Legati con la maglia della FeralpiSalò
Ci sono modi e modi di festeggiare. Elia Legati lo ha fatto con il regalo più gradito per chi di mestiere fa il calciatore e sul braccio porta la fascia di capitano. Brindisi alla presenza numero 500 tra i professionisti gentilmente offerto dal compagno di squadra Guerra, che ha steso la Reggiana nell’andata dei quarti di finale dei playoff. Il miglior marcatore di sempre della storia della FeralpiSalò a bersaglio nella notte in cui un giovanotto di 36 anni tagliava un traguardo che solo chi fa una vita da atleta vero può puntare a raggiungere.
In realtà Legati aveva iniziato a banchettare alla sua carriera longeva e ricca di soddisfazioni già a Pescara firmando il gol del momentaneo 1-3: secondo centro stagionale, settimo in 127 partite con la maglia dei lombardi tra le cui fila milita dal 2017. La FeralpiSalò è la squadra in cui Legati ha giocato di più: per la precisione, finora, 3 gare in più rispetto alle 124 con il Padova. Quel Padova che Legati potrebbe ritrovare in finale in caso di passaggio del turno e di successo in semifinale sulla vincente della sfida tra Catanzaro e Monopoli (2-1 in favore dei calabresi, che giocheranno il ritorno in casa).
Pro Vercelli, Legnano, Crotone, Venezia, Novara, Carpi, ma pure Monaco e Milan. Una collezione di maglie fungerà da album dei ricordi. Tra i più belli quelli di essere stato alla corte di Carlo Ancelotti. “Re Carlo” è stato pure il suo di allenatore. Legati vestì la maglia dei rossoneri due volte in amichevole, prima contro il Legnano, al fianco di gente del calibro di Dida, Cafu, Kakà e Pirlo, poi contro l’Al Hittiad subentrando a Maldini.
L’Italia Under 19 e 20: altri tasselli di un mosaico pieno zeppo di colori diversi e lo stesso entusiasmo. La partita più bella da giocare resta, però, sempre la prossima e Legati, attualmente a quota 1269 minuti in campo, non ha nessuna intenzione di fermare le lancette del suo orologio. Almeno altri 90 più recupero e poi si vedrà. Step by step. Legati può insegnarlo e le partite, in fondo, sono come gli anni: 500 e non sentirle.
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