Il ritorno della semifinale playoff dello scorso 8 maggio all’Orogel Stadium tra Cesena e Lecco è stato un appuntamento con la storia. Una vera e propria apoteosi. Di fatto, i lombardi dovevano compiere un’impresa e ribaltare il risultato dell’andata (1-2) per staccare il pass per l’ultimo atto degli spareggi promozione. Detto, fatto: vittoria per 0-1, tempi supplementari e gioia incontenibile dopo i calci di rigore. Il sogno, adesso più che mai vicino, si chiama Serie B. E la panchina numero 400 per Luciano Foschi, allenatore dei blucelesti, è la più dolce in assoluto. Il calcio, quello vero, che ha vissuto a tutto tondo nella sua carriera che ha mosso i primi passi circa 22 anni fa. La corsa ad abbracciare i suoi ragazzi dopo il calcio di rigore di Lepore, le lacrime senza fine. A caccia dell’ultimo gradino. Quello più importante.
Tutto finisce e inizia a Olbia. Il suo ultimo club da giocatore è proprio quello sardo, lo stesso in cui ha esordito come allenatore nella stagione 2001-02. La sua esperienza alla guida della panchina dei bianchi inizia al meglio, con la vittoria del campionato di Serie D. Ma, il suo approdo tra i professionisti è stato a Novara, con il suo primo match tra i piemontesi contro l’Alessandria. Sempre con gli azzurri ha aggiunto un altro trofeo al suo palmares, ovvero la promozione in Serie C1 nel 2003. In seguito, la sua carriera si è sviluppata in diverse squadre tra cui Teramo, Reggiana, Torres, Alessandria e Savona. Tanta esperienza che l’hanno trascinato a un altro grande traguardo: la Serie A. Alla sua porta ha bussato il Chievo Verona, seppur nelle vesti di collaboratore tecnico al fianco di Domenico Di Carlo. Successivamente ritorna in Lega Pro prima con il Pordenone, dopo con il Renate, con cui ha raggiunto i primi storici playoff nel 2017. Sguardo alle esperienze recenti, ci sono Livorno, Ravenna e Carpi. Dopo poco più di un anno di inattività, è arrivata la chiamata del Lecco.
Per Luciano Foschi l’avventura alla guida del Lecco inizia dopo la sconfitta dei lombardi contro la Pro Sesto, quando il patron Di Nunno ha deciso di esonerare Alessio Tacchinardi e affidarsi nelle mani dell’allenatore fermo da inizio 2021. Una chiamata necessaria per dare una scossa al campionato dei blucelesti. E con l’arrivo dell’allenatore di Albano Laziale il giusto guizzo è arrivato dando vita a una vera e propria cavalcata fino al terzo posto in classifica nel girone A di Serie C . L’obiettivo playoff è stato centrato, con l’inizio fissato al primo turno della fase Nazionale. Contro l’Ancona, nelle sfide di andata e ritorno sono maturati due pareggi, sufficienti per proseguire il cammino del Lecco negli spareggi promozione in virtù del miglior piazzamento in regular season. Nel secondo turno è stata sfida contro il Pordenone: prima la sofferenza con il ko di misura subìto all’andata e il sorriso che è tornato a regnare dopo il ribaltone in Friuli Venezia Giulia per 1-3.
Poi il capitolo Cesena, valido per la semifinale degli spareggi promozione. Sconfitta per 1-2 in casa e un solo imperativo: vincere in trasferta per staccare il pass per la finale. Dopo lo 0-1 dei 90′ regolamentari e la perfetta parità (nella doppia sfida) anche ai supplementari, a deciderla è stata la lotteria dei calci di rigore. La rete di Lepore è stata decisiva, quella del 3-5 definitivo, che ha consegnato la finale ai bluclelesti. L’ultimo atto vede Buso e compagni sfidare il Foggia. Una finale forse inaspettata, ma che regala altre gioie ai tifosi del Lecco. All’andata allo Zaccheria infatti, il team di Foschi vince in rimonta per 2-1 grazie ai gol di Pinzauti e Lepore che rispondono all’iniziale vantaggio di Leo. Un Lecco determinato e caparbio, che ha offerto una importante e solida prestazione, vincendo a Foggia a distanza di 55 anni. Ora la Serie B è più vicina, al Rigamonti-Ceppi due risultati su tre a disposizione per scrivere la storia del club.
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