ho visto presidente e sindaco molto determinati per risolvere tutto. Già vedere sindaco e presidente che vanno nella stessa direzione è come aver vinto un altro campionato. Ci sono procuratori che mi chiamano in continuazione per portare giocatori. E non è per forza detto che bisogna prendere giocatori di A o B. Siamo l’esempio lampante che i nomi non vincono. Avevamo solo Lepore, che ha 38 anni. E ora tutti lo vogliono. Punteremo sul gruppo, sullo zoccolo duro. Poi ci saranno da fare 6/7 innesti. Il gruppo non verrà buttato per aria”.
“La Serie B non si può fare part-time. Lo staff deve esserci sempre. Quando arrivano i giocatori per l’allenamento il campo deve essere già pronto. È la b. L’organizzazione diventa determinante.
Per quanto riguarda il ds, ieri ne abbiamo parlato. Io penso che la società debba essere strutturata. Il presidente non mi ha dato una risposta. Io penso sia opportuno mettere le figure al loro posto. Non so cosa farà. Se riterrà opportuno non prendere nessuno lo farà. La società è sua, non posso decidere io. La società è un’azienda e chi è al capo decide dove mettere le persone giuste. Io sono abituato ad avere le persone che facevano il proprio ruolo. Alla fine uno può dire che mancavano direttori sportivi ed altri, alla fine abbiamo vinto. La verità io non ce l’ho. Purtroppo la società è un’azienda, però non bisogna dimenticare che questa cosa qui si chiama gioco del calcio. In quanto gioco è imponderabile. Non si può fare un progetto sulla vittoria o sulla sconfitta, non sono tangibili, non sono cose certe. Quello che si può fare è progettare. Alla fine i dati diranno se il percorso è stato giusto o meno“.
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