Argentino, di Mercedes. Per Facundo Lescano, non è stato un fine anno normale. Il 2022 ha regalato a lui e a tutti i tifosi dell’Albiceleste un Mondiale storico. L’unico e l’ultimo di Leo Messi. “Ho la bandiera dell’Argentina al balcone, e ovviamente in squadra si sa, abbiamo Messi. Secondo me abbiamo buone possibilità di vincere la finale anche se l’avversario è molto forte“, diceva sul canale di Gianluca Di Marzio (GDM_live), nella puntata di giovedì 15 dicembre ( a tre giorni dalla finalissima). Se lo sentiva, in fondo, che la la Coppa l’avrebbe alzata il suo idolo con la maglia numero 10. E ora quell’immagine, c’è la scolpita pure sulla pelle, come ha mostrato lui stesso tramite una storia instagram pubblicata sul suo profilo. Con tanto di data sotto la coppa.
Dal Mondiale, alla Serie C. Un battito di ciglia e Lescano può tornare, di nuovo, in una realtà diversa: la sua. Con il Pescara e il sogno Serie B ancora percorribile. Si ritorna in campo sabato 7 gennaio alle 14:30, contro il Latina (all’Adriatico). Il clima? Tutt’altro che disteso. In un’intervista rilasciata a Rete8 l’attaccante si è detto infatti insoddisfatto per il poco minutaggio delle ultime settimane. E con il mercato ormai iniziato, nulla si può escludere sul suo futuro. Un bottino comunque di tutto rispetto con 8 reti e 6 assist in stagione, in 19 presenze di cui 15 da titolare. “Se sono arrabbiato? Sì, ci sta la scelta tecnica ma non tutto quello che viene detto al di fuori. Io vado al campo, mi alleno sempre col sorriso e i miei compagni mi vogliono bene, come io voglio bene a loro. Spero di ritrovare spazio e dare una mano”, le sue parole a Rete8.
Non si è fatta attendere la risposta del direttore sportivo Delli Carri: “Sono dell’opinione che chi ha scelto in estate di indossare questa maglia era consapevole della concorrenza che avrebbe trovato. I numeri dicono che Facundo (Lescano, ndr) ha realizzato 8 gol ma nessuno inizialmente gli ha assicurato la titolarità. Stesso discorso vale per tutti gli altri. Parlare del singolo è sbagliato. Facundo sa che non esistono gerarchie. Tra l’altro stiamo facendo un campionato di serie C e non di serie A. Pensare a se stessi è deleterio. Conta solo e soltanto il gruppo. Poi ha concluso: “Col calciatore non c’è stato nessun chiarimento perché, ripeto, io devo pensare al gruppo e non al singolo. Lo sfogo di Lescano posso anche condividerlo. Poi, però, a parlare è sempre il campo. Le chiacchiere non servono. Dipende solo dal ragazzo”.
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